Tante storie, dicevamo, accadute molto tempo fa, ma che sono più attuali che mai, come quella di Elvira Turbiglio, una delle prime vittime riconosciute di stalking, uccisa nel 1891 in via Balbi da un giovane ossessionato da lei, che le sparò alcuni colpi di pistola. La sua tomba non ha grande valore artistico ma, sicuramente, ciò che rappresenta il grave fatto che portò alla morte questa giovane ragazza, non può e non deve passare inosservato, soprattutto ai giorni nostri.
Giorni in cui le notizie relative ai crimini diventano quasi pane quotidiano per gli spettatori della Tv o per gli appassionati di true crime, che ascoltano i podcast per conoscere nei dettagli ciò che è accaduto alla vittime e ai carnefici. Uno dei primi delitti mediatici è sicuramente quello che ha rubato la vita del piccolo Italino Iacomelli, di soli 5 anni, nel 1925. La statua che segnala la sua tomba si trova vicino al mausoleo di Giuseppe Mazzini ed è in bronzo. Rappresenta un bambino che gioca con un cerchio, un tipico giocattolo degli anni Venti, dietro di lui due grosse mani spuntano dal terreno, cercando di ghermirlo. Un folle, infatti, lo scaraventò improvvbisamente dalle mura di salita Carbonara, mentre Italino giocava sereno. Tutta la città rimase sconvolta, il criminale rischiò il linciaggio e i giornali dell’epoca coprirono la notizia con numerosi articoli. Pochi giorni prima del delitto, il criminale si presentò dalle forze dell'ordine, convinto di aver già commesso il fatto, non venne creduto e fu liquidato in fretta. Pochi giorni dopo mise in pratica il suo sogno, o meglio incubo: una trama fin troppo comune, tra le notizie di cronaca nera a cui siamo abituati oggi.
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