Cuneo, 19/06/2017.
Folla delle grandi occasioni, posti a sedere esauriti e tanta gente in piedi per assistere venerdì 16 giugno ai Magazzino Musicale Merula all’esibizione del batterista inglese Simon Phillips, che ha da poco lasciato i Toto, la longeva band americana che ha firmato decine di capolavori come Hold the line e Rosanna.
Phillips, 59 anni portati in scioltezza, presenta i brani del suo lavoro Protocol IV, ma la maggior parte del pubblico è arrivata da Piemonte, Lombardia e Liguria solo per vedere un musicista con un curriculum senza pari, ricco di collaborazioni con artisti come the Who, Jeff Beck, Jon Anderson degli Yes, Jack Bruce, Toyah, Judas Priest, Al Di Meola, Mike Oldfield (ricordate Moonlight shadow?), il cantante degli Stones Mick Jagger, per finire con Phil Collins ed Elton John.
Lo show, gratuito e organizzato dal Magazzino Musicale Merula, a Roreto, vicino a Bra (CN), non è il classico concerto. Il batterista alterna parti suonate a vere e proprie spiegazioni su come usa il suo strumento e lascia un ampio spazio alle domande del pubblico. Partenza fulminante con un brano tratto dal nuovo disco e poi il classico solo di batteria, una breve spiegazione sull’utilizzo di alcune soluzioni ritmiche prese a prestito dalla tradizione dei tamburi militari svizzeri e una lunga intervista condotta dal pubblico.
La prima domanda è su come sia entrato nei Toto: «Il celebre batterista del gruppo, Jeff Porcaro – racconta Simon Phillips – era morto improvvisamente per un infarto. I Toto avevano programmato un tour in Giappone ed erano indecisi se farlo. Ma la cancellazione del tour era troppo onerosa economicamente. Allora si sono visti a Ventura, in California, per scegliere un nuovo batterista e due di loro hanno fatto il mio nome. Mi hanno chiamato, ma io prima ho dovuto annullare molti impegni presi in precedenza. Il bello è stato che quando spiegavo la motivazione, quelli a cui davo buca mi incoraggiavano dicendomi che era un’occasione unica. Sono partito per il Giappone pensando di fare solo un tour, alla fine sono restato nel gruppo più di vent’anni».
Alla domanda sul perché fosse poi uscito dalla band, la risposta è diplomatica: «Dopo ventun anni sentivo l’esigenza di cambiare». Altrettanto diplomatica la risposta a una domanda spinosa: «Chi è il migliore?». Phillips dribbla con un paragone legato al mondo dell’automobilismo: «È come dire chi è il miglior pilota di Formula 1. Non si può. A me piacevano Alessandro Nannini, il fratello della cantante, e Alex Zanardi, ma questo è solo il mio gusto». In privato ci spiega del suo passato da pilota professionista: «Ho corso in FF1600 in Inghilterra. Avevo un Van Dieman e gareggiavo con David Sears Motorsport, poi nel team Super Nova F3000». Da tempo Simon non gareggia più per questioni di età, ma si diverte ad andare in kart e segue con passione tutto il mondo dei motori.
Il concerto prosegue con qualche brano più complicato, di genere musicale fusion, a metà fra il jazz elettrico e il rock, ma verso il finale vira decisamente verso la melodia, mettendo in risalto le caratteristiche di un batterista sicuramente virtuoso, uno dei più apprezzati a livello mondiale negli ultimi quarant’anni, ma anche capace di valorizzare la musica con il suo stile esuberante ma rispettoso, carico ma non rumoroso, divertente e melodico. Dopo due ore di spettacolo e un’altra ora passata a firmare autografi, riparte verso Madrid, penultima tappa del suo lungo tour europeo.
Il segreto del suo successo? «Considero la batteria come se fosse un pianoforte – ci spiega – La cosa importante è raggiungere un'armonia, un equilibrio nel suono».
Di Mario A. Riggio