Giornata di studi a 140 anni dalla morte di Garibaldi, eroe dei due mondi

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Lunedì19Dicembre2022

Un convegno a 140 anni dalla morte di Giuseppe Garibaldi, protagonista della storia del nostro Paese e delle vicende mondiali, dal Sud America, alla Francia, dall'impresa dei Mille, alle coraggiose iniziative per conquistare Roma capitale e un confronto importante sulla figura del generale condottiero, sulle azioni, le idee e su quella rivoluzione politica e culturale che lo hanno visto protagonista. Il circolo Europa, pane, libertà, pace organizza, lunedì 19 dicembre alle 16, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, un convegno per i 140 anni dalla morte di Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi: «Un personaggio inesauribile anche per le sue convinzioni politiche, ricche di idealità democratiche, laiche e socialiste - dice Matteo Lo Presti, giornalista e moderatore dell’evento- Il suo legame con Genova, fin dal 1833, è stato ricco di vicende, talvolta tragiche, altre trionfali e pochi mesi prima della sua morte è stato ospitato da una delle famiglie più illustri, in via Assarotti 31. Il monumento a lui dedicato, a Quarto, è testimonianza, infine, di una memoria e di una riconoscenza che, attraverso i decenni, non si è mai affievolita».

Al convegno ospitato parteciperanno la storica Gabriella Airaldi, con un intervento dal titolo “Mazzini e Garibaldi due vite parallele”; la professoressa Raffaella Ponte, presidente dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini (ANVRG) che discuterà di “Garibaldi: formazione, mito e Tradizione” e Mario Caprini, giornalista storico, con l’intervento dal titolo “Garibaldi e Carlo Max: alla ricerca del socialismo”.

Gabriella Airaldi, genovese, già docente di lungo corso presso la cattedra di Storia medievale all’Università di Genova, ed esperta della storia politica e culturale del Mediterraneo, nel suo intervento ci restituisce la visione di Mazzini e Garibaldi, e di due vite parallele: «Giuseppe Mazzini nasce nel 1805 e muore nel 1872; Giuseppe Garibaldi nasce nel 1807 e muore nel 1882- spiega la professoressa Airaldi- Vicini per età, le loro storie si incontrano nel momento in cui Garibaldi decide di aderire, nel 1833, a “La Giovine Italia”, fondata dall’esule Mazzini nel 1831. La condanna a morte del 1834 obbliga anche Garibaldi ad allontanarsi dall’Italia dove tornerà, circondato dalla fama nata dalle gloriose imprese compiute in America Latina, per collaborare con chi combatte per un’Italia unita, libera e repubblicana. Una lunga, drammatica, vicenda vede questi due protagonisti del Risorgimento battersi vicini e solidali nonostante le forti divergenze sul piano delle idee e sul piano dell’azione, che spesso li dividono. Lo si vedrà anche nelle scelte ultime compiute dall’uno, tenacemente fedele all’idea repubblicana, e dall’altro, poi definito la “spada del Regno”. Alla fine, però, tutti e due saranno delusi dall’esito del loro impegno».

Giuseppe Garibaldi: formazione, mito, tradizione è invece il titolo dell’intervento della professoressa Raffaella Ponte, fino al dicembre 2021 direttrice dell’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento e l’Archivio Storico del Comune di Genova, presidente dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini: «Le origini, la prima giovinezza e la formazione di Giuseppe Garibaldi, vengono analizzati quali fattori determinanti nell’aver contribuito a tracciare il solco entro il quale si svilupparono la vita, le gesta e la fama di colui che divenne mito ancora vivente, anzi già in giovane età. Ma il personaggio Garibaldi non va ricordato solo come l’eroe romantico e l’audace condottiero, ma anche come uno dei più precoci esempi di celebrità dell’Ottocento, destinata a protrarsi e accrescersi nel secolo successivo. Con le celeberrime “camicie rosse” combatté perché la libertà fosse patrimonio di tutti, dando avvio a quella tradizione garibaldina che - sia pure tra alterne vicende - ancora vive a 140 anni dalla sua morte».

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