Genova, 16/11/2017.
I 19 km delle Mura Nuove seicentesche, i Forti genovesi e le fortificazioni situate negli antichi domini di terraferma e d’Oltremare candidate a Patrimonio dell'Umanità Unesco, dal Forte Sperone alle Mura del Peralto, da Porta Soprana, per un progetto che coinvolga anche le bellezze architettorniche fuori città.
Italia Nostra nazionale e la sezione di Genova hanno deciso di proporre, patrocinare e gestire la candidatura delle Fortificazioni di Genova a far parte della Unesco World Heritage List, in quanto Beni Culturali Territoriali di notevole significato storico, urbanistico e paesaggistico, ancora presenti - abbastanza integri - in patria e nei domini di Terraferma e d’Oltremare della Repubblica di Genova.
Dopo il riconoscimento da parte dell’Unesco il 9 luglio 2017 delle Mura di Bergamo quale patrimonio mondiale assieme ad altre fortificazioni della Repubblica Serenissima di Venezia (Peschiera del Garda, Palmanova, Sebenico, Zara, Cattaro..), Italia Nostra ritiene che Genova e le fortificazioni della Repubblica di Genova, di cui restano ampie testimonianze sul territorio ligure, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, rappresentino un patrimonio monumentale unico dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico, tale da poter aspirare anch’esso al riconoscimento Unesco.
Vale la pena ricordare che il solo sistema difensivo della città di Genova (mura, forti, torri, porte urbane, etc.) costituisce con i suoi 19 km la più lunga cinta muraria d’Europa, e nel mondo è seconda solo alla Grande Muraglia Cinese.
«La candidatura espressa dalla nostra associazione - dichiara Federico Anghelé, consigliere nazionale e della sezione di Genova di Italia Nostra - innescherà un serio processo di lavoro e di impegno, che prevediamo durare anni, per studiare, restaurare e valorizzare uno straordinario patrimonio che non riguarda solo Genova, ma numerosi altri siti che vanno da Porto Venere alla Spezia, da Bonifacio in Corsica a Tabarca in Tunisia e poi al quartiere di Pera a Istanbul, fino alle storiche colonie nell’Egeo (Chios) e nel Mar Nero (Caffa)».
Italia Nostra si propone di essere capofila di una ricerca transnazionale sulle fortificazioni genovesi finanziata dall’Unione Europea e intende costituire un gruppo di lavoro composto da studiosi e giovani ricercatori avvalendosi anche delle competenze specialistiche di un Dipartimento universitario.
La sezione genovese di Italia Nostra si è sempre impegnata per un chiaro e consapevole riconoscimento del valore storico, artistico e paesaggistico delle mura, delle porte di città e delle fortificazioni genovesi, e per questo è intervenuta presso le varie amministrazioni competenti perché non si compromettesse con interventi disorganici e casuali la straordinaria qualità dell’opera, ma fosse sempre presente un disegno unitario che considerasse e valorizzasse il sistema delle fortificazioni nel suo complesso.
In particolare, Italia Nostra Genova è intervenuta presso il Demanio perché prima di tutto fosse fermato il degrado, tenendo attivo il sistema delle acque e ripristinando la copertura dei muri, perché anche il recupero a rudere ha un valore; ha lottato perché non fossero venduti e privatizzati, quindi chiusi allo studio e alla conoscenza dei cittadini e dei visitatori, sia i forti sei o settecenteschi della Repubblica, sia le più antiche torri di avvistamento, sia gli ottocenteschi forti sabaudi costruiti all'esterno delle mura; ha lottato contro la concessione dei forti per usi incongrui, privi di motivazioni culturali e irrispettosi della storia e della sofferenza degli uomini; ha diffuso la conoscenza di questo patrimonio storico-architettonico e culturale con conferenze, visite guidate, corsi per insegnanti ed altre iniziative.
La ricerca storica paesaggistica e urbanistica sulle Fortificazioni, estese ai domini genovesi d’Oltremare, è l’occasione politico-culturale che Italia Nostra ha di riaffermare con forza gli esiti straordinari che possono derivare alla città contemporanea da un’oculata politica urbanistica di tutela e da progetti lungimiranti di restauro conservativo, ambientale e territoriale, laddove monumenti straordinari ritornino protagonisti della originaria forma urbis e della sua sostenibile proiezione nel futuro.