Contenuto in collaborazione con Musei di Genova
Genova, 31/10/2024.
Riapre venerdì 1° novembre 2024, il Museo Giannettino Luxoro nel polo museale di Nervi. Chiuso per ragioni di sicurezza dall'estate del 2016, il museo riapre le porte dopo l'intervento sull'impiantistica e i lavori di restauro che hanno interessato tutte le parteti del piano terra, tutti gli orologi, alcuni tessili, il lampadario e gli arredi lignei. Genova ritrova, così, un altro luogo della cultura.
Il Museo Luxoro è un raro esempio di museo-dimora, costruito e allestito per volontà di una famiglia alto borghese: costituisce, per tipologia, il solo esempio genovese perfettamente conservata. Pensato fin dall'inizio come prezioso contenitore per le raccolte artistiche acquisite a partire dalla seconda metà del XIX secolo dai Luxoro, sorge all’interno dei parchi di Nervi, insieme alla GAM Galleria d'Arte Moderna, le Raccolte Frugone e alla Wolfsoniana.
I fratelli Giuseppe, Pietro e Matteo Luxoro, discendenti di un’antica famiglia genovese e nipoti del celebre pittore Tammar Luxoro, coltivarono assiduamente la passione per l’arte e il collezionismo durante tutta la loro vita. Committenti e proprietari della villa che ospita le loro raccolte, decisero di donarla d’arte al Comune di Genova nel 1945, insieme a tutte le opere, affinchè fosse trasformata in un museo pubblico intitolato alla memoria di Giannettino Luxoro, unico figlio di Giuseppe e unico nipote, prematuramente scomparso durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel museo Luxoro sono conservate circa 2.500 opere, tra dipinti, disegni, stampe, libri, orologi, oggetti in metallo, ceramiche, tessuti, mobili, arredi in legno e statuine presepiali. Dietro esplicita indicazione del legatario, l'allestimento ha conservato intatte le originarie destinazioni d'uso dei vari ambienti, creando così una contestualizzazione dei beni culturali disseminati nel percorso di visita, per offrire l'impressione di essere ospiti all'interno dell'abitazione di un collezionista d'arte ottocentesco la cui predilezione di orientava verso l'arte del XVIII e XIX secolo.
Dei nuclei pervenuti al Comune di Genova, insieme alla villa, nel 1945, rivestono particolare importanza per qualità e la rarità dei pezzi la collezione presepiale (opere databili tra XVII e XIX secolo, tra gli autori: Pasquale Navone), la raccolta di orologi (XVII-XIX secolo, comprendente un gruppo di rari Notturni databili alla fine del Seicento, tra cui esemplari della bottega del Campani), la quadreria (Carbone, Alessandro Magnasco, Vaymer, Mulinaretto, Peruzzini, Travi, Tavella), la collezione di mobili (secolo XVIII, ebanisteria genovese), le ceramiche (porcellana cinese secolo XVIII, maiolica ligure XVII-XVIII secolo) e gli argenti (acquasantiere, cornici e placchette secolo XVIII).
L'allestimento attuale, che oggi si è parzialmente modificato a beneficio della migliore fruizione da parte del pubblico, venne curato dallo storico direttore dell’Ufficio Belle Arti del Comune di Genova, Orlando Grosso, che operò una selezione del materiale più meritevole di essere goduto dal visitatore, per poi suddividerlo per nuclei nelle varie sale, secondo una concezione che si è mantenuta. Il progetto che verrà attuato per una valorizzazione del sito prevede la destinazione a spazio per una divulgazione della cultura Sette-ottocentesca, coinvolgendo tutti gli ambiti artistici, dalla musica all’arte, alla letteratura e di fornire al pubblico un luogo ''salottiero'', nel vero senso della parola, in cui poter riscoprire antiche tradizioni e modi di vivere, secondo l'esplicito volere dei donatori, che vedevano nella loro dimora un compiuto esempio di abitazione genovese. Le attività di restauro sono ancora in corso e riguarderanno anche altri manufatti, oltre a quelli già restaurati.
Il Museo Giannettino Luxoro vuole diventare uno spazio per una divulgazione della cultura Sette-ottocentesca, coinvolgendo tutti gli ambiti artistici, dalla musica all’arte, alla letteratura. Il progetto si propone di creare e mettere a disposizione del pubblico un vero e proprio “salotto”, in cui poter riscoprire antiche tradizioni e modi di vivere; era questo l’esplicito volere dei donatori, che vedevano nella loro dimora un compiuto esempio di abitazione genovese.