Rinascita Vita: il centro di riabilitazione per pazienti post comatosi e le loro famiglie. La storia

Genova, 20/04/2023.

Rinascita Vita è la prova che da un evento traumatico può, letteralmente, nascere un nuovo capitolo della nostra esistenza. Tutto inizia nel 1992, dopo l'incidente di Giorgio, un ragazzo di diciannove anni che, dopo lo schianto, rimane sospeso in un coma che dura nove mesi.

«Successe in corso Europa, che a quell'epoca era una strada pericolosissima», racconta Paola Tacchino, la sorella di Giorgio, «l'incidente ebbe una eco enorme a Genova sui media, il tutto esacerbato dal fatto che nove mesi prima la mia famiglia aveva già perso un altro figlio, Robertino. Proprio la mia famiglia, però, ha trasformato il dolore in qualcosa di concreto, durante il periodo del coma, dopo il risveglio e negli anni di riabilitazione che sono succeduti».

Questo lungo percorso ha portato alla fondazione dell’Associazione Rinascita Vita, che è attualmente uno dei centri di riabilitazione per pazienti con cerebrolesione acquisita e le loro famiglie più importanti a Genova, nel territorio ligure e non solo. Si trova in una bella struttura di campagna circondata dal verde, in via Porta degli Angeli, 2-4, nella zona di Belvedere a Sampierdarena.

«Tutto è nato per Giorgio. Prima la nostra vita girava attorno all'azienda di famiglia in piazza della Vittoria, con il coma tutto si è fermato, non solo per mio fratello ma anche per noi, perchè è come entrare in una specie di bolla in cui letteralmente si viene sigillati», racconta Paola.

Il coma, quarant'anni fa, era un argomento molto diverso rispetto all'epoca in cui viviamo ora, tanto da essere quasi sconosciuto, «ma noi non abbiamo permesso a Giorgio di morire», continua Paola, «mia madre Elena ha avuto il coraggio di non mollare. Abbiamo portato mio fratello a Milano, in una struttura privata e poi a Innsbruck, nello stesso reparto dov’era ricoverato Leonardo David, lo sciatore azzurro caduto a Lake Placid. Giorgio piano piano si risveglia e siamo tornati a Genova, dove abbiamo iniziato il cammino di recupero a casa, supportati da personale sanitario».

Il risveglio di Giorgio è lungo e tortuoso, dura quattro anni, ma non mancano i momenti di gioia: «celebravamo ogni piccolo risultato, con tanto di torta, come quando ha mosso per la prima volta il sopracciglio».

Sì, perchè Giorgio viene al mondo per una seconda volta, letteralmente, e la madre Elena Di Girolamo diventa un vero e proprio punto di riferimento per chi, in quel momento, si trova nella stessa situazione. A questo punto scatta qualcosa, la volontà di condividere questa esperienza e di diventare non solo un supporto morale, ma concreto ha la priorità. Con il prezioso aiuto delle figlie Paola ed Emanuela, oltre che di Bianca Costa, la fondatrice del Centro Solidarietà Genova Onlus e di Monsignor Pietro Tubino, fondatore di Caritas Genova, nel 1995 fonda Rinascita Vita.

Da questo momento si susseguono vari step. Nasce il primo programma di assistenza domiciliare, che aiuta tante famiglie che si trovano ad affrontare il coma dei loro cari praticamente da sole, poi la nascita del primo centro diurno, la prima casa famiglia a Busalla, dedicata appunto ai pazienti post-comatosi e il trasferimento definitivo nella sede attuale di Sampierdarena.

Qui oggi trovano sostegno centocinquanta pazienti, seguiti da uno staff che annovera ottanta professionistiI servizi di Rinascita Vita sono di vario genere: esiste infatti il centro diurno, che ospita attualmente venti pazienti, il servizio di residenza, con ventiquattro posti letto, l'ambulatorio, in grado di trattare sessanta pazienti alla settimana e i servizi a domicilio.

«Continuiamo a lavorare come se Giorgio fosse ancora qui. Ci ha lasciato nel gennaio del 2022, ma il suo risveglio e la vita che ha condotto dopo quel momento, contraddistinta non solo dall'amore di cui era circondato, ma anche da una qualità notevole, ci fanno andare avanti».

Come ogni struttura, anche Rinascita Vita ha bisogno di un aiuto anche e soprattutto economico. Tra le altre forme di supporto è possibile donare il 5 per mille a questa realtà, considerata una vera e propria eccellenza nel supporto ai pazienti post comatosi e alle loro famiglie.

«I nostri prossimi obiettivi più a breve termine sono l'acquisto di un nuovo mezzo di trasporto, la riparazione di due attrezzature medicali e la realizzazione di un piccola casetta che rappresenterà il luogo dove il percorso riabilitativo avrà la sua conclusione», conclude Paola. «Proprio qui vorremmo che le persone imparassero di nuovo le piccole, ma grandi, attività quotidiane e quindi tornare all’autonomia».

Sembrano piccole cose, a cui troppo spesso non diamo attenzione ma, per chi si prepara a rinascere, possono fare la differenza.

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