Genova, 27/02/2024.
Genova nasconde delle vere e proprie perle, ormai è risaputo. Tutti siamo ormai abituati alla bellezza delle nostre spiagge, a pochi kilometri dalla città, ma anche delle nostre alture, quando non addirittura delle nostre montagne che formano i primi tratti dell'Appennino, direttamente a picco sul mare.
Queste sono perle classiche, nella loro bellezza piuttosto conosciuta e dai canoni perfetti per gli scatti social più glamour, ma ci esistono anche perle più grezze, più ruvide e dall'aria anche forse un po' abbandonata, ma non per questo prive di fascino.
Una di queste è senza dubbio la grande Cava che si trova tra il Forte Richelieu e il Forte Monteratti, due delle fortificazioni orientali della città. Si tratta di un luogo quasi lunare, selvaggio, perfetto per un set di un film distopico, tra rocce di un color grigio pallido, ma che con il sole diventa brillante. Qui tutto è lasciato al trascorrere del tempo che passa inesorabile, testimonianza di una Genova che non c'è più, ma che non smette di affascinare. La Cava, anche se sarebbe più consono chiamarla ex Cava, fino al 1985 riforniva infatti la materia prima per la produzione di cemento allo stabilimento Italcementi, in Val Bisagno.
Si può arrivare qui abbastanza facilmente, sia con i mezzi pubblici, sia in macchina. Se si prende il bus basta scendere al capolinea del 67, direzione da Piazza Giusti verso Camaldoli, se si opta per la macchina è necessario impostare Google Maps in corrispondenza dell'Istituto Piccolo Cottolengo Di Don Orione (si consiglia di parcheggiare poco prima o nelle immediate vicinanze).
A questo punto si oltrepassa la catena a destra del Cottolengo Don Orione e si prosegue sempre dritti su di un sentiero ampio e comodo. Prima di arrivare alla ex Cava, poco dopo l'imbocco del sentiero, è possibile fare una piccola deviazione verso destra, per visitare Forte Richelieu. Purtroppo, come la maggior parte delle fortificazioni alle spalle della città di Genova, lo stato di abbandono è tristemente evidente, anche se, essendo vietato l'accesso al pubblico alla parte interna, il forte e il suo ponte levatoio sono piuttosto ben conservati, inoltre da qui la vista sulla città è incantevole. L'unica nota dolente è la grande antenna che svetta a pochi centimentri dalla facciata della fortificazione ma, tutto sommato, aggiunge al paesaggio un tocco industrial che non stona. Il forte si trova sulla collina di Camaldoli, è stato costruito tra il 1747 e il 1809, è intitolato al maresciallo omonimo e nella metà del diciottesimo secolo fungeva da baluardo nel periodo in cui Genova era minacciata dagli austro-piemontesi, belligeranti con Francia e Spagna e interessati agli sbocchi liguri sul mare.
Per raggiungere la ex Cava, da qui, è meglio tornare indietro verso il sentiero principale, comodo e praticamente privo di difficoltà o esposizioni. Nel caso si volesse costeggiare Forte Richelieu, lasciandolo alla propria destra, si percorrerebbe un tratto molto affascinante, disseminato di batterie risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma sarebbe comunque necessario tornare sul sentiero principale, questa volta in maniera però non troppo agevole, quindi meglio scendere nuovamente e raggiungere la Cava senza troppe deviazioni.
Dopo circa un quarto d'ora di cammino ecco la ex Cava, con il suo fascino lunare. Se si capita da queste parti in una giornata di meteo variabile i giochi di luce sono veramente affascinanti, soprattuto se il grande lago, in realtà un grosso avvallamento del terreno che normalmente è secco, si riempie di acqua piovana. A sinistra del lago sono visibili ancora strutture di servizio in cemento, oggi ricoperte di graffiti, a destra un grande arco nella roccia. Se lo si attraversa non si giunge su nessun sentiero secondario, ma è il luogo perfetto per degli scatti fotografici. Di fronte al lago, invece, si staglia una grossa parete, che spesso viene utilizzata come palestra di roccia, mentre tutto attorno è possibile incontrare ciclisti impegnati in acrobazione. Insomma, ce n'è per tutti i gusti!
A questo punto l'escursione potrebbe essere terminata, ma se ci si lascia il lago della ex Cava alla propria destra, si incontra il sentiero che conduce in circa un'ora di cammino alla sommità del Monte Ratti e all'omonimo forte. Il percorso è semplice, anche se leggermente in salita ed è caratterizzato da larghi tornanti che salgono verso la cima, in un'alternanza tra passaggi in un fitto bosco e punti più panoramici, verso la città. Non ci sono particolari difficoltà, ma in caso di pioggia nei giorni precedenti l'escursione, le foglie e il fango rendono la camminata poco agevole e piuttosto scivolosa. Alla fine del sentiero ecco sorgere il Forte Monteratti, che fu edificato tra il 1831 e il 1841 dal Governo Sabaudo, per difendere dagli assedi nemici proprio questo rivilievo, che si trova ad un'altezza modesta, poco meno di seicento metri sul livello del mare, alle spalle di Marassi e Bavari. Si tratta di un'imponente struttura lineare, completamente costruita in pietra, la cui facciata principale guarda direttamente alla città. L'interno è visitabile, anche se in stato di totale abbandono, tra vegetazione selvatica e strutture in rovina. Sulla strada del ritorno si possono trovare i resti di una struttura cirolare in pietra, da cui si gode una vista mozzafiato di Genova e del Monte Fasce.
Per tornare indietro si percorre esattamente il percorso a ritroso, oltrepassando nuovamente la ex Cava, ma tralasciando totalmente Forte Richelieu, per poi fare ritorno al capolinea del bus numero 67 oppure alle macchine parcheggiate lungo la via che porta all' Istituto Piccolo Cottolengo Di Don Orione. L'intero percorso è di circa 10 km, con un dislivello di circa trecento metri, senza particolari difficoltà.