Dopo alcuni anni di pausa, ETHICA – Forum di riflessione sui fini e sui mezzi torna attivo con un nuovo programma che include un ciclo di conferenze pubbliche e un progetto educativo dedicato alle scuole.
Tema centrale della nuova edizione sarà l’impatto etico dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella società contemporanea. L’iniziativa si articola in cinque incontri: due si svolgeranno prima dell’estate, mentre gli altri tre sono previsti in autunno. Le conferenze sono rivolte non solo al pubblico astigiano, ma a chiunque desideri approfondire le implicazioni etiche delle tecnologie emergenti.
Il primo appuntamento si terrà mercoledì 16 aprile presso la Fondazione Goria ad Asti: il professor Carlo Brumat dialogherà con il professor Damiano Cantone sul rapporto tra linguaggio e intelligenza artificiale.
Il secondo incontro sarà invece venerdì 6 giugno, in collaborazione con il festival Passepartout: Guido Bosticco, docente all’Università di Pavia, affronterà il tema "Intelligenza Artificiale per le nuove generazioni: tra rischi e opportunità".
L’AI è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. La sua capacità di elaborare grandi quantità di dati e generare conoscenza utile ci aiuta a prendere decisioni migliori e affrontare problemi complessi. Tuttavia, il suo impiego crescente e il ritmo accelerato delle trasformazioni che comporta pongono interrogativi profondi sul suo impatto sociale ed esistenziale.
Affrontare questi interrogativi è il compito dell’etica dell’intelligenza artificiale, che deve analizzare rischi, responsabilità e conseguenze per garantire uno sviluppo equilibrato della tecnologia. È fondamentale che le scelte di chi progetta, utilizza e governa queste tecnologie siano guidate da criteri etici chiari. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui l’intelligenza umana non venga sminuita, ma arricchita dall’uso consapevole dell’AI, nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali.
Accanto al ciclo di conferenze, riprende anche il progetto "Educare alla Bellezza", nato nel 2015 per promuovere, attraverso la scuola, una nuova sensibilità verso il territorio e la convivenza culturale. Il progetto intende valorizzare il ruolo della bellezza condivisa – architettonica, paesaggistica, naturalistica e legata alla cultura popolare – come strumento di coesione sociale.
La proposta educativa, destinata anche alle scuole dell’infanzia, nasce con l’obiettivo di contrastare pregiudizi e favorire il dialogo tra culture diverse, prima che atteggiamenti di chiusura e diffidenza si radichino. Tra il 2015 e il 2019, la sperimentazione ha coinvolto oltre mille studenti in più di sessanta classi, tra Asti, la sua provincia, Rivoli e Torino.
La nuova edizione del progetto, sollecitata dalle numerose richieste pervenute all’associazione negli ultimi anni, seguirà l’impostazione delle precedenti esperienze, con l’obiettivo di contribuire a formare una società più aperta, consapevole e sensibile al valore della diversità e della bellezza del territorio.