Pranzo di Natale di Sant'Egidio, quest'anno anche a Palazzo Tursi. Dove e come partecipare come volontari

Tante le vie, insomma, per aiutare, con un piccolo gesto, il grande sogno di un Natale inclusivo, in cui nessuno resti ai margini.

«La festa che stiamo preparando – ha affermato Andrea Chiappori, il responsabile di Sant’Egidio in Liguria – è un messaggio di solidarietà ma soprattutto di pace, in questo tempo attraversato da troppe guerre e da una povertà crescente. Fare un piccolo gesto gratuito di amicizia e di accoglienza è una rivolta alla durezza di un mondo spietato contro i deboli e di contestazione all’indifferenza e alla rassegnazione. Dire “mi importa”, tendere la mano, per noi è il primo passo per costruire una società migliore».

Il pranzo di Natale è una tradizione della Comunità di Sant’Egidio da quando, nel 1982, un piccolo gruppo di persone povere fu accolto a tavola nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. A Genova la prima festa si è tenuta nel 1986 nella vecchia sede di Sant’Egidio, in via San Luca, con una decina di anziani e senza dimora, riuniti per mangiare e celebrare insieme il Natale. L'intuizione del pranzo nasce dal desiderio che nessuno, in questo giorno di festa, sia escluso. Da allora a Natale il popolo di Sant'Egidio si riunisce a tavola come una grande famiglia. Chi partecipa al banchetto, con il suo nome e la sua storia spesso dolorosa, è al centro.

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