Domenica 19 novembre, in occasione della tradizionale Festa di San Carlo Borromeo, patrono di Voltri dal 1649, torna la fiera di San Carlo (in piazza Gaggero, piazza Villa Giusti, vico Genovese e vico Tiro) dalle 8 alle 20. La fiera, organizzata lo scorso 5 novembre, era stata annullata a causa del maltempo
Durante la Fiera di S. Carlo saranno presenti circa 100 banchi di dolciumi e merci varie. Le celebrazioni religiose si svolgeranno presso la Chiesa di Sant'Erasmo.
«Ho fortemente voluto, dopo condivisione con le associazioni di categoria, recuperare la fiera di San Carlo, annullata per il maltempo lo scorso 5 novembre, ritenendo questo appuntamento fieristico che rappresenterà l'ultimo dell'anno prima delle Fiera di Natale molto importante- dichiara l’assessore al Commercio e Tradizioni cittadine Paola Bordilli-sarà una giornata all’insegna della tradizione sacra e religiosa, che affonda le sue origini nella storia del territorio ponentino, ma anche un’occasione per tutti i cittadini di fare acquisti tra i 100 banchi della fiera, che continua nel tempo a mantenere una propria identità da riscoprire e valorizzare».
La festa è molto sentita dai cittadini della delegazione ponentina ed ha origini antichissime: San Carlo nacque ad Arona nel 1538, nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, da una nobile famiglia. Divenne cardinale a soli 22 anni e dal 1563 si occupò, in qualità di vescovo, di una Diocesi vastissima in Lombardia, Veneto, in territorio genovese e svizzero. L’attività della sua pastorale mirò alla cura ed all’attenzione verso le condizioni dei suoi fedeli, fondò seminari, ospizi ed ospedali, si occupò della formazione del clero e dell’assistenza economica dei poveri, utilizzando per tale scopo le ricchezze della sua famiglia. A soli 46 anni, nel 1584, morì di peste a Milano, dopo aver assistito personalmente i malati durante la terribile epidemia del 1576.
Anche Voltri, nel 1649, fu colpita da una vasta epidemia di peste, che provocò molti morti ed i cittadini chiesero di proclamare S. Carlo Borromeo quale patrono della delegazione, nella speranza che la sua divina protezione placasse il flagello. La peste scemò, il numero dei morti cominciò a diminuire ed i Voltresi interpretarono tutto ciò come l’intervento benevolo del Santo nei confronti della loro comunità. Da allora si rivolgono a San Carlo per ottenere protezione dalle calamità che spesso, negli anni, hanno colpito la zona.
In onore del Santo fu edificato, sulle alture della delegazione ponentina, l’Ospedale S. Carlo, grazie al contributo in denaro della comunità.