Genova, 15/03/2017.
La vita, la sensibilità, le amicizie, le passioni, gli eccessi, i capolavori: Amedeo Modigliani rivive nella mostra che anima l'appartamento del Doge, a Palazzo Ducale, dal 16 marzo al 16 luglio (non più visitabile dal 14 luglio).
Un artista bello e dannato - a Parigi,
dove ha vissuto fino alla morte precoce, lo chiamavano
Modì, che in francese significa
maledetto (maudit) -, che dall'Italia, dove
si era formato alle accademie di Venezia e Firenze, si era
trasferito nella capitale francese, nel quartiere di
Montparnasse in cerca di fortuna e ispirazione. Lì
aveva trovato l'ambiente giusto per lui: gli artisti
vivevano insieme, in comunità, e spesso condividevano gli
atelier. «Lui, Modì, era sempre pronto a relazionarsi con
gli altri, a stringere nuove amicizie. Come artista, invece,
non si legò mai a nessuna avanguardia, e questa fu
probabilmente la sua fortuna», spiega Rudy
Chiappini, curatore della mostra insieme a Stefano
Zuffi.
L'esposizione genovese ci porta alla scoperta della
vita parigina di Modigliani: prima entriamo nel quartiere
di Montparnasse, poi nell'atelier dell'artista,
infine in un café parigino. «In mostra anche uno dei primi
quadri di Modigliani: il dipinto raffigura un paesaggio, realizzato
dall'artista quando aveva solo 14 anni», spiega Zuffi.
E poi i ritratti, che contraddistiguono l'arte
di Modigliani. Non si tratta mai di raffigurazioni realistiche:
«I colli delle donne di Modì sono proverbiali; le
figure sono allungate ed eleganti. Gli occhi sono spesso senza
pupille, lievemente asimmetrici, dall'espressione
enigmatica».
Dai ritratti ai nudi femminili, che suscitarono grande scandalo a Parigi. «Sono opere di grande sensualità. Modigliani amava le donne forti, colte e autonome. Amava ritrarle, ma non era la bellezza in sé a interessarlo», spiegano ancora i curatori.
Una sala è dedicata alle opere del più grande amico di Modigliani, Moise Kisling, pittore polacco a cui l'artista italiano restò legato da una profodna amicizia per tutta la vita. I lavori di Kisling esposti a Genova sono spesso opere realizzate a quattro mani: nei quadri compaiono disegnate - da Kisling o dallo stesso Modì? - alcune opere di Modigliani. Fu proprio lui a occuparsi di tutto quando Modigliani morì, ancora troppo giovane. Pochi giorni dopo anche la compagna dell'artista, la giovanissima pittrice Jeanne Hébuterne, morì gettandosi da una finestra. Era incinta del secondo figlio di Modigliani. Anche questa storia contribuì ad alimentare la leggenda nera di Amedeo Modigliani.
Di Francesca Baroncelli