Ten to Six: il cortometraggio di Alessio Rupalti sull'importanza della prevenzione del tumore al seno

Genova, 15/10/2024.

Da Genova a Londra, per inseguire un sogno. Se dovessimo dare un titolo alla storia che vi stiamo per raccontare questo, probabilmente, sarebbe quello giusto. 

La storia è quella di Alessio Rupalti, regista genovese che, attualmente, vive nella capitale inglese e lavora come regista. Lo abbiamo incontrato seduti ai tavolini di Tazze Pazze, bar tra le vie del centro storico di Genova che, per Alessio, significa casa e inizi, perchè proprio uno dei primi cortometraggi da lui girati, vantava tra gli attori uno dei titolari del locale. I vicoli, poi, sono uno dei tanti luoghi del cuore di Alessio, perchè si può dire che anche tra i caruggi sia nata la sua passione per il cinema.

«Avevo solo diciassette anni», ci racconta Alessio, «sembra passata una vita!». Effettivamente, di acqua sotto i ponti, ne è passata parecchia. Per rimanere in tema potremmo parlare di quella del mare della nostra città che, secondo il giovane regista, «dona a Genova quella luce tutta particolare» e poi quella del Tevere e del Tamigi.

Rupalti ha vissuto infatti a Roma per qualche anno, città che lo ha accolto per muovere i primi passi da adulto e da regista, prima di trasferirsi a Londra dove, attualmente, sta lavorando ad un progetto cinematografico che parla di prevenzione, in particolare quella del tumore al seno

«Il titolo del cortometraggio è Ten to Six ed è la storia di un uomo anziano, che trascorre la sua vita pentendosi di non aver fatto abbastanza per salvare la vita della moglie, colpita da questa malattia», racconta Alessio.

La ricerca scientifica ha fatto passi avanti e - anche se le parole tumore al seno fanno ancora molta paura - attraverso la ricerca e soprattutto la prevenzione, le probabilità di guarigione sono sempre più alte. Senza spoilerare troppo, possiamo dire che il significato di Ten to Six è proprio questo. «Dopo alcune vicende personali ho capito che il cinema non è solo intrattenimento, ma anche un veicolo per poter trattare di temi importanti e credo che quello della prevenzione non sia da meno»

«Come ogni progetto che si rispetti, anche quello della produzione di un cortometraggio prevede la necessità di finanziamenti», continua Rupalti. «A questo proposito ho avviato un crowdfundind (qui il link per sostenere Ten to Six). Anche una donazione piccola potrà fare in modo di realizzare il mio obiettivo. Nel frattempo abbiamo già aperto i casting e abbiamo già ricevuto un miglialio di candidature, inoltre stiamo facendo i sopralluoghi, a Londra, per trovare le location più adatte».

Londra, infatti, sarà la città che farà da teatro ai set del cortometraggio. Cosa c'è nella capitale inglese che ha attirato Alessio e che lo ha portato a decidere che sarebbe stata la sua seconda casa? «Londra è multiculturale, è dinamica, si respira una libertà che ancora qui facciamo fatica a mettere in pratica. Quando sono là, però, ovviamente Genova mi manca. Mi manca la sua luce».

Genova, tra l'altro, è sempre stata considerata la città italiana più british: «Sono d'accordo, ci sono alcune similitudini tra noi genovesi e i britannici. Entrambi amano le proprie radici, ne sono anche un po' gelosi, ma vivono comunque in due città aperte e multietniche»

Ci lasciamo con un'ultima riflessione, sull'insegnamento più prezioso che Alessio Rupalti ha ricevuto dal mondo del cinema e che si porta dietro nella vita di tutti i giorni: «Aver capito l'importanza della determinazione, che è fondamentale per inseguire e realizzare i propri sogni, che ormai io chiamo semplicemente obiettivi»

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