Ne vorrei ricordare in particolare due: il teatro-terapia di Anna Solaro che con il Laboratorio Stranità al Teatro dell’Ortica di Genova ha operato fin dagli anni ’90 al fianco di chi si confronta nel quotidiano con disturbi ed emarginazione, il suo laboratorio rivoluzionario Versi di cura, nato nel 2023 per sostenere pazienti oncologici (premo Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) e la forza propulsiva e consolatoria con cui ha saputo condividere la sua vicenda personale dentro la malattia fino agli ultimi momenti, narrandola con impareggiabile umana vivacità, poeticità ma anche sincerità su Facebook prima e poi resa disponibile in un volume dal titolo Ho messo gli stivali gialli. Appunti da un viaggio che non volevamo fare (Il Canneto editore).
Mi torna in mente anche un altro percorso, nel 2017, al Teatro della Tosse, una rassegna di 5 spettacoli articolata proprio sul tema della morte dal titolo Passaggi - sguardi sulla morte, sostenuta dal dottor Michele Gallucci, direttore della scuola italiana di medicina e cure palliative e dirigente dell'Hospice Maria Chighine, dell'ospedale San Martino di Genova e dall'associazione Braccialetti Bianchi. In quella rassegna, oltre alla meraviglia proposta dalla compagnia berlinese Familie Flöz, con il loro Infinita, un inno ai momenti di passaggio, un’altra straordinaria produzione, sempre per interpreti e maschere, sempre senza parole, chiudeva la rassegna, Sulla morte senza esagerare, (ideazione e regia di Riccardo Pippa), della compagnia Teatro dei Gordi, che ha poi girato con buona fortuna. Il titolo riprendeva un verso di una poesia sulla morte, appunto, di Wislawa Szymborska.
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