Genova. Elezioni Comunali 2017: Luca Pirondini candidato sindaco per M5S. L'intervista

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Tra i nove candidati sindaco, c'è Luca Pirondini per il MoVimento 5 StelleGenova avrà presto il suo nuovo primo cittadino. Le elezioni comunali 2017 saranno domenica 11 giugno, con eventuale turno di ballottaggio (domenica 25 giugno) se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno dei volti validamente espressi. Chi prenderà il posto di Marco Doria?

Mercoledì 31 maggio, ore 17.15, mentelocale, insieme al Teatro della Tosse, ha organizzato un incontro-dibattito alle 17.15 alla Claque (via san Donato 9, angolo vico Biscotti, Genova) con i candidati sindaco: Centro storico, quale futuro? Moderano Laura Guglielmi, direttore della testata, ed Emanuele Conte, presidente del Teatro della Tosse.

Genova, 24/05/2017.

35 anni, Luca Pirondini vive a Granarolo con la moglie Ilaria e ha una grande passione per la musica. Nella vita è professore d’orchestra, oltre ad essere un rappresentante di commercio per un'azienda nel ramo alimentare. Diplomato al Conservatorio Niccolò Paganini, ha poi studiato due anni in Svizzera. Curiosità? Ha girato il mondo per dieci anni con il maestro Riccardo Muti e l'orchestra Luigi Cherubini. Poi la volontà di tornare a Genova, fino a candidarsi alle elezioni amministrative del 2017.

Per queste elezioni comunali sono nove i candidati in corsa per Tursi. Perché i cittadini dovrebbero votarla e in cosa si differenzia dagli altri?
Luca Pirondini: I cittadini dovrebbero votarmi perché non voterebbero per me, ma per loro stessi e per un progetto che nasce proprio per restituire le istituzioni ai cittadini: il MoVimento 5 Stelle. In campagna elettorale, tutti presentano programmi fantastici con idee meravigliose, è normale che sia così. Credo, però, che i cittadini conoscano bene i fallimenti di queste promesse. Dopo quarant'anni dove l'amministrazione, a Genova, ha sempre cercato di mantenere lo status quo e le poltrone, favorendo amici degli amici, parenti e mogli. Siamo pronti ad amministrare la città con un programma e un progetto concreto e proprio perché, a differenza dagli altri candidati, non abbiamo dietro le spalle cinque, sette o dieci partiti e liste. Non dovremo restituire, una volta eletti, favori a nessuno, soprattutto al momento di scegliere assessori e dirigenti. Ma dovremo rendere conto soltanto ai cittadini. Al di là del programma, dovrebbero sceglierci perché noi siamo i cittadini. È una rivoluzione culturale, prima di tutto.

Qual è la prima cosa che farebbe se diventasse sindaco? Quali sono le urgenze della città?
Luca Pirondini
: Le urgenze sono molte. La prima incombenza post elezioni, già fissata per il 31 luglio, è la questione Amiu, gestita vergognosamente dalla giunta Doria-Crivello. Un buco nel bilancio lasciato in eredità dopo lo sciagurato tentativo di regalare Amiu ad Iren, che di fatto avrebbe creato un monopolio privatistico. Noi vogliamo mantenere pubblici i servizi essenziali. Come? Prolungando, ad esempio, il contratto di servizio di Amiu fino al 2030, dando stabilità all'azienda e riconoscendole il credito che ha contratto nei confronti del Comune, in modo da poterle dare forza contrattuale con le banche e poter accedere al credito e costruire impianti per la raccolta differenziata. Perché, solo con la raccolta differenziata spinta, possiamo trasformare i rifiuti da problema a risorsa economica, fino ad abbassare la Tari. Affronteremo anche il problema sicurezza, riorganizzando le forze municipali e impiegandole per fare presidio sul territorio e non solo, come fatto in questi anni, per far cassa per il Comune attraverso le multe. Dobbiamo subito occuparci anche di lavoro. Della tutela delle piccole e medie imprese e delle attività commerciali. Basta con la grande distribuzione che le mette in ginocchio, facendo abbassare saracinesche e creando desertificazione dei quartieri che diventano terreno fertile per la criminalità, micro, ma anche organizzata. Favoriamo l'insediamento di nuove imprese con sgravi fiscali per quelle virtuose, che portano cioè un valore culturale e turistico nelle vie dove sorgono. La Green Economy, che oggi rappresenta il 10% del Pil nazionale è il futuro: seguiamolo con l'industria ecosostenibile. Infine iniziare un percorso per la costruzione della città digitale, partendo dall'alfabetizzazione digitale, fino all'impiego cospicuo di nuove tecnologie in ambito sociale, turistico, per la sicurezza e per i servizi al cittadino della pubblica amministrazione.

