Genova, 22/05/2023.
Sono passati dieci anni dalla morte di don Andrea Gallo (era il 22 maggio del 2013), fondatore della Comunità San Benedetto al Porto di Genova (che porta avanti le sue 'battaglie') e nato a Campo Ligure il 18 luglio del 1928. Prete di strada, cattolico, attivista e partigiano, Don Gallo è sempre stato vicino agli ultimi, che troviamo nelle canzoni di Fabrizio De André. Per ricordarlo, lunedì 22 maggio 2023 era in programma La Città di Don Gallo, rimandata per solidarietà e vicinanza alle comunità dell'Emilia Romagna devastata dal maltempo. La sua comunità lo ricorda con una Messa alle 17 nella chiesa della comunità di San Benedetto al Porto. A luglio invece sono previsti momenti di festa a lui dedicati: #vivadongallo è l'hashtag che permette a tutti di ricordarlo in rete.
Anche il cantante di Zocca Vasco Rossi, che aveva conosciuto Don Gallo nel 2000 al teatro Carlo Felice, lo ha ricordato con un video messaggio postato sui propri canali social: "Sono passati 10 anni dalla morte di Don Gallo e a Genova la sua Comunità San Benedetto al Porto resiste, e tiene alti i propri valori. Sono sempre stato a favore e ho sempre appoggiato l’idea delle comunità aperte, che lasciano ogni giorno all’individuo la possibilità di scegliere se andare, o restare. E il non giudizio… che dà a chiunque e sempre la possibilità di riscatto. Don Gallo era speciale, la sua energia era contagiosa. Aveva quella 'genovesità' che crea ponti e non muri. Questo lo notai subito al primo giorno che c’incontrammo, e diventammo subito amici. Eravamo al Teatro Carlo Felice di Genova per una serata in onore di Fabrizio De André. Lui arrivò con gli invitati 'd'onore' - i suoi ultimi - sparsi nelle prime file… Quella sera cantare 'Amico Fragile' davanti anche a loro, per me è stata una cosa straordinaria. VIVA DON GALLO!".
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Comunità San Benedetto al Porto. "La Città di Don Gallo è rinviata per solidarietà e vicinanza alle comunità della Romagna. Il prossimo 22 maggio stavamo organizzando una giornata di festa, #VivaDonGallo per commemorare il decimo anniversario della sua scomparsa a Genova. Lunedi 22 maggio, alle ore 17, è celebrata una messa da Don Gianni Grondona, Don Claudio Ghiglione e Don Armando Zappolini con musiche e brani degli Ostinati e Contrari Zena per tutti gli amici che vorranno passare a salutarci. Era un'occasione per riunire le persone, le comunità in piazze animate da musica, pensieri e visioni, al fine di preservare la sua memoria e ravvivare progetti e idee che hanno continuato a progredire nel corso degli anni. In questi giorni e’ arrivata la tragica alluvione che colpisce l’Emilia Romagna e che ci fa riflettere sulla necessità di spostare a questa estate il nostro appuntamento di festa per senso civico e umano nei confronti di chi si trova a vivere una condizione tristemente nota anche alla nostra città.
Questa decisione è prima di tutto un gesto di rispetto e condivisione del dolore per l'Emilia Romagna, gravemente colpita dalle inondazioni, con nove vittime e oltre diecimila sfollati. A Genova, conosciamo bene questo dolore e questa paura che hanno accompagnato la nostra città per quasi mezzo secolo. I nostri cuori sono con loro. Questo evento, però, mette sempre più in evidenza la necessità di richiedere azioni concrete per un futuro climatico equo per tutti. Crediamo che quanto sta accadendo in questi giorni in Emilia Romagna, infatti, sia la diretta conseguenza di decenni di disinteresse da parte delle istituzioni e, purtroppo, anche da parte di molti, nei confronti della crescente fragilità del nostro territorio e di uno sviluppo che ha trascurato le questioni ambientali.
L'assenza di limiti e l'indifferenza verso questa situazione, anche a causa dei cambiamenti climatici che rappresentano oggi una minaccia sempre più grave per le città italiane, compresa Genova, che deve vederci tutti, giovani inclusi particolarmente coinvolti. Una volta di più, ci troviamo di fronte a un'emergenza che è la conseguenza della mancanza di politiche sulle questioni ambientali di precauzioni e prevenzione, di manutenzione dei territori e dei legami sociali. Invitiamo a riflettere su questo punto. Abbiamo bisogno di un piano nazionale di recupero e riqualificazione idrogeologica, che affronti il dissesto delle aree interne e contrasti la speculazione edilizia. È necessaria una nuova mobilitazione ecologica integrale, rivolta sia alla terra che alle persone. Non possiamo più limitarci a intervenire dopo le emergenze, dobbiamo iniziare ad agire prima, sviluppando una nuova consapevolezza di convivenza. Per queste ragioni, abbiamo deciso di rinviare la giornata di festa e memoria. Non vogliamo rimanere indifferenti. Ciò che accade intorno a noi ci riguarda sempre, anche se sembra distante".