Sabato 29 marzo 2025 alle ore 17.00 il ridotto Gavazzeni del Teatro Donizetti di Bergamo (piazza Cavour 15) ospita il concerto inaugurale della stagione 2025 dell'Ensemble Locatelli, che presenta un programma inedito e di rarissima esecuzione.
Dopo uno studio sul manoscritto, l'Ensemble Locatelli presenta la propria interpretazione di una rara composizione di Bernardo Pasquini (1637-1710): I fatti di Mosè nel deserto, noto anche come Il Mosè, in prima esecuzione italiana.
Il periodo della Quaresima è caratterizzato dalla riflessione, dalla ricerca dentro di sé e da un forte senso di spiritualità. Tutte caratteristiche che sono alla base della forma dell’Oratorio, genere in voga per tutto il ‘600 e che ha avuto il suo momento di massimo splendore a Roma. Considerata una sorta di opera a tema sacro e in forma non rappresentativa, l’Oratorio condivide con quest’ultima la forma strutturale fatta dall’alternanza di arie, recitativi e cori, oltre ad avere una trama e una struttura drammatica ben definita che fanno risultare calzante la definizione di Dramma sacro. I temi provengono da episodi biblici, da vite dei Santi, o ancora rappresentano tramite allegorie raffinate le virtù cristiane.
Il padre di questo nuovo genere è considerato Giacomo Carissimi, ma ben presto numerosi compositori si cimentano in questa forma che subito incontra il favore dell’aristocrazia religiosa romana, facendo evolvere rapidamente il linguaggio e introducendo strumenti. Una delle figure più poliedriche di fine ‘600, Bernardo Pasquini, musicista legato alla nobile famiglia Borghese, compose numerosi Oratori, molti dei quali sono già stati eseguiti in epoca contemporanea. Sfugge però alle rappresentazioni italiane l’oratorio I fatti di Mosè nel deserto, composto per 4 voci sole, 2 violini, viola e basso continuo, che tratta le narrazioni bibliche dell’Esodo.
La musica di Pasquini è raffinata, vivida e dalle forme concise e dinamiche; e si pone come un ponte ideale tra gli artifizi del ‘600 e la complessità più elaborata del ‘700. Non sorprende la collocazione storica accanto a Corelli, di cui fu stretto collaboratore, e l’ammirazione di cui godette da parte di Händel e di numerosi altri compositori in tutta Europa. In questo concerto è quindi prevista l’ esecuzione di un capolavoro di fine ‘600, riportato alla luce da Thomas Chigioni ed eseguito per la prima volta in tempi moderni a Bergamo.
Sul palco: Maddalena De Biasi (soprano, Mosè), Sofia Sala (mezzosoprano, Giosuè), Matteo Straffi (tenore, Testo), Santiago Garzon Arredondo (baritono, Getro), Jérémie Chigioni e Ulrike Slowik (violini), Tessa Rippo (viola), Andrea Alzati (violoncello), Carlo Sgarro (contrabbasso), Stefan Sandru (tiorba), Mauro Pinciaroli (arciliuto), Dimitri Betti (organo) e Thomas Chigioni (clavicembalo, direzione).