Artemisia Gentileschi: a Genova la mostra di Palazzo Ducale che celebra coraggio e passione

«Sono estremamente grato a chi ha offerto alla nostra città questa importante occasione: la società Arthemisia che ha prodotto la mostra; Palazzo Ducale che la ospita e tutto il suo staff che ha lavorato alprogetto con la consueta professionalità; i curatori che, insieme a molti studiosi, hanno fatto un lavoroegregio arricchendo la conoscenza di tutti noi.A tutti noi genovesi, e ai molti ospiti da fuori che questo appuntamento sarà capace di chiamare a Genova, non resta che approfittarne», dchiara il sindaco di Genova Marco Bucci.

«Il destino ha voluto che Artemisia Gentileschi avesse già nel proprio nome un preciso indizio di ciò chesarebbe stata; come Artemide, infatti, fu coraggiosa, intraprendente, alfiera di una attività tipicamente maschile eppure, proprio come la dea della caccia, legata per sempre alla sua femminilità. La violenza che ha subito è fatto notissimo, ma sarebbe un torto identificare Artemisia con quell’atto brutale, così come lo sarebbe oggi nei confronti di tutte le donne che vivono ogni giorno questa tragica esperienza. Esse sono ben altro, Artemisia è ben altro. È artista complessa e appassionata, moderna e innovatrice; questa mostra la indaga attraverso il confronto col padre, quell’Orazio pittore così importante per le vicende artistiche di Genova, ma anchegenitore oppressivo e complicato nei rapporti con la talentuosa figlia. È come se tra i due, all’improvviso, tra le sale di Palazzo Ducale, si fosse acceso un fitto colloquio incui le opere sono parole, ora sussurrate, ora urlate; il visitatore non potrà che soffermarsi a guardare ead ascoltare questo straordinario racconto.Il nostro grazie va a chi ha contribuito alla realizzazione di questa esposizione, da Costantino D’Orazio, curatore del progetto, ad Arthemisia Arte e Cultura, che ha ideato e realizzato la mostra per Palazzo Ducale proseguendo una linea di collaborazione da sempre stimolante e di successo », commentano Giuseppe Conte, presidente della Fondazione Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Serena Bertolucci, direttore Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

Questa mostra  intreccia vicende umane, rivoluzioni pittoriche, aneddoti e pensieri di una vivace ed intraprendente comunità artistica, che nel primo Seicento ha attraversatol’Italia e si è avventurata in Europa, diffondendo le novità caravaggesche, lo spirito della Controriforma e uno sguardo sulla realtà del tutto inedito. Ne hanno giovato molti pittori genovesi, come Domenico Fiasella – che conosce e lavora con Orazio - Gioacchino Assereto e Bernardo Strozzi, che in questa mostra, grazie al lavoro di Anna Orlando, aprono una interessante finestra sul panorama genovese dell’epoca, in perfetta corrispondenza con le novità che stanno esplodendo a Roma.

 «La forza di questa mostra è equamente divisa tra i grandi capolavori realizzati dall’artista, che ci fannoimmergere nella potenza dell’arte e nella sua forza emozionale, e il racconto di una donna diventata simbolo della lotta contro la violenza. Sicuramente sarà un’occasione unica per Genova e per la Liguria di esplorare in maniera esaustiva la vita e la carriera di una pittrice che ha lavorato anche presso cortiprestigiose, come quelle di Carlo I d’Inghilterra, dei Medici o dei Borbone, e che è stata un’icona femminista in grado di affermarsi professionalmente e come donna lottando contro la violenza, quella subita da Agostino Tassi, pittore, amico del padre e suo insegnante », commenta Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria.

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