Questo è stato quindi il primo step, a cui ne sono seguiti molti altri, dettati dalla comunanza di intenti e idee di Federica e del Ce.Sto, sicuri che la partecipazione delle persone che vivono in un territorio sia fondamentale, ma non in un'ottica di passività, della mera erogazione di un servizio, piuttosto in una contribuzione: «Sono concetti molto diversi», ci spiega Federica. «Se tu sei dentro a questo servizio e hai la possibilità di parteciparvi lo vivi meglio, perché lo conosci meglio; per questo reputo che l'informazione sia fondamentale. I Giardini Luzzati hanno voluto essere questo: la manifestazione della possibilità di poter creare un'intersezionalità di ambiti, di target, di quelle che un tempo si chiamano classi sociali - legate quindi alle possibilità economiche - basati sull'incontro e sulla conoscenza reciproci».
Senza perdersi in retoriche che esaltano un idillio poco veritiero, l'obiettivo è questo: la convivenza pacifica dentro ad un aspetto urbano, dove le vulnerabiità vengono minate il più possibile. Ma come si mette in pratica tutto cio? Vediamolo insieme: «La maggior parte delle attività che svolge la cooperativa sono servizi alla persona, nei centri per migranti, per coloro che si trovano senza una dimora, lavoriamo inoltre con i minori stranieri non accompagnati. Abbiamo cercato di rendere manifesti questi serivizi sociali, cercando anche di togliere quel velo di diffidenza che li circonda, a questo abbiamo unito un vero e proprio presidio del territorio, che ci aiutasse a studiare meglio i movimenti e la realtà del tessuto sociale che forma il Sestiere del Molo. Si tratta di un bar!»
Può sembrare strano, ma in realtà non lo è: il locale che si trova nella piazza dei Giardini Luzzati, è il punto in cui molti passano, aperto molte ore al giorno, dove però la consumazione non è il reale core business, ma solo uno dei tanti elementi che lo caratterizzano e che lo rendono un aggregatore di uno spazio che può essere vissuto in maniera molto più ampia, perché qui è possibile studiare, leggere, lavorare, incontrarsi , ballare, suonare e tanto altro. Il primo scambio, quindi, non è né monetario, né commerciale, ma il dialogo.
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