Unimi Connect Poesia: ciclo di incontri sui Maestri della poesia tra il Novecento e il nuovo millennio

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DA Mercoledì08Maggio2024
A Giovedì30Maggio2024

Dall'8 al 30 maggio 2024 si tiene presso le sale dell’Università degli Studi di Milano (via Festa del Perdono 7, Milano) la nuova rassegna Unimi Connect Poesia dal titolo Maestri della poesia tra il Novecento e il nuovo millennio: una rassegna di poesia contemporanea che offre una panoramica completa della ricchezza e della diversità della poesia italiana nel corso del Novecento e del nuovo millennio.

Giorgio Caproni, Mario Luzi, Giampiero Neri, Vivian Lamarque: ognuno di questi poeti ha portato contributi distinti alla poesia italiana, contribuendo alla sua evoluzione e lasciando un'impronta indelebile nel tessuto culturale del paese. I quattro poeti sono presentati dal curatore della rassegna, Maurizio Cucchi. I loro versi vengono letti dall’attore Paolo Bessegato, mentre a leggere le poesie di Vivian Lamarque è la stessa autrice.

Di seguito il programma della rassegna (l'ingresso è gratuito previa iscrizione on line).

  • Mercoledì 8 maggio, Sala di Rappresentanza - Giampiero Neri. Autore di magistrale raffinatezza, raggiunta attraverso una impeccabile e trasparente semplicità di scrittura, ha tra l’altro utilizzato con esiti di alta qualità il genere del poemetto in prosa, oggi sempre più diffuso anche per il suo alto esempio. Fin dal primo apparire di un suo volume, L’aspetto occidentale del vestito (1976), Giampiero Neri (pseudonimo di Giampiero Pontiggia) ha saputo imporre una originalità di ricerca che ne ha fatto un punto di riferimento per molti poeti delle generazioni successive. La presenza della memoria, storica e personale, nei suoi componimenti anche in versi, si accompagna a un’acuta osservazione della realtà naturale e dunque del mondo animale. E infatti un importante volume riassuntivo della sua opera si intitola Teatro naturale. Nato a Erba nel 1927, è vissuto in prevalenza a Milano, dove si è spento nel febbraio del 2023.
  • Mercoledì 15 maggio, Aula Magna - Vivian Lamarque - Nata in Trentino nel 1946, vive da sempre a Milano ed è tra l’altro anche autrice di versi in dialetto milanese (La gentilèssa, 2009). La sua inconfondibile particolarità - che le è valsa l’attenzione, oltre che della maggiore critica, anche di un pubblico più vasto di quello in genere riservato alla poesia - è l'incisiva e brillante acutezza e la grazia leggera e fortemente comunicativa dei suoi versi, sempre legati ad esperienze del vissuto e alla sua vivace sensibilità. Dagli esordi di Teresino (1981), attraverso notevoli raccolte fino a L’amore da vecchia (2022), ha saputo trattare con accenti decisamente delicati e molto personali, la realtà stessa dell’amore e dei suoi contorni. Lo scorso anno le è stato anche assegnato il premio Strega per la Poesia alla sua prima edizione.
  • Mercoledì 22 maggio, Sala di Rappresentanza - Giorgio Caproni. Tra i maestri unanimemente riconosciuti come tali della poesia italiana dell’intero Novecento, nella complessa varietà delle sue opere, Giorgio Caproni (Livorno 1912 - Roma 1990) ha influito decisivo sugli autori delle generazioni successive. Elegante, nei suoi testi, e al tempo stesso di grande efficacia comunicativa, ha trattato temi diversi, come la propria città natale, Livorno, o un’altra città a lui cara come Genova, giostrando in versi sul senso e l’avventura dell’esserci, passando da movimenti narrativi a forme di aperta meditazione lirica. Opere esemplari e molto amate sono state, tra le altre, Il seme del piangere (1959) e Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee (1965). Nell’'ultima, apprezzatissima fase della sua poesia, da Il muro della terra (1975) in poi, fino al postumo Res amissa, i suoi accenti si fanno sempre più asciutti e spogli, spesso beffardi, in un percorso metafisico in cui si impone un senso acuto del paradosso.
  • Giovedi 30 maggio, Sala di Rappresentanza - Mario Luzi - Fiorentino, nato nel 1914 e vissuto fino al 2005, a 90 anni fu nominato senatore a vita. Mario Luzi è stato un autore di risalto centrale nella nostra letteratura del Novecento, capace anche di rilevanti mutamenti del corso della sua vita poetica. Figura di spicco dell’ermetismo fiorentino fin dalla giovinezza, si mosse poi verso una meditazione lirica ricca di implicazioni còlte dal reale della sua stessa esperienza in opere come Primizie del deserto (1952) e Onore del vero (1967), in cui il dettato si abbassa felicemente e nettamente di tono con esiti nuovi e di grande energia espressiva. Un orientamento verso strutture prosastiche avviene poi in modo ancora più netto con Nel magma (1963), mentre il suo percorso si aprirà poi ulteriormente verso movimenti teatrali e soluzioni tra meditazione, memoria e forte legame con il reale, nei termini di forme anche prosastiche che ne costituiscono un ulteriore carattere, in memorabili opere come Per il battesimo dei nostri frammenti (1985).
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