Dalla cima di questa collina si vedono effettivamente tutti i grandi capannoni commerciali che ospitano ad esempio Ikea, Decathlon e Amazon, oltre che il Ponte San Giorgio. Tutto sembra estremamente vicino ma, allo stesso tempo, anche lontano, cullati dal fruscio delle foglie mosse dal vento e dal rumore delle zappe che smuovono la terra, con vigore, ma anche con quella lentezza che sa di antico e che, in qualche modo, riporta alle origini.
«Questo luogo esiste solo ed esclusivamente grazie alla volontà proprio di Andrea Pescino», continua Valentina. «Ci sono stati tempi, quando lui era ancora con noi, in cui qui lavoravano dalle trenta alle sessanta persone al giorno, sembrava un giardino fiorito. Sono arrivata qui dall'Inghilterra nel 2015, dove avevo fondato una cooperativa che si occupava di agricoltura sociale e di recupero di aree verdi abbandondate, che trasformavamo poi in orti didattici. Qui ho trovato la naturale prosecuzione del mio progetto inglese, lontano da un clima che non posso certo definire adatto alla crescita di alcune specie, così ho deciso di tornare a casa!».
Gli anni sono passati, ma l'Orto Collettivo non ha certo perso il senso di iniziativa, sia qui a Campi, su questa collina dove un tempo di produceva la Bianchetta, sia in Valpolcevera e in Valbisagno. Sono infatti parecchi i progetti itineranti attualmente in essere o in progress: «La manutenzione del territorio è sempre il nostro obiettivo principale e ci avvaliamo dell'aiuto di persone che con noi fanno attività di restituzione sociale, grazie alle nostre convenzioni con il Comune e il Tribunale. Il loro è quindi un percorso di riabilitazione sociale, che ha grandi benefici sia per la comunità, sia per i singoli convolti. I terreni diventano così luoghi perfetti per iniziative rivolte alle famiglie e ai più piccoli».
Una giornata in campagna, tutti insieme, ha un valore terapeutico. Lo sa bene anche Riccardo Arata, fotografo e volontario dell'Orto Collettivo, che si occupa di coltivare le terrazze e di creare un ambiente confortevole per chi vuole riavvicinarsi alla natura. Cammina scalzo tra i terreni, con la stessa facilità con cui normalmente noi corriamo da una parte all'altra della città, indossando le nostre comode sneaker. Lo troviamo insieme a Fabio, un chimico di professione, che ha deciso di arricchire le sue giornate trascorse in laboratorio, coltivando la terra. «Qui accolgo le persone, i Messi alla prova, i bambini», ci racconta Riccardo. «Durante i laboratori dedicati ai più piccoli faccio camminare scalzi anche loro, lungo il percorso tattile sensoriale che preparo con materiali totalmente naturali. Inoltre mi occupo dell'inserimento delle varie colture e dei trapianti».
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