Contenuto in collaborazione con il Teatro Carlo Felice.
Genova, 13/04/2017.
Provate a entrare in libreria e a dare un’occhiata alle novità: ormai da anni, scrittori di tutto il mondo, uomini e donne, sfornano a getto continuo romanzi storici (o pseudo tali). Abbiamo studiato a scuola I promessi sposi convinti che il romanzo storico fosse un genere da dimenticare sotto il banco una volta finite le superiori. E invece ci ritroviamo circondati da nipotini – più o meno degni – di Manzoni.
Storie vere raccontate con la suspense delle trame inventate, storie false curate in ogni dettaglio come se fossero vere, storie mezze vere e mezze false per accontentare tutti, i docenti universitari e i lettori alla ricerca di evasione e avventura. A pensarci bene, non dovremmo essere troppo stupiti di questo successo, perché si tratta di una vecchia storia: l’opera lirica, come sempre, ha anticipato i tempi, alla faccia di chi la giudica una forma d’arte sorpassata e inattuale.
Il Don Carlo di Verdi, in scena al Teatro Carlo Felice da venerdì 21 aprile alle ore 19, potrebbe essere la versione teatral-musicale dell’ennesimo romanzo storico scritto oggi. Verdi sapeva benissimo che si trattava di una vicenda fasulla. Ma sapeva anche che la finzione, in arte, può contenere più verità della verità vera. E per questo si innamorò del Don Carlos, Infante di Spagna di Friedrich Schiller, da cui è tratto il libretto, di cui disse: questo dramma splendido per forma e concetti.
Nella realtà storica dei fatti, Filippo II, re di Spagna (siamo verso il 1560), fa incarcerare il figlio Carlo perché debole di mente e incapace di diventare principe ereditario: una triste e disumana vicenda di realpolitik dell’epoca. Nell’idealizzazione romanzesca, invece, Carlo si oppone al padre su due versanti cruciali: amore e politica. È innamorato, ricambiato ma senza speranza, della matrigna Elisabetta di Valois (un tempo promessa a lui) e appoggia gli indipendentisti delle Fiandre, che si stanno ribellando al dominio spagnolo.
Da povero demente, al massimo un po’ ingombrante, Carlo diventa insomma una grande figura destabilizzante, pericolosa per il potere imperiale: per capire come gestirla e arginarla, Filippo si rivolge addirittura al Grande Inquisitore, in una memorabile scena che non è solo un dialogo tra due personaggi, ma il confronto ideologico e morale tra due istituzioni, lo Stato e la Chiesa. Tutto storicamente falso, ma, appunto, capace di spiegare la verità di un momento storico più della cronaca reale: forza dell’arte, che è quel mondo in cui la fantasia supera la realtà…
La musica composta da Verdi per questa vicenda di amore e potere, religione e laicismo, è tra la sue più coinvolgenti e potenti: quattro atti di melodramma allo stato puro. Affidate a un giovane e brillante direttore, Valerio Galli. Per i protagonisti del Don Carlo ci vogliono voci importanti. Ed ecco che sul palcoscenico del Carlo Felice saliranno Riccardo Zanellato (Filippo II), Aquiles Machado (Don Carlo), Franco Vassallo (Rodrigo), Marco Spotti (Il Grande Inqusitore), Svetla Vassileva (Elisabetta di Valois), Giovanna Casolla (Eboli).
La regia (che si avvale delle scene e dei costumi di Maurizio Balò) è di Cesare Lievi, che legge il Don Carlo anche alla luce della sua sensibilità di poeta e drammaturgo, oltre che di regista. Uno spettacolo da non perdere, frutto di una coproduzione tra Teatro Carlo Felice, Teatro Regio di Parma e Auditorio de Tenerife Adán Martín. Repliche fino al 2 maggio.
Don Carlo
Opera in quattro atti
libretto di Achille De Lauzières Angelo Zanardini
musica di Giuseppe Verdi
Direttore d’Orchestra, Valerio Galli
Allestimento in coproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice, Fondazione Teatro Regio di Parma e Auditorio de Tenerife “Adán Martìn”
Regia, Cesare Lievi
Assistente alla regia, Ivo Guerra
Scene e costumi, Maurizio Balò
Assisitente ai costumi, Marianna Carbone
Luci, Andrea Borelli
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Franco Sebastiani
I cast nelle singole date
Filippo II, Re di Spagna, Riccardo Zanellato
Don Carlo, Infante di Spagna, Aquiles Machado, Naoyuki Okada
Rodrigo, Marchese di Posa, Franco Vassallo – Mansoo Kim
Il Grande Inquisitore, Marco Spotti
Un frate, Mariano Buccino
Elisabetta di Valois, Svetla Vassileva – Irene Cerboncini
La principessa Eboli, Giovanna Casolla
Tebaldo, Marika Colasanto
Conte di Lerma, Didier Pieri
Deputati fiamminghi, Ettore Kim, Roberto Maietta, Enrico Marchesini, Stefano Marchisio, Daniele Piscopo, Stefano Rinaldi Miliani
dal 21 aprile al 2 maggio 2017
21 aprile h. 19.00
26 aprile h. 19.00
30 aprile h. 15.30
2 maggio h. 15.30