Genova, 09/02/2018.
In una città mugugnona come quella della Lanterna, ecco l'affermazione che non ti aspetti: «Genova è una città sperimentale». A dirlo è la vice-presidente e consigliera nazionale di Fiab Liguria (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Cristina Castellari insieme con Giorgio Ceccarelli, coordinatore Nordovest Liguria e Piemonte di Fiab. L'organizzazione ambientalista ha infatti preso parte al progetto per la Super 11, una pista ciclopedonale di 11 km da Sampierdarena a Boccadasse.
Per ora è solo una proposta, come hanno spiegato precedentemente a Mentelocale gli architetti della Super 11 Luca Dolmetta e Silvia Rizzo, ma la sensazione è che il cambiamento sia nell'aria, più pulita e vivibile per tutti. E a convincere di questo non è solo la Super 11: tra legge quadro per la mobilità ciclistica, biciclette elettriche, il progetto Bicitalia e le ciclostazioni, si può parlare di una Genova sempre più bike-friendly. Per fare il punto della situazione, abbiamo ospitato Cristina Castellari e Giorgio Ceccarelli per un'intervista sui temi più importanti della mobilità sostenibile.
Castellari e Ceccarelli, la bicicletta è uno dei mezzi
di trasporto più antichi: è nato alla fine del ‘700, eppure in
molte città, tra cui Genova, sembra essere il futuro: perché? Qual
è il "segreto"?
«Il segreto, banalmente,
risiede nel mezzo stesso: la bicicletta permette di spostarsi
velocemente, non inquina, offre la possibilità di fare del
movimento e soprattutto, devo dire, porta buon umore usandola in
città. È un motivo semplice, eppure a volte lo dimentichiamo: molte
città lo hanno già capito e hanno orientato il loro trend
del traffico verso la bicicletta. E poi non bisogna sottovalutare
un altro suo vantaggio: si può andare ovunque non pagando nulla, è
il mezzo più economico che esista. E in più oggi con le biciclette
elettriche e quelle pieghevoli la città diventa più
accessibile».
Castellari, è un periodo storico per la Fiab. Al Senato
è stata approvata la legge quadro per la mobilità ciclistica: d’ora
in poi, a livello regionale e nazionale, ogni amministrazione dovrà
pianificare la mobilità ciclistica. Cosa significa questo per
Genova? Ci sono stati problemi nell’approvazione della
legge?
«Come Fiab seguiamo le legge ormai da un anno:
alcune parti del testo sono state addirittura scritte dai nostri
tecnici e l'approvazione della legge ha visto la collaborazione
e la promozione del senatore Paolo Gandolfi. Devo dire che la legge
è stata approvata all'unanimità da tutte le parti politiche,
che si sono rese conto della necessità di un piano nazionale della
mobilità ciclistica e del fatto che ogni amministrazione a livello
locale dovesse occuparsene. Le nostre città non ne possono più di
traffico, di inquinamento e dell'occupazione dello spazio
urbano da parte di mezzi eccessivi per gli spostamenti. Chiariamo:
l'automobile non è un mezzo di trasporto da demonizzare: va
utilizzata quando serve, ma spesso le persone in città la usano per
spostarsi da soli su tratte brevi, occupando uno spazio pubblico,
che potrebbe essere diversamente utilizzato per le persone che
vanno a piedi, per i bambini o per i giardini. La situazione oggi è
ben diversa e le città non sono più per le persone ma per le
macchine. Questa legge, finalmente, farà in modo che ogni
amministrazione si occupi di un piano per la mobilità ciclabile e
pedonale».
Ceccarelli, lo slogan Fiab di quest’anno è La bici?
Funziona!: è così dappertutto? Può funzionare anche a Genova,
dove il territorio può costituire un ostacolo alla mobilità
ciclistica?
«Il tema dell'incompatibilità Genova-bici è un po'
un ritornello storico che va avanti da anni: in parte ci
siamo troppo abituati a questo slogan e in parte è vero.
Bisogna però fare una distinzione importante: il fatto che il mezzo
venga usato poco a Genova è più legato alla paura della gente di
andare per strada in bicicletta. Perchè la città è complessa e con
un traffico piuttosto pesante: se mancano le strutture adatte alla
mobilità su bicicletta è effettivamente impensabile muoversi su due
ruote. La difficoltà legata al territorio ligure secondo me è
presente fino a un certo punto: basti pensare al tratto
Voltri-Nervi, 30 km pianeggianti dal grande potenziale. Ma lì manca
una struttura primaria di ciclabile, fatta bene. Per il resto,
iniziare a pensare seriamente alla mobilità ciclistica nel
capoluogo ligure è utile al nostro futuro. Genova in questo
potrebbe addirittura essere una città sperimentale, soprattutto per
l'elettrico: entro dieci anni ci saranno città più pianeggianti
che non useranno l'assistenza elettrica sulla bici e ci sarà
Genova, dal territorio più difficile, dove l'elettrico sarà la
risposta».
Ceccarelli, parliamo di uno degli argomenti più
importanti oggi per la mobilità sostenibile a Genova: la
ciclopedonale Super
11 da Sampierdarena a Boccadasse . Ricordiamo in
che cosa consiste il progetto.
«È un progetto interessante e particolare quello della Super 11. La
Fiab di Genova ha collaborato fin dall'inizio, ma l'idea è
tutta di Confprofessioni, una confederazione delle varie
associazioni professionali liguri e italiane. Si è pensato di
proporre qualcosa di bello e utile con una ciclabile da
Sampierdarena fino a Boccadasse. L'aspetto interessante del
progetto è da individuare nelle risorse rigorosamente private messe
a disposizione. Io penso che un'idea bella, semplice e che, in
fondo, non richieda investimenti pazzeschi possa essere
realizzabile se si tratta di mobilità sostenibile: questa
amministrazione sta rispondendo molto bene alla proposta».
Castellari, quali sono le città esempio a cui si può
guardare per poter definire realizzabile la Super
11?
«Sappiamo che i progettisti della Super 11 hanno
"curiosato" nelle città del nord, a cui attingiamo anche
noi di Fiab per imparare. Sto parlando di Copenaghen, Berlino,
Amsterdam, ma anche Parigi e Londra: queste città hanno fatto
scelte coraggiose scegliendo di moderare il traffico in città,
realizzando Zone 30 e promuovendo la ciclabilità con
percorsi protetti per ciclisti. I progettisti della Super 11 hanno
guardato soprattutto al famoso
Snake di Copenaghen: Genova può davvero essere una
città sperimentale in cui proporre progetti
simili».
Ceccarelli, usciamo per un attimo dai confini liguri:
qual è la situazione attuale delle rete ciclabile in Italia e in
Europa? Ci sono altre aree in Italia e in Liguria in cui potrebbero
sorgere nuove piste ciclabili?
«In Italia esiste un progetto di rete ciclabile nazionale che si
chiama Bicitalia. È un progetto
privato, mentre all'estero è lo Stato a promuovere la rete
ciclabile. Fiab promuove Bicitalia ormai da 20 anni e ora
finalmente è stato concepito come uno strumento di programmazione
nazionale. Il progetto Bicitalia innerverebbe tutto il Bel Paese:
in Liguria il tracciato è stato recepito da Rcl (Rete Ciclabile
Liguria). Il tratto ligure si svilupperebbe in una direttrice
costiera, detta tirrenica, che prevede il collegamento da
Ventimiglia a Roma; lungo l'interno della regione, è prevista
invece la cosidetta Via degli Appennini dal Colle di
Cadibona; infine queste due dorsali parallele sono innervate da
alcuni percorsi ciclabili perpendicolari alla costa, di cui quello
più importante è il cosiddetto Eurovelo 8 da Cadice al Mar
Nero, che interessa la Liguria nella parte di Ponente».
Da una nostra intervista agli architetti della Super 11
Luca Dolmetta e Silvia Rizzo,
e a Dante Benzi, tesoriere di ConfProfessioni, abbiamo recepito
un'affermazione interessante di Giulietta Pagliaccio,
presidente della Fiab: “Per ogni euro investito in una pista
ciclabile ne ritornano tre”. Castellari, su che basi lo si può
dire?
«È innegabile che il cicloturismo crei un
indotto. Un esempio, citato in diversi congressi, è la
ciclabile di Sanremo. Si è investito molto, ma
è anche vero che ogni metro del percorso abbia portato nuovi lavori
e nuove attività: sono rifioriti i negozi, gli alberghi e le case
stesse, che prima affacciavano su una ferrovia non proprio
straordinaria mentre ora hanno acquistato valore. E poi le
infrastrutture legate alla bicicletta hanno costi bassissimi
rispetto a quelle dedicate alle automobili».
Chi vorrà percorrere la Super 11 potrà farlo
anche a bordo di bici elettriche. Ceccarelli, oggi a che punto è il
capoluogo ligure con l’elettrico?
«L'elettrico oggi
paga ancora il costo relativamente alto del mezzo rispetto alla
bicicletta tradizionale, senza dimenticare un altro problema in
città legato ai furti di biciclette elettriche. Ma i prezzi delle
bici elettriche si stanno abbasando: è un bene, ma bisogna fare
attenzione ad abbassamenti eccessivi a discapito della qualità. Io
ho la bicicletta elettrica e la uso spesso: posso assicurarvi che
Genova viene letteralmente "spianata" dall'elettrico,
è una sensazione fantastica».
