Terza e ultima giornata martedì 6 giugno del ciclo di eventi Orizzonti di conoscenza con il quale il Centro Studi Colombiano si propone di collegare la figura di Cristoforo Colombo ai temi dell’attualità e alla vocazione marittima della città.
A partire dalle ore 10 il Salone del Minor Consiglio ospiterà Mari di pergamena, mari di carta, mari di bit. La cartografia nautica dal XIII al XXI secolo, a cura di Aldo Caterino, dell’Istituto Idrografico della Marina.
Ad aprire i lavori della densa giornata di contributi scientifici sarà il sindaco di Genova Marco Bucci, cui seguirà la presentazione di Carlotta Gualco, del Centro Studi Colombiano.
Le carte nautiche sono una categoria particolare di carte geografiche in cui vengono rappresentate tutte le informazioni utili all’andare per mare. Come tali, sono fondamentali per garantire la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare. In Italia, l’ente cartografico deputato alla loro produzione e al loro aggiornamento, per i mari che bagnano la penisola, è l’Istituto Idrografico della Marina che, fin dalla sua nascita nel 1872, ha sede a Genova, nell’ottocentesco Forte San Giorgio.
I primi esemplari conosciuti di carte nautiche risalgono al XIII-XIV secolo e sono di origine genovese. Il Rinascimento e l’età delle grandi scoperte geografiche, se da un lato riportarono in auge la cartografia scientifica, grazie alla riscoperta dell’opera del geografo ellenistico Claudio Tolomeo, dall’altro segnarono un notevole sviluppo della cartografia impropriamente definita portolanica, ossia la cartografia fattuale basata sulle conoscenze accumulate da generazioni di navigatori, perfezionandola via via con le nuove acquisizioni legate allo sviluppo della navigazione astronomica.
La prima globalizzazione del Seicento, e la contemporanea rivoluzione scientifica, favorirono la diffusione della cartografia a stampa, che aveva il vantaggio di essere riproducibile in un gran numero di esemplari, quindi di costare meno e, di conseguenza, di poter essere data in dotazione a un maggior numero di navi. Lo sviluppo della proiezione cilindrica a latitudini crescenti di Gerardo Mercatore permise di raccordare la cartografia fattuale con la cartografia scientifica, incentivando l’uso pratico a bordo di mappe a grande scala che facilitavano il tracciamento delle rotte.
Oggi si usano i satelliti, gli aerei, i droni e i veicoli a pilotaggio remoto non soltanto per rilevare le coste e i fondali, ma anche per studiare le caratteristiche della colonna d’acqua. Il progetto delle Nazioni Unite Seabed 2030 prevede, entro quell’anno, il completamento della mappatura dei fondali del nostro pianeta, anche con l’utilizzo dei dati forniti dalla navigazione commerciale, peschereccia e da diporto, purché acquisiti con strumenti standard e secondo regole condivise, in modo che i dati risultino omogenei.
Ecco il programma della giornata:
Ore 10-13
LA CARTOGRAFIA NAUTICA DAL MEDIOEVO AL
SETTECENTO
La cartografia nautica medievale
tra tradizione e nuove prospettive di
indagine
Carla Masetti, coordinatrice CISGE,
Università di Roma Tre
Mapas que cambiaron la imagen del
mundo
Maria Montserrat León Guerrero, Università
di Valladolid, Direttrice del Centro de Estudios de América-Casa
Colón di Valladolid
La cartografia nautica come specchio e compendio dei
viaggi e delle scoperte geografiche
Annalisa
D’Ascenzo, CISGE, Università di Roma Tre
La nuova cartografia nautica nell’età della
rivoluzione scientifica
Aldo Caterino, Istituto
Idrografico della Marina
Ore 15-17
LA CARTOGRAFIA NAUTICA NELL’ETÀ
CONTEMPORANEA
L’Istituto Idrografico della
Marina e la produzione cartografica italiana
Cosmo
Peluso, Istituto Idrografico della Marina
I sistemi di rilevamento contemporanei e il progetto
Seabed 203
Claudio Caporale, Istituto Idrografico
della Marina
Le campagne oceanografiche in Artide del programma
High North
Matteo Guideri, Istituto Idrografico
dellaMarina
Il foyer della Sala del Minor Consiglio ospiterà la mostra
Portolani e mappamondi nell’età delle scoperte
geografiche
Una decina di portolani e mappamondi,
stampati su pannelli in forex, per illustrare l’evoluzione
dell’immagine del mondo nell’età delle scoperte geografiche.