Como, 17/08/2021.
Dalle acque del Lago di Como svetta un gioiello antico davvero prezioso: l’Isola Comacina, incantevole luogo con una sua storia che inizia da molto lontano. Situato in una posizione strategica e abitato fin dai tempi romani, questo lembo di terra è stato oggetto di numerosi contrasti politici e religiosi come quelli tra i bizantini e i longobardi. Nel corso degli anni però la Comacina acquisì sempre maggior rilievo ed importanza sul territorio, diventando così un centro rigoglioso per l’economia e gli affari.
Intorno al 110 il Comune dell’Isola - ormai solido e ben strutturato - iniziò ad instaurare rapporti stretti con la città di Milano. Tra le varie lotte che si susseguirono negli anni tra i vari comuni di Como e Milano, gli abitanti del luogo si schierarono dalla parte dei milanesi e questo costò all’Isola Comacina un funesto e crudele destino che si protrasse per un lungo periodo. Una serie di sfortunati eventi colpì l’isola e sui suoi abitanti, finché, il 24 giugno 1169 l’Isola Comacina venne distrutta dall’Imperatore Federico detto il Barbarossa e dai suoi guerrieri comaschi. Il centro abitato venne raso al suolo, comprese le nove chiese (tranne una) e le case del popolo. Ma non solo: l’Isola fu inoltre maledetta e scomunicata dal vescovo di Como Vidulfio: Non suoneranno più le campane, non si metterà pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l’oste, pena la morte violenta.
Ancora oggi, il sabato della settimana in cui cade il 24 giugno, il tragico evento viene commemorato con fantastici spettacoli pirotecnici sull’acqua. Questo gesto di solidarietà da parte di uomini e donne agli antenati e alla propria terra non è però l’unico. Alla locanda che si trova sull’isola è uso comune realizzare il rituale del fuoco al suono delle campane prima di consumare il proprio pasto. Questo perché nel 1948, Sandro de Col e Carlo Scacchi vollero sfidare il destino e, non curandosi della maledizione, decisero di mettersi in contatto con Lino Nessi per costruire una locanda in mezzo all’isola, allora molto selvaggia. Entrambi morirono tragicamente: Carlo Sacchi venne assassinato dalla contessa Bellentani e de Col morì in un incidente di motonautica. Lino Nessi disperato volle abbandonare il progetto, ma sotto consiglio dell’amica e scrittrice Francis Dale egli fece l’esorcismo del fuoco (antico rituale greco) e da quel momento leggenda vuole che pace e serenità siano tornate sull’isola.
L’unica isola del Lago di Como passò in molte mani, finché nel 1917 il proprietario Augusto Caprani donò questa perla al re del Belgio Alberto I, il quale a sua volta la cedette allo Stato italiano con l’intento di costruirci una residenza per artisti. Lo Stato affidò l’incarico all’Accademia di Brera di Milano, ma Il progetto non fu mai portato a termine. Nel 1939 sull’Isola Comacina vennero edificate tre villette progettate dall’architetto Pietro Lingeri e meno di dieci anni dopo venne costruita La Locanda dell’Isola Comacina, ristorante che per circa 70 anni ha servito un unico e tipico menù fino alla chiusura nel 2019 (a tal proposito lo storico oste Benvenuto Puricelli ha lanciato una petizione per la riapertura dell'attività).
Come arrivare sull'Isola Comacina? Per raggiungere questo scrigno naturale è necessario percorrere l’autostrada A9, imboccare l’uscita Como Nord e seguire le indicazioni per Menaggio, fino ad arrivare ad Ossuccio da cui è possibile prendere il traghetto o un taxi-boat.v Una volta giunti sull'isola possibile fare una suggestiva passeggiata immersi in una natura tipicamente mediterranea ed incontaminata.
Attualmente è possibile visitare la graziosa chiesa bianca barocca di San Giovanni, l’unica rimasta intatta. In questo luogo dall’atmosfera mistica è possibile ammirare i resti delle antiche basiliche come quella di Sant’Eufemia e Santa Maria del Portico. L’esperienza sull’Isola Comacina è un vero momento di relax all’interno di una cornice da sogno. Questo è infatti uno dei più importanti e rappresentativi siti archeologici d’Italia a testimonianza del periodo medievale; un luogo davvero speciale in cui trascorrere qualche ora immersi tra arte e bellezza.
Di Giorgia Petani