Castellari, una novità, quella della bici elettrica, da
monitorare e tenere comunque sotto controllo?
«Sì.
Bisogna fare molta attenzione a non confondere la bicicletta a
pedalata assistita con i motorini truccati da bicicletta. C'è
una legge che prevede una certa velocità e una struttura tecnica
per la bicicletta elettrica: ma alcuni mezzi non sono legali,
essendo motorini truccati che raggiungono velocità superiori e sono
pericolosi se invadono le piste ciclabili. Fiab lavora molto sulla
sicurezza e sull'educazione del cittadino all'uso corretto
della bicicletta».
Mi ha anticipato sul tema dell'educazione. Si dovrà
anche pensare ad un progetto ancora più complesso: sensibilizzare i
cittadini ed “educarli” all’utilizzo della bicicletta anche come
mezzo di trasporto. Come si può fare?
«Fiab entra
spesso nelle scuole. Se fin da piccolo ti accorgi di quanto è bello
e divertente andare in bici in sicurezza, quell'esperienza può
cambiare il tuo modo di vivere la città. Ma bisogna insegnare anche
ai grandi, facendo loro capire che la bici, come mezzo di trasporto
citttadino, è una scelta che si può fare: Fiab organizza diversi
incontri, come quelli durante la settimana della mobilità
sostenibile o come la giornata nazionale del Bike to
work, in cui invitiamo le persone ad andare al lavoro in bici,
almeno per un giorno. Certo, ci sono difficoltà da superare, una
fra tutte il cambio di mentalità, e certamente ci sono limiti
oggettivi, ma provare a muoversi con un mezzo diverso può essere
un'esperienza interessante e che seduce».
Ceccarelli, è però necessario un adeguamento della
città. Si parla della possibilità di combinare il trasporto in bici
con quello in treno con le ciclostazioni, strutture
interne adiacenti alle stazioni ferroviarie. Fiab ha spinto molto
sull’implementazione di queste strutture nei lavori di rinnovo
delle stazione ferroviarie genovesi. Oggi a che punto è la
situazione?
«Direi non buona, perchè a Genova ancora
non sono sorte ciclostazioni. Ci stiamo lavorando, soprattutto in
Piemonte, con l'implementazione di manuali sulle ciclostazioni.
Trovare la soluzione giusta non è facile, per un motivo legato
anche ai finanziamenti. Savona e Celle, però, hanno acquisito un
certo contributo dallo Stato per alcuni interventi: a breve
dovremmo vedere alcune realizzazioni in merito. Genova rimane
indietro: negli ultimi lavori di rifacimento delle stazioni di
Principe e Brignole non sono stati realizzati lavori di questo
tipo».
Un altro argomento che in questi mesi ha sollevato
diverse critiche è la cosiddetta tassa sul sudore, una
norma che impone agli amatori del ciclismo un “canone” da versare
alla Federazione Ciclistica Italiana per ottenere la Bike
Card. Castellari, qual è la posizione di Fiab in questo
senso?
«Quella della tassa sul sudore è una
delle tante fake news che in questo periodo circolano
attorno alla bicicletta. Credo che ci siano due mondi affiancati
alla bicicletta: uno considera la bicicletta un mezzo di trasporto,
come fa Fiab, per muoversi in città e fare turismo. L'altro
considera la bicicletta soltanto un momento di svago, ed è il mondo
dei ciclisti sportivi. La notizia della tassa sul sudore deriva da
questo ultimo mondo».
Se doveste consigliare un tour in bici ai
nostri lettori?
«Come Fiab abbiamo fatto un tour in bici molto lungo ma
molto bello: Copenaghen-Berlino in due settimane. L'anno scorso
abbiamo percorso la via Francigena, passando per il Belgio e la
Francia fino alla Svizzera. Quest'estate vorremmo attraversare
su Eurovelo 6 tutta la Francia fino al Mar Nero. Sono
viaggi lunghi, ma li consiglio a tutti».
Castellari, ultimo libro letto e ultimo film
visto?
«Il libro che sto leggendo è Cromorama di Riccardo
Falcinelli, un libro sulla storia del colore che mi tocca da
vicino, essendo io anche una professoressa di arte. L'ultimo
film che ho visto è Napoli Velata, il recente film di
Ozpetek: mi è piaciuto molto».
E lei, Ceccarelli?
«L'ultimo libro che
ho letto l'ho finito ieri. È
Il Regno di Emmanuelle Carrère, un
libro sui primi anni del Cristianesimo. Ci sono periodi in cui mi
"impallo" su certi argomenti e questa volta volevo
scoprire qualcosa in più sul Cristianesimo. Avendo finito il libro,
venendo qui a Mentelocale mi sono fermato in libreria e ho comprato
Insoliti viaggi di Luigi Vittorio
Bertarelli».
Di Fabio Liguori