Milano, 14/03/2017.
L'area ex Ansaldo in via Tortona 56, oggi occupata dal Mudec - Museo delle Culture di Milano, dal 15 marzo al 9 luglio 2017, indaga gli scambi con la cultura russa attraverso il rapporto con l'arte popolare locale e quella di Vasilij Kandinskij con la mostra Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione. Nello spazio Khaleda, invece, il forum città-mondo è dedicato alla storia della Cina a Milano da un secolo, con Chinamen, documentario animato sulla storia della Cina e della comunità cinese, il dialogo e lo scambio delle culture, secondo Ciaj Rocchi e Matteo Demonte (la mostra Chinamen termina il 17 aprile).
In questo dibattito tra culture, la cultura russa è ampiamente indagata sin dalle prime sale della mostra dedicata a Kandinskij, in quanto esamina in modo approfondito e scientifico il rapporto filologico che l'artista stabilisce con l'arte popolare russa e con il suo patrimonio etnografico, così da disegnarci la grammatica e la sintassi del pittore del Cavaliere errante, ispirato dal cavallo a dondolo con cui giocava dalla zia, quando era ancora un bambino, e che tentò di ritrarre in acquarello. Molti i giocattoli in mostra, insieme a battipanni, stampe popolari, arredi, lubki e tessuti.
Anche san Giorgio, patrono di Mosca, è rappresentato come cavaliere armato di lunga lancia per uccidere il drago. Il suo scudo (o meglio, trattasi di rotella, disco) nei cerchi concentrici si rifà esattamente a quelli che colorano il battipanni esposto nella prima sala. Il drago è azzuro e zigzagato, proprio come quello nell'icona su tavola del XVI secolo, che gli sta sul lato destro. Questo è il punto chiave della ricerca filologica rilevata in mostra: non si evidenziano suggestioni, ma riscontri stringenti.
L'esposizione conduce così il visitatore dalla pittura ancora figurativa di Kandinskij fino all'astrattismo, che non scade mai in pittura meramente decorativa, ma è arte filtrata attraverso la convinzione che sia necessario abbandonare una pittura narrativa per tuffarsi nell'interiorità dello spirito, che deve cogliere la vibrazione generata dalla realtà. La mostra espone diverse opere inedite in Italia, grazie ai numerosi prestatori: ci sono, oltre alla Russia, l'Armenia e la Georgia. Tre le installazioni multimediali, a cura di Giuseppe Barbieri, per immergersi nell'opera dell'artista, proprio come Kandinskij faceva e desiderava per le sue opere: «ricordo ancora che, entrando per la prima volta nelle sale di un'isba, restai inchiodato di stupore – affermò il pittore – davanti alle pitture sorprendenti che da ogni lato mi circondavano. Quando infine penetrai nella camera, mi trovai circondato da ogni parte dalla pittura: come se io stesso fossi penetrato nella pittura».
La mostra Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione, che cade nell’anno del centenario della Rivoluzione Russa e a ridosso delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista, è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore, ed è curata da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del Centro Studi Sulle arti della Russia CSAR Università Ca’ Foscari Venezia, e Ada Masoero, critica d’arte e giornalista.
I biglietti costano 12 euro (ridotto 10 euro, ridotto speciale 8 euro). L'ingresso alla mostra Chinamen è invece gratuito.
Questi gli orari del Mudec: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 09.30-19.30; giovedì e sabato 09.30-22.30. Per gli ultimi 4 giorni della mostra, visitabile fino a domenica 9 luglio, è possibile visitare le opere di Kandinskij usufruendo dell’orario prolungato fino alle ore 22.30.
Di Laura Cusmà Piccione