Sampierdarena cambia faccia. La nostra intervista a Michele Colnaghi, tra bilanci, Pnrr, i Voltini e speranze per il futuro

Genova, 27/12/2024.

Il quartiere di Sampierdarena, nel tessuto urbanistico e sociale di Genova, ha sempre rappresentato una porzione importante di quella che possiamo definire la grande torta di riso della città, parafrasando una celebre battuta del duo comico Made in Zena che ha portato all'attenzione nazionale pregi e difetti del nostro capoluogo e della regione Liguria.

Da molti considerata una vera e propria appendice del centro città, negli anni ha attraversato varie fasi: dai fasti del Diciassettesimo secolo, quando era la zona di villeggiatura prediletta dai ricchi commercianti genovesi e dai nobili, che qui costruivano le loro ville, fino al periodo del secondo dopoguerra, quando venne definita la Manchester d'Italia, per la presenza massiccia sul suo territorio di industrie. È arrivato poi il periodo d'oro di Sampierdarena, quegli anni Sessanta del 1900 che ancora si ricordano con affetto e ammirazione, quando via Antonio Cantore era la patria dello struscio, quando il quartiere pullulava talmente tanto di locali, bar, cinema, sale da ballo (come le chiamavano ai tempi) da annullare la necessità di andare a Genova, ossia nel centro città, per trascorrere il tempo libero e fare acquisti. Sono seguiti gli anni Settanta, gli anni di piombo che hanno lasciato ferite anche qui, in occasione dell'attentato delle Br in via G.B Monti in cui morirono il maresciallo Vittorio Battaglini e il carabiniere Mario Tosa, nel 1979. Gli anni Ottanta hanno rappresentato il periodo di ricchezza economica e gli anni Novanta hanno fatto da apripista ai grandi cambiamenti degli ultimi trent'anni, in cui Sampierdarena ha vissuto momenti di trasformazione sociale, con la nascita della comunità ecuadoriana più grande in Italia ed economica, profondamente influenzata dalla crisi mondiale iniziata nel 2008.

Ma com'è la situazione ora? A Sampierdarena è in atto un vero e proprio restyling che, ci si augura, sia propedeutico ad una riqualificazione che rilanci il quartiere e ne aumenti la qualità della vita. Per fare il punto della situazione abbiamo incontrato  Michele Colnaghi, presidente del Municipio II Centro Ovest. Partiamo parlando della questione sicurezza: spesso Sampierdarena viene dipinta dai media e dalle testimonianze sui social come una zona estremamente pericolosa, quasi come se vivere  qui - o addirittura transitare da qui - fosse praticamente impossibile. È proprio così? «Sicuramente esistono zone più critiche, che sappiamo essere zone di spaccio. Riguardo a questo problema teniamo delle interlocuzioni praticamente settimanali con la Polizia Locale, con i Carabinieri e con il nucleo della Polizia di Cornigliano, quindi segnaliamo puntualmente eventuali situazioni pericolose e devo dire che interventi importanti, relativi proprio a questi frangenti, sono all'ordine del giorno».  Continua: «Se però un'attività commerciale che crea problemi viene chiusa ben sette volte e nessuno si prende la briga di ritirarne la licenza definitivamente, i problemi diventano irrisolvibili. Ritengo che le zone critiche, comunque, siano solo alcune e quindi generalizzare e leggere a caratteri cubitali che Sampierdarena possa essere paragonata al Bronx, sia esagerato».

