Dal volume della voce passiamo ai volumi riposti da secoli sugli scaffali della biblioteca. Ci spostiamo infatti per passeggiare tra gli scaffali di quello che assomiglia ad un ambiente visto in decine di film ambientati in conventi nascosti tra monti innevati, ma qui è tutto reale. Pagine e pagine che custodiscono nozioni di teologia, filosofia, erboristeria e scienza. «In particolare qui custodiamo una lettera scritta a mano dalla nostra fondatrice, Santa Teresa d'Avila, di cui conserviamo anche un dipinto e un Antico Testamento, risalente al 1629, con traduzioni a margine in lingue diverse, tra cui greco, latino, arabo e caldeo, altrimenti detto aramaico».
Frate Ezio si muove tra gli scaffali mostrandoci infine la sezione dei libri all'indice, chiusi dietro a delle grate: «Erano quelli proibiti ai cristiani, ma gli studiosi di teologia li potevano consultare, sempre chiedendo prima il permesso al priore, per conoscerli e quindi contrastare le eresie».
Il tour è quasi terminato, ma prima attraversiamo il chiostro del pozzo, ancora perfettamente funzionante, che raccoglie l'acqua utilizzata per irrigare gli orti perchè, come dice Frate Ezio «questo non è un museo, ma un luogo in cui tutto ha un uso, dove anche gli ambienti più antichi sono vissuti in chiave quotidiana» e il chiostro dei limoni, un giardino silenzioso che in tarda primavera si colora di giallo, avvolto in una fragranza agrumata.
Salutiamo Frate Ezio, un vero fiume in piena di sapere e attitudine social, con la consapevolezza di aver capito che ciò che sempre più andiamo cercando, ossia il benessere fisico e mentale, ma che a volte diamo per scontato ha radici antiche, da custodire e rispettare.
Di Paola Popa