L"Astemia: la cantina di Barolo ribelle evolve fra rebranding e transizione biologica

Barolo (CN) Cerca sulla mappa

Cuneo, 19/10/2024.

L'autunno 2024 segna una svolta decisiva nell'evoluzione della cantina L"Astemia Pentita di Barolo - o dovremmo dire semplicemente L"Astemia - , che parte con un rebranding che mira a valorizzare ancora di più l'identità contemporanea del marchio e con il completamento della transizione biologica che riflette una rinnovata attenzione alla sostenibilità e alla qualità dei prodotti.

Cambia la figura dell'enologo, affidata a Gianpiero Gerbi, cui è affidato lo sviluppo delle caratteristiche sensoriali del vino e cambia anche la forma delle bottiglie, le quali subiscono un restyling pur mantenendo il proprio stile distintivo.

Con una nuova squadra in cantina e nella direzione commerciale, l’azienda rinnova la propria gamma di vini. Tra i prodotti di punta spiccano il Barolo DOCG e i cru di Cannubi e Terlo, vinificati in purezza. Inoltre, l'azienda propone due interpretazioni della Barbera: una versione fresca e fragrante e una più strutturata, grazie a un affinamento prolungato in botte. Un’altra novità è l’introduzione di un metodo classico, l'Alta Langa DOCG “Charley”, a base di Chardonnay e Pinot Nero, con 36 mesi di affinamento sui lieviti, che sarà disponibile a partire dalla vendemmia 2024.

Infine si ampliano gli obiettivi produttivi: dalle attuali 70mila bottiglie annue, l'azienda barolese punta a raggiungere le 150.000 con la vendemmia 2029, mantenendo sempre alti gli standard di qualità e autenticità che l’hanno resa celebre. «La nostra è una sfida continua – afferma Sandra Vezza, titolare e fondatrice dell’azienda –, ma è nel nostro DNA puntare sempre più in alto, senza mai perdere di vista la nostra identità e il legame con queste terre. Ironico, originale, provocatorio, L”Astemia Pentita è un marchio che nasce da una scelta di inclusività, che vuole stimolare a  visitare la cantina anche per esperienze sensoriali, culturali o gastronomiche» racconta Sandra Vezza.

«L’azienda è a un punto di svolta grazie alla maturità acquisita in questi anni. L'obiettivo è raggiungere una produzione di 150.000 bottiglie entro il 2029, grazie anche all'ampliamento graduale dei terreni - aggiunge Marco Cossaro, nuovo direttore commerciale dell’azienda - Si aggiungeranno infatti 10 ettari, già di proprietà dell’azienda, ai 17 attualmente utilizzati. La crescita maggiore riguarderà soprattutto il metodo classico». 

Il nome, di fatto, deriva dall’esperienza personale proprio di Sandra Vezza, una donna di Langa che, astemia, non può degustare la sua produzione vitivinicola, ma, spiega «la mia passione è da sempre passeggiare tra i vigneti, assaporarne i profumi e i colori. L"Astemia Pentita è una dichiarazione di amore per la mia terra e la mia famiglia, per mio nonno mi ha insegnato i segreti delle viti».

Attraverso l'introduzione della coltivazione biologica in tutti i suoi vigneti, L'Astemia ha rafforzato il proprio impegno verso la sostenibilità e la tutela del territorio. Questo percorso, avviato quattro anni fa e completato nel 2023, porterà dalla vendemmia 2024 alla produzione esclusiva di vini biologici, rappresentando un passaggio cruciale verso una viticoltura più ecocompatibile e attenta all'ambiente. L'obiettivo è valorizzare il territorio, migliorando la qualità del vino e riducendo al minimo l'impatto delle tecniche agricole, offrendo così un prodotto che rispetta la natura e rispecchia i valori etici dell'azienda.

La sfida però scorre tra le botti dell’Astemia, che esprime la propria indole estrosa anche attraverso produzioni limitate, come il nuovo Viognier con fermentazione in tonneaux di rovere francese o il Langhe Rosato a base Nebbiolo. Tutti i vini provengono esclusivamente dalle vigne di proprietà, garantendo un controllo totale su ogni fase della produzione.

Infine, senza tradire il suo carattere originale, inoltre, la nuova produzione vive in una nuova bottiglia più leggera e fruibile, troncoconica, affusolata, con i pantoni che sin dall’inizio hanno caratterizzato l’azienda, che adesso mostra un acquisito equilibrio.

«La prima annata vinificata è del 2010. Da allora non abbiamo smesso di studiare, migliorarci ed essere complici coi nostri vigneti. Abbiamo unito il meglio del passato con gli strumenti del futuro per restituire in un bicchiere la magia di queste colline - conclude Sandra Vezza -. Il nostro impegno è produrre il miglior vino possibile in modo artigianale, valorizzando l’identità territoriale e varietale». Perché, se è vero che il vino accompagna l'uomo da 8.500 anni, l’eccellenza emerge solo qualche volta, dimostrando che la cultura contadina non è una tradizione statica e stanca.

Di Giulia De Sanctis

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