Questa città ha una forte vocazione culturale ed è sempre più votata al turismo. I numeri delle visite, come testimoniano gli ultimi ponti di primavera, sono in crescita. Cosa fare in questo settore?
Luca Pirondini: Che il turismo sia in crescita è evidente. Non so quanto per merito della pubblica amministrazione e quanto perché l'Italia è uno dei pochi paesi che non ha subito attentati terroristici. Tuttavia Genova non è pronta ad accogliere i turisti. La domenica, girando per il centro storico, vedo turisti sperduti in cerca continua di informazioni, per via di una segnaletica carente. Dovremmo progettare nuovi applicativi per smartphone, ma anche veri itinerari turistici per far conoscere i migliaia di punti di interesse che la nostra meravigliosa città nasconde. Fare accordi con le grandi compagnie delle crociere, in modo che i croceristi rimangano a Genova, invece di essere portati subito altrove. Per il turismo è necessario anche risolvere il problema della sicurezza e del decoro urbano. Siamo la città di Niccolò Paganini e Cristoforo Colombo, dove è nato il Blue jeans. Creiamo un museo del jeans, valorizziamo la nostra storia. Nelle altre città vengono create economie che dipendono dai loro illustri personaggi. Noi, in leggera controtendenza, negli anni '70 abbiamo demolito la casa di Paganini. Crediamo sia l'ora di cambiare musica.

In tutta Italia aumentano i giovani senza lavoro, e in molti scappano da Genova perché non lo trovano. Come fare per rilanciare l'occupazione giovanile?
Luca Pirondini: Scappano perché troppo spesso si dice di voler dare spazio ai giovani, ma poi si rimane sempre attaccati alle proprie posizioni. Dobbiamo investire nell'industria del turismo, perché questa crea posti di lavoro diretti, ma anche indiretti: il turismo porta a dover fare promozione ad attività commerciali nuove, a eventi e manifestazioni, dando possibilità lavorative ad architetti, grafici, designer, organizzatori di eventi, fotografi, videomaker, e a tutta una serie di lavori che oggi i giovani svolgono nel terziario, ma che sono costretti a svolgere in altre città, come Milano. Poi le attività commerciali, di cui ho già parlato, incentivando nuove aperture di locali che portano cultura e valore turistico al territorio.

Il Centro Storico sta tornando a vivere. Ma negli ultimi tempi i sintomi di degrado stanno aumentando. Ci sono i problemi legati a pulizia, negozi che chiudono (soprattutto alla Maddalena e Prè) e sicurezza. Ha pensato a un piano per renderlo più pulito? Come favorire la riapertura delle piccole attività? E come regolamentare la movida, favorendo le attività virtuose? In sintesi, qual è il suo progetto per il centro storico?
Luca Pirondini: La nostra idea è chiara. Prima di tutto, appena dopo le elezioni, vogliamo istituire un assessorato alle periferie e al centro storico, perché riteniamo che sia assolutamente prioritario e necessario riqualificare queste zone attraverso l'impiego di una squadra di esperti che si dedichi esclusivamente a questo. Le problematiche sono troppe: dal decoro urbano alla sicurezza, fino al commercio. Per le attività commerciali, vogliamo tutelare quelle storiche o che portano un valore sul territorio dalla grande distribuzione, con riduzione delle imposte, ad esempio della Tari per chi fa la differenziata. L'ordinanza anti movida è profondamente sbagliata, perché va a colpire indiscriminatamente tutte le attività commerciali, senza alcuna distinzione tra chi si comporta bene e chi, invece, specula sulla salute dei nostri giovani con vendita di alcolici di pessima qualità a prezzi bassissimi (chupiti a pochi euro, ndr). Dobbiamo sederci di nuovo al tavolo con residenti e associazioni di categoria e trovare un compromesso che permetta alla movida sana di esistere. Proprio grazie alla movida sana i vicoli sono rifioriti negli anni '90, anche dal punto di vista del valore immobiliare. La movida può e deve essere una risorsa per turismo, giovani e il loro sacrosanto diritto di divertirsi.

Se il centro cittadino vive e si riempie di turisti, le periferie e diversi quartieri soffrono. Da Sampierdarena a Prà, passando per la Valpolcevera, fino al Lagaccio: cosa farebbe per migliorarne la vivibilità e avvicinarle al centro?
Luca Pirondini: Abbiamo un progetto concreto per le periferie. Attraverso i patti d'area, vogliamo creare una nuova rete di commercio, defiscalizzando e aiutando le nuove imprese virtuose, che portano valore culturale e turistico nel quartiere. Trovare risorse per costruire spazi verdi, parchi e luoghi di aggregazione, anche attraverso pedonalizzazioni mirate, invece di insediare ovunque centri commerciali. Intendiamo valorizzare le perle di storia nascoste a Genova, portando i turisti a visitare anche il ponente genovese e l'entroterra. Questo è un aspetto fondamentale. Invece la piantina che viene distribuita all'aeroporto di Genova e promossa dal Comune, non arriva nemmeno a Boccadasse. Serve anche una politica di sostegno alle famiglie in difficoltà economica, abolendo Equitalia. Il mio obiettivo è quello di arrivare ