Da vivi. Il miracolo della finitezza: incontro al Suq

C’è dunque una doppia sfida perché se il tema è difficile, trovare spazi di dialogo, di condivisione, incontro e partecipazione può esserlo ancora di più. Nell’anno trascorso a Prato, proprio questo si è configurato: una vasta partecipazione della comunità, “hanno partecipato tantissimi cittadine e cittadini e chiedono di continuare”, racconta Sirianni e sono state proposte una varietà di azioni per attivare il tema, ma soprattutto per animare un confronto interattivo tramite conferenze, assemblee, incontri, pratiche teatrali e spettacoli realizzati anche grazie a una lunga lista di partner – tra cui: AFT Campi Bisenzio – Aggregazione Funzionale Territoriale, Associazione islamica Firenze e Toscana, Associazione La Stanza Accanto, Azienda USL Prato – Cure palliative Prato e Pistoia, Azienda USL Prato – Hospice Fiore di primavera, CNAI Toscana – Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i, FILE – Fondazione Italiana di Leniterapia, Fondazione Sandro Pitigliani, Fondazione Theodora Onlus, Fraternita di Misericordia di Carmignano, LILT Prato – Lega Italiana Lotta ai Tumori, Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura, Ospedale Santo Stefano di Prato – Reparto di Oncologia, PIN Prato Università degli Studi di Firenze/Scuola di Architettura/Corso di laurea di Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio/corso di Antropologia urbana e rurale, Pubblica Assistenza di Signa.

“Ci stanno chiedendo di esportare dei pezzi del progetto, vedremo cosa accadrà”; tra questi “pezzi” figurano appunto tanti percorsi diversi che hanno puntato ad alternare le voci di cittadine e cittadini a quelle di figure esperte, momenti di scambio e possibilità di approfondimento tra contenuti teorici e prassi teatrale, per alimentare una polifonia capace di intercettare le esigenze diverse a livello individuale di un’intera comunità e “offrire, con delicatezza, più punti di vista possibili sull’oggetto di questo occultamento emotivo e culturale”.

Ci auguriamo che questa virtuosa bolla possa trovare respiro per espandersi e che “il patto di ospitalità, che è la parte più politica”, trovi ascolto e possa migrare toccando altri territori.

Di Laura Santini

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