Torniamo al restyling: Sampierdarena è letteralmente punteggiata da cantieri e lavori che ne stanno trasformando l'aspetto. La maggior parte di questi interventi sono legati ai finanziamenti del Pnrr,  il Piano nazionale di ripresa e resilienza per rilanciare l'economia dopo la pandemia del Covid 19. Tra i tanti cantieri, quello forse più esteso, è quello che corre lungo via Giacomo Buranello e che interessa la riqualificazione dei Voltini. Si tratta di locali che si trovano in nicchie sotto la ferrovia e che un tempo erano occupati da numerose attività commerciali. Sono stati abbandonati per lungo tempo, finendo inesorabilmente per essere ricettacoli di spazzatura che, persone poco dotate di senso civico, continuavano a scambiare per delle piccole discariche. Entro il 2025, dovrebbero tornare al loro antico splendore: «Un'ottantina di saracinesche abbassateche, una volta terminati i lavori, potranno fare da volano alla rinascita di tutta via Buranello e non solo. I lavori che sono in corso devono rispettare i tempi  previsti dal Pnrr, quindi dovranno terminare entro un anno, massimo un anno e mezzo. I Voltini saranno occupati da attività commerciali nella zona di piazza Vittorio Veneto e ci saranno inoltre sedi di associazioni, un paio saranno riservati al Centro Civico Buranello per aumentarne l'offerta (sono già operativi quelli destinati alla realtà museale La Fabbrica delle Immagini - Voltini Lab, ndr). Per quanto riguarda gli altri spazi,  vedremo mano a mano cosa succederà, ma sicuramente dovranno essere occupati da realtà di un certo spessore».

I Voltini di via Buranello non sono gli unici spazi ad essere interessati dagli interventi: «Ci sono lavori di ristrutturazione all'Ex Magazzino del Sale, uno spazio polifunzionale che, in parte, è già stato destinato ad una palestra di quartiere e che al termine della ristrutturazione potrà ospitare altre attività. A due passi da lì, in piazza del Monastero, sta procedendo la riqualificazione e lì sorgeranno alberi e panchine. A proposito di verde pubblico, anche in Villa Scassi ci sono lavori in corso, che stanno interessando la fontana del Nettuno e le grotte artificiali, oltre che la parte superiore, quella verso l'Ospedale, in cui si trovano delle aree gioco. In quello che viene chiamato il borgo storico di Sampierdarena, ossia via Nicolò D'Aste si stanno ultimano i lavori di allargamento del marciapiede, per dare la possibilità di poter passeggiare lungo i negozi, mentre in via Spataro e in via Felicita Noli continuano gli interventi per la costruzione di due grandi parcheggi. Tutto questo senza dimenticare Villa Centurione Carpaneto in piazza Montano, in cui sono conservati affreschi di Bernardo Strozzi. Grazie anche all'interessamento di Giacomo Montanari, storico dell'arte e curatore scientifico di Rolli Days, che ha definito un'occasione imperdibile quella del recupero di questa villa risalente alla metà del Cinquecento, Sampierdarena avrà una perla in più. Anche Villa Lercari Sauli, detta la Semplicità, in via Nicolò D'Aste, verrà ristrutturata ed è slo una della settanta ville che esistono a Sampoerdarena. Insomma, siamo in un vero e proprio momento di work in progress!».

Oltre a tutto ciò che abbiamo elencato, anche la zona della Lanterna che, di fatto, si trova a Sampierdarena, sulla collina di San Benigno, verrà trasformata. Nel 2029 ospiterà infatti un grande parco urbano, che sormonterà il tunnel subportuale. Il 2025, invece, come sarà? «Proseguiranno ovviamente gli interventi iniziati nel 2024 e mi auguro prosegua anche l'attività associazionistica che qui a Sampierdarena è  estremamente intensa, con un patto di collaborazione tra cinquanta associazioni. Un altro argomento che ho particolarmente a cuore è quello relativo ai depositi chimici, che dovrebbero essere trasferiti da Multedo a Ponte Somalia a Sampierdarena. Parliamo di quattrocentomila tonnellate di materiali che possono essere nocivi per l'ambiente e tossici per la popolazione, oltre che trenta tir ogni giorno sulle nostre strade più un treno al giorno. Il Consiglio di Stato ha deciso di nominare un perito per analizzare effettivamente questi materiali. Vedremo come si evolverà la situazione. Non dimentichiamo, inoltre, che Sampierdarena verrà attraversata dai Quattro Assi di Forza, che trasformeranno profondamente la viabilità e il trasporto pubblico a Genova. Insomma, di carne al fuoco per il 2025, ce n'è parecchia».

Terminiamo la nostra chiacchiareta con Michele Colnaghi con una certezza: Sampierdarena è in piena evoluzione e sicuramente nei prossimi anni cambierà faccia. Tornerà agli antichi splendori? Non ci resta che attendere e (ben) sperare. Sicuramente i presupposti ci sono tutti. 

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