Sciopero generale 29 novembre 2024, la manifestazione a Genova con corteo in centro

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Piazza Acquaverde Cerca sulla mappa 9.00
Venerdì29Novembre2024

Venerdì 29 novembre 2024 si tiene lo sciopero generale per l'intera giornata proclamato da Cgil e Uil contro la manovra di bilancio: aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali sono le principali richieste di Cgil e Uil. Il concentramento per la manifestazione regionale a Genova è alle ore 9 in piazza Acquaverde - Stazione Genova Principe. Il corteo cittadino per le vie del centro si conclude in piazza Matteotti, con comizio finale. Tra gli interventi, quello di Serena Sorrentino - Segretaria Generale Funzione Pubblica Cgil - e Luca Cerusa Sub commissario Uil Liguria.

Per Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria “Questa manovra non ha una visione sullo sviluppo né nazionale né territoriale e contiene una idea di privatizzazione del sistema pubblico. Mancano le risorse per investimenti nei grandi asset del paese come l’acciaio, l’automobile o l’energia, settori che anche in Liguria attendono da tempo di essere rilanciati, mancano risorse adeguate per i rinnovi contrattuali di milioni di lavoratrici e lavoratori. E’ in questo quadro che si colloca la fragile composizione del tessuto economico ligure nella quale il 96 per cento delle imprese sono micro imprese e quasi il 90 per cento dei nuovi assunti è precario; non a caso i dati economici regionali indicano una variazione percentuale del PIL tra il 2018 e il 2022 del 9,1 per cento, dato che pone la nostra regione al di sotto delle percentuali del nord ovest e del sistema paese (10,4 nord ovest, 9,9 Italia). La Finanziaria inoltre non risana i buchi di bilancio della sanità (che in Liguria sono di oltre 250 milioni di euro), non stanzia risorse adeguate per questo delicato comparto né per coprire i buchi di organico (in Liguria manca il 30% del personale) né per nuove assunzioni che riescano a gestire la vergognosa realtà dei tempi delle liste d’attesa. In Liguria, se oggi venissero attivate tutte le case di comunità previste dalle risorse del PNRR, mancherebbero all’appello ben 500 operatori per farle funzionare. A questo si aggiunge che nel 2023 ben 120 mila liguri hanno rinunciato a curarsi perché in Liguria, dove la politica regionale degli ultimi anni ha privilegiato il settore privato a scapito del pubblico, non sono riusciti a farlo e che un quinto della popolazione ligure oggi è a rischio povertà''.

Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria, interviene su sicurezza e sanità poiché è anche dalle grandi ricchezze che si possono individuare le risorse per il Paese: ''Scenderemo in piazza anche perché le stragi sul lavoro non accennano a fermarsi ed il problema della sicurezza viene completamente ignorato dal Governo. Zero morti sul lavoro è una battaglia di civiltà: per fermare la mattanza occorrono investimenti adeguati. Vogliamo un aumento del numero degli ispettori addetti al controllo del rispetto delle norme di sicurezza e delle misure di prevenzione dei danni in azienda, un inasprimento delle pene per le aziende che violano le norme sulla sicurezza, fino alla chiusura dell’attività, l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e di una procura speciale dedicata solo al perseguimento dei reati legati alla sicurezza sul lavoro. E poi chiediamo salari adeguati per i lavoratori della sanità che oggi sono tra i meno pagati d’Europa, assunzione di nuovo personale, liste di attesa più corte per rendere effettivo il diritto a curarsi, investimenti strutturali anche per diminuire il gap tra Nord e Sud del Paese e ancora più sicurezza per tutti gli operatori, che troppo spesso vengono aggrediti e minacciati, vedi gli ultimi casi a Genova al Villa Scassi di Sampierdarena e al Galliera. Per fare questo è necessario anche tassare profitti, rendite e grandi ricchezze per finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici: basta prendere soldi da chi paga le tasse sempre''.

Secondo Cgil e Uil con questa manovra il Governo infliggerà 7 anni di austerità con la perdita del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. I rinnovi contrattuali, quando vengono rinnovati, non riescono a coprire nemmeno l’inflazione, così come sulle pensioni con rivalutazioni assolutamente insufficienti e con la beffa, per le minime, di un aumento di soli 3 euro al mese. Per Cgil e Uil è inaccettabile che al Paese che paga le tasse non siano riconosciuti aumenti dignitosi e che insieme a questa ingiustizia si riduca anche il perimetro del pubblico a partire da sanità, istruzione e trasporto pubblico. E mentre gli evasori fiscali vengano premiati da condoni e concordati, le politiche fiscali del Governo riducono la progressività e non intervengono laddove le risorse ci sono: extraprofitti, profitti, rendite e grandi ricchezze, lotta all’evasione fiscale e contributiva.

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