Genova, 03/05/2023.
La storia degli ultimi, travolti dalla guerra e stritolati dai meccanismi del capitalismo, al centro di Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht, a oltre 80 anni dalla prima messa in scena risuona più attuale che mai. Il Teatro Nazionale di Genova - che nel 1969 ha prodotto la celebre edizione con Lina Volonghi e la regia di Luigi Squarzina e nel 2002 quella con Mariangela Melato e la regia di Marco Sciaccaluga - oggi, sotto la guida di Davide Livermore, porta avanti la tradizione e al tempo stesso investe sul futuro con un nuovo allestimento del capolavoro del drammaturgo tedesco, presentato in prima nazionale al Teatro Gustavo Modena dal 9 al 21 maggio 2023.
La regia è affidata a Elena Gigliotti, 36 anni, attrice e regista formatasi a Genova, al suo attivo collaborazioni sia con compagnie indipendenti sia con i teatri stabili. Guerra, umanità, maternità, capitalismo, propaganda, collettività sono alcune delle parole chiave che hanno guidato il suo lavoro sul testo di Bertolt Brecht.
Nel ruolo principale spicca Simonetta Guarino, la cui eclettica carriera attraversa teatro, cabaret e tv. Sul palco con lei un cast cosmopolita ed eterogeneo composto da Sebastiano Bronzato, Didì Garbaccio Bogin, Aleksandros Memetaj, Andrea Nicolini, Aldo Ottobrino, Matteo Palazzo, Sarah Pesca, Alfonso Postiglione, Esela Pysqyli, Ivan Zerbinati, che oltre a interpretare i personaggi principali dà vita a una moltitudine di soldati, ufficialie civili.
Un grande corpo collettivo che si muove sulle coreografie di Claudia Monti - composizioni essenziali e sintetiche che contribuiscono all’idea di straniamento brechtiano - e canta, sostenuto dalle musiche di Matteo Domenichelli. L’artista ha rielaborato in chiave elettronica le songs di Paul Dessau che accompagnavano l’opera di Brecht e composto brani originali che alternano atmosfere rarefatte ed echi di guerra. La parte visiva dello spettacolo si avvale delle luci di Davide Riccardi e dei video di Daniele Salaris, mentre le scene e i costumi sono firmati da Carlo De Marino.
Elena Gigliotti ambienta lo spettacolo in un luogo e un’epoca indefiniti, con gli orrori delle battaglie scanditi dalle notiziedei tg, a cui si alternanocontinuamentespot pubblicitari adatti a ogni situazione, anche in tempo di guerra.«Lo straniamento voluto da Brecht si rispecchia nella nostra vita quotidiana, dove le immagini di guerra si alternano agli show televisivi e alle fiction della sera. Ci si trova a un gioioso aperitivo mentre la tv dietro di noi manda immagini tragiche» sottolinea la regista.
Madre Courage, venditrice ambulante che si sposta da un fronte all’altro per vendere la sua merce agli eserciti, sopravvive alla guerra per mezzo della guerra. Il suo carro è l’ultimo baluardo del capitalismo, è l’algoritmo che promette di soddisfare tutti i bisogni. Ma cosa determina le scelte che la portano a perdere i suoi stessi figli? L’istinto di sopravvivenza? L’ossessione per il denaro? La rassegnazione a un mondo che “così va e non va bene”? Giocando con diversi registri, Simonetta Guarino ci rivela tutta l’umana ambiguità di questa antieroina stretta da necessità contrastanti, madre di tutti i colpevoli e di tutte le vittime.
«Madre Courage e i suoi figli è un’opera invasa di gaiezza e serietà, che ci costringe a stare dalla parte di nessuno e dalla parte di tutti, a confrontarci con la guerra come evento fuori e dentro di noi» afferma ancora Elena Gigliotti.«È la consapevolezza che ogni altro da noi vive anche in noi, e che da un giorno all’altro i ruoli si rovesciano e tutto può cambiare».
Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht
traduzione Saverio Vertone
musiche Paul Dessau
regia Elena Gigliotti
con Simonetta Guarino
e in ordine alfabetico
Sebastiano Bronzato, Didì Garbaccio Bogin, Aleksandros Memetaj,
Andrea Nicolini, Aldo
Ottobrino, Matteo Palazzo, Sarah Pesca, Alfonso Postiglione, Esela
Pysqyli, Ivan Zerbinati
scene e costumi Carlo De Marino
coreografie Claudia Monti
musiche originali e adattamenti da Paul Dessau Matteo
Domenichelli
luci Davide Riccardi
video Daniele Salaris
regista assistente Dario Aita
produzione Teatro Nazionale di Genova.
Di Silvia Frattini