A quasi trecento anni dalla sua prima rappresentazione a Venezia, La locandiera di Carlo Goldoni è ancora tra i capolavori più noti e rappresentati del repertorio italiano. E se l'autore asserisce, nelle sue avvertenze al lettore, di voler fare della sua protagonista, Mirandolina, l'esempio della ''barbara crudeltà'' e dell'''ingiurioso disprezzo'' delle donne che si burlano dell’amore degli uomini, l’effetto che sortisce La locandiera è quello di un'esaltazione sincera dell’intelligenza femminile. Ma, soprattutto, la vicenda goldoniana è animata dallo smottamento di dinamiche di classe e relazioni sociali che sono quantomai attuali e che Antonio Latella pone al centro della sua idea di regia, nella messinscena prodotta del Teatro Stabile dell’Umbria.
La locandiera va in scena al Teatro Ivo Chiesa, all'interno della stagione del Teatro Nazionale di Genova, dal 28 novembre all'1 dicembre 2024 (giovedì e sabato 19.30, venerdì 20.30 e domenica alle 16). Qui i biglietti online. Per il regista Antonio Latella, Mirandolina è «una donna formalmente a servizio dei suoi clienti che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia» e per questo la protagonista - interpretata da una vibrante Sonia Bergamasco - gioca, tra pentole e fornelli, con affilati strumenti di seduzione, non per il gusto di civettare ma per conquistare le attenzioni dei ricchi, Conte, Marchese e Cavaliere (interpretati non senza ironia da Francesco Manetti, Fabrizio Di Valentino e Ludovico Fededegni). Una volta padrona del cuore di tutti prontamente se ne sbarazza sposando, pur senza amore, il servitore della locanda Fabrizio (Valentino Villa). È dunque lei che decide e questo conta più di un lieto fine.
Latella fa aderire il grande classico che dà inizio al teatro contemporaneo all'estetica (anche trash) dell’oggi: tute pacchiane e cucina Ikea, abitate dalle parole fedeli del testo settecentesco in uno stridore che rinnova la tensione politica dell’opera, tensione che, come osserva Maddalena Giovannelli ne Il Sole24Ore, «deflagra nella locanda come negli spazi pubblici e privati delle nostre città». Durata dello spettacolo: 2 ore e 30 minuti compreso intervallo.
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria
Regia Antonio Latella
Interpreti Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo
Dramaturg Linda Dalisi
Scene Annelisa Zaccheria
Costumi Graziella Pepe
Musiche e suono Franco Visioli
Luci Simone De Angelis
Assistente alla regia Marco Corsucci.