Genova, 06/07/2017.
Carlo Antonelli è il nuovo curatore del Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce per il biennio 2018-2019. Ha presentato il progetto selezionato dalla commissione insieme a Anna Daneri, critica d’arte genovese.
Nato a Novi Ligure nel 1965, Antonelli è cresciuto a Genova. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si è trasferito a Milano. È stato direttore artistico della Sugar Music di Caterina Caselli dal 1993 al 2003. Nel 2003 è diventato direttore dell'edizione italiana di Rolling Stone e nel 2013 dell'edizione italiana di Wired, prendendo il posto di Riccardo Luna. Dal 2013 al 2015 è stato direttore del mensile GQ.
Gli abbiamo fatto qualche domanda su come pensa di gestire Villa Croce.
Quali i punti forza del tuo progetto?
La presenza costante di Genova in ogni mostra principale, della sua storia passata presente e futura. La costruzione di un luogo-faro, di un landmark, all'interno dei circuiti turistici della regione.
Come sarà la tua collaborazione con Anna Daneri? Chi si occuperà di cosa?
Anna si affiancherà al curatore delle mostre temporanee, ovvero al sottoscritto, come consulente per nelle due stagioni 2018/2019.
Dato che hai avuto esperienze lavorative tra le più varie, nella musica, nel giornalismo, nell'editoria, qual è il tuo concetto di arte contemporanea?
L'arte contemporanea, ormai difficile da contenere in quanto tale, è ciò che occupa l'interstizio ancora rimasto (dentro la costante frammentazione della narrazione di storie, centuplicata dai mezzi digitali) di mistero, errore, avventura, poesia, fragilità, apertura verso mondi sconosciuti, incanto, alterazione e sperimentazione di nuovi terreni tra umano e non umano, includendo gli universi animali, vegetali e le entità intelligenti artificiali.
Quali sono gli artisti che vorresti far passare da Villa Croce avessi un budget illimitato?
Pierre Hyugue, Yayoi Kusama (perché chiusa in un ospedale psichiatrico in Giappone), Thom Yorke con o senza i Radiohead.
E invece, scendendo a patti con la realtà, quali credi sarà possibile invitare?
Tra gli altri Dora Garcia, il genio del giardino Paolo Pejrone, Lorenzo Senni e Boukra Khalidi.
Com'è questo ritorno a casa?
Son tornato da un annetto, anche se non continuativamente. Devo ancora capire bene molte cose.
Che potenzialità ha Genova?
Alte, ma va tolto il tappo ai trasporti di terra, che interrompono e rallentano il flusso naturale della curiosità altissima che la città esercita in Italia e nel mondo.
Quali i suoi limiti maggiori?
La bassa intensità, il basso voltaggio a cui si ci si è abituati da troppo tempo. È il momento di aumentare i parametri.
L. Gu.