Cuneo, 18/03/2025.
Nelle Langhe, il vino non è solo un’eccellenza del territorio, ma una narrazione fatta di dedizione, tradizione e legami profondi. Quest’anno, ventitré cantine guidate da donne trasformano questa eredità in un messaggio di solidarietà, sostenendo R-Women, un progetto dell’Associazione Culturale Sapori Reclusi che, attraverso la fotografia, racconta le storie di resistenza delle donne afghane.
R-Women non è solo un reportage sulle loro vite, ma un’iniziativa che invita a riflettere sulla discriminazione di genere, sulle ingiustizie globali e sulla necessità di dare spazio a chi continua a lottare per i propri diritti. Un ponte ideale tra culture diverse, in cui il vino diventa veicolo di consapevolezza, vicinanza e sostegno.
"Ogni bottiglia racchiude il lavoro e l’impegno di generazioni", spiega una delle produttrici. "Oggi vogliamo che il nostro vino diventi anche simbolo di libertà per altre donne, unendo i nostri valori a quelli di chi combatte ogni giorno per la propria indipendenza".
Nel mondo del vino, come nella società, il contributo delle donne ha aperto strade nuove e inaspettate. Dai vigneti delle Langhe ai mercati internazionali, il loro ruolo è sempre più determinante. Con questo progetto, il vino si fa testimone di resistenza e sorellanza, un messaggio che sarà condiviso anche a Vinitaly, dove la discussione su sostenibilità e responsabilità sociale nella viticoltura è sempre più attuale.
Hanno aderito all’iniziativa ventitré cantine delle Langhe, tra cui: Domenico Clerico, Sandrone Luciano, Poderi e Cantine Oddero, Conterno Fantino, Albino Rocca, Ettore Germano, Rizzi, Lalù, Adriano Marco e Vittorio, Gaudio, Francesco Rinaldi & Figli, Sottimano, Elio Altare, Giuseppe Cortese, Tibaldi, Virna Borgogno, Tenuta Carretta, Anna Maria Abbona, Giuseppe Rinaldi, Paola Sordo, Castello di Verduno, Poderi Colla e Poderi Marcarini.
"La vite resiste alle condizioni più dure e continua a crescere", racconta un’altra produttrice. "La stessa forza la vediamo nelle donne che non smettono di lottare per un futuro migliore".
Il progetto non si esaurisce con la mostra fotografica, ma si estende a dibattiti, eventi e incontri nelle scuole, per coinvolgere un pubblico sempre più ampio sui temi dell’emancipazione femminile e della giustizia sociale. Perché anche un calice di vino può diventare un simbolo di resistenza, consapevolezza e trasformazione.
La mostra R-Women, curata dai fotografi Davide Dutto e Manoocher Deghati, raccoglie settanta immagini Fine Art scattate da dodici fotografi internazionali, tra cui il vincitore del Premio Pulitzer Massoud Hosseini. Un racconto visivo potente, che porta alla luce storie spesso ignorate, offrendo un'opportunità a chi non ha voce.
L’esposizione verrà inaugurata il 9 giugno presso la Banca d'Alba, accompagnata da incontri con attivisti, conferenze ed eventi culturali.
"Questo progetto vuole far conoscere la realtà delle donne afghane, costrette al silenzio dal regime talebano", spiega Davide Dutto, curatore della mostra. "È un atto di resistenza, ma anche un invito a interrogarci sul ruolo delle donne nella nostra società. Abbiamo fatto progressi, ma la strada verso una reale uguaglianza è ancora lunga".
Gli autori della mostra
Sapori Reclusi: tra fotografia e impegno sociale
L’Associazione Culturale Sapori Reclusi, fondata nel 2010 dal fotografo Davide Dutto, nasce dall’incontro tra la passione per il cibo e la fotografia, con una forte impronta sociale.
Attraverso l’arte, Sapori Reclusi supera barriere e stereotipi, aprendo uno spazio di dialogo e scoperta. Il cibo, così come il vino, diventa un mezzo per raccontare storie, connettere persone e dare voce a chi viene spesso ignorato.
Un progetto che unisce cultura, impegno e tradizione, creando un legame tra il vino delle Langhe e la lotta delle donne di tutto il mondo.
Di Giulia De Sanctis