Cambia la pista ciclabile in corso Italia: ecco come. Fiab Genova: «Non coinvolti nella decisione»

facebook.com/FIAB.Genova

Genova, 20/11/2020.

Cambia la pista ciclabile in corso Italia, questa volta definitivamente. Come? Con una nuova pista strutturata per le due direzioni di marcia, che costeggerà il marciapiede della carreggiata a mare. Questo cambiamento sostanziale, quindi, prevede un asse protetto per le bici sul lato mare. Le modifiche al progetto prevedono anche una nuova sistemazione dell’intera promenade, perché posteggi e fioriere saranno spostati al centro della carreggiata a mare.

Sull'argomento è intervenuto il Circolo Fiab Genova - Amici della Bicicletta con il seguente comunicato: "Apprendiamo dalla stampa che i circa 3 milioni di finanziamento governativo assegnati a Genova per lo sviluppo della ciclabilità urbana verranno utilizzati nella misura di 2,5 per la costruzione di una ciclabile strutturata in Corso Italia e il resto per cicloposteggi e altri piccoli interventi. La ciclabile di Corso Italia cambia, quindi, definitivamente. Aiuole e parcheggi spostati al centro della carreggiata verso Levante: probabile una sola corsia per le auto. Le due ruote costeggeranno il grande marciapiede nelle due direzioni, un nuovo volto per la promenade.

In quanto promotori della mobilità ciclistica cittadina ci sarebbe piaciuto essere coinvolti in questa decisione, ma così non è stato. Ci eravamo, peraltro, offerti di effettuare con i nostri esperti un’analisi di costi e benefici dei vari progetti di ciclabilità urbana che il comune aveva nel cassetto ma ci servivano alcuni dati che abbiamo chiesto alla Direzione Mobilità la quale non ce li ha forniti. Cosa ne pensiamo della decisione di destinare 2,5 milioni alla ciclabile strutturata di Corso Italia? La decisione è ineccepibile, in quanto si tratta di un progetto pronto che fa parte di quello più ampio della Super 11 Fiumara - Boccadasse. Tuttavia in una chiave di mobilità ciclistica urbana si interviene nel punto meno interessato da questo tipo di mobilità di tutto il tracciato. Temiamo che si continui a considerare la bici come un mezzo principalmente per lo svago piuttosto che per una forma diversa di mobilità.

È curioso, poi, osservare come i fondi destinati dal governo erano stati stornati da quelli delle ciclovie turistiche per indirizzarli a quelli delle ciclovie urbane per via dell'emergenza Covid e connessi problemi di mobilità. Noi li destiniamo alla ciclovia urbana più “turistica” di tutte e meno “urbana” di tutte.

Ciò detto, meglio una ciclabile strutturata in corso Italia che una superstrada. Tuttavia ci aspetteremmo un maggiore confronto sui progetti con riunioni periodiche con l’Ufficio Smart Mobility che non ci sono mai state salvo una informale sulla rete d’emergenza della Val Bisagno e Val Polcevera. Per quanto concerne i cicloposteggi, ben venga una parte di finanziamento per questi, siamo pieni di ciclisti che hanno paura di uscire con la bici perché non sanno dove metterla. Da considerare però che necessitano di finanziamento non solo quelli diurni a rotazione ma anche strutture dove poter ricoverare le bici per più tempo.

Infine, riscontriamo una carenza della comunicazione: non basta tracciare ciclabili, la chiave è cambiare le coscienze. Anche il silenzio comunica, la mancanza di informazioni ufficiali lascia il campo agli oppositori che possono gestire il dibattito pubblico facendo valere le proprie posizioni. Le pubbliche amministrazioni che non si occupano della comunicazione e della promozione degli interventi svolti lanciano il messaggio che le attività svolte sono marginali e di scarsa importanza".

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter