Dal 5 al 10 novembre 2024, al Teatro Eleonora Duse - qui i biglietti online -, va in scena La decapitazione di Marco Gualco. Una giovane compagnia appena nata - La corte di Pagobardo - composta da ex allievi della scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova ''Mariangela Melato'', porta in scena un'opera prima dell’autore e regista Riccardo Cacace, La decapitazione di Marco Gualco, con lui altri cinque attori e attrici, tra cui lo stesso Marco Gualco.
Sei personaggi sull'orlo di un’esecuzione capitale seguono un flusso di ricordi per raccontare una storia: un uomo - Marco Gualco - è sul punto di essere giustiziato e implora il suo boia di ascoltarlo, nel tentativo di allontanare il momento della fine. È questo il tema da cui si dipana il flusso metateatrale dell’opera prima dell’autore e regista Riccardo Cacace e della giovane compagnia “La corte di Pagobardo”, formata in larga parte da un gruppo di ex allievi della Scuola del Teatro Nazionale di Genova.
La decapitazione di Marco Gualco è un continuo alternarsi di tempi e situazioni, in cui passato e presente si intrecciano sotto lo spettro ineluttabile del futuro incombente. Nella febbrile confessione del protagonista, interrotta dalle considerazioni del boia, emergono vicende personali e figure come da uno specchio distorto, schegge impazzite di un flusso inconsapevole degli ultimi giorni di vita dell’uomo, cui è toccato in sorte fare i conti con le proprie paure. In scena, a vestire i panni del protagonista è lo stesse Marco Gualco, in un gioco metateatrale a cui prendono parte anche Susanna Valtucci, Vincenzo Castellone, Matteo Sintucci, Matteo Alfonso e lo stesso autore e regista, Riccardo Cacace.
Il lavoro è un debutto poco consueto per i canoni degli under35, da cui emerge una scrittura densa di rimandi, ardita e tagliente. «Lo spettacolo evoca la tragedia greca, dal punto di vista della struttura del testo: infatti, la trama si articola in 10 episodi intervallati da un parodo, 6 stasimi e un esodo (che nella tragedia greca sono gli intermezzi in cui il coro commenta e analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena) - spiega l’autore e regista Riccardo Cacace - all’interno di questa struttura, appunto, il boia analizza e commenta la scena insieme al protagonista. Un altro elemento che fa da ponte con la tragedia classica è la presenza di un grande protagonista che vive un conflitto scaturito da una 'sorte tragica' che nei testi classici scaturisce spesso da un'imposizione divina, mentre qui è in realtà autoindotta. Si possono intercettare influenze kafkiane, ma lo stile di scrittura è secondo me molto moderno, perché mescola tanti rimandi, pur mantenendo un tono grottesco dove si gioca spesso con le parole, specie nelle parentesi comiche sparse nel testo. La trama degli episodi, nel flusso della memoria di Marco Gualco, non segue un ordine cronologico ma, quasi “spiraliforme”: s’inizia dalla scena centrale del dramma e poi si va avanti e indietro nella storia, fino alle ultime due scene che corrispondono all'ultima e prima scena in ordine di tempo. Marco Gualco sceglie gli episodi da mostrare al suo boia ma, pian piano che la storia incede, i ricordi iniziano tutt'a un tratto a piovergli addosso, senza sapere cosa aspettarsi, fino all’epilogo: il boia calerà la sua scure?».
La Decapitazione di Marco Gualco è in scena al Teatro Eleonora Duse da martedì 5 a domenica 10 novembre: martedì, mercoledì e venerdì alle 20.30; giovedì e sabato alle 19.30; domenica alle 16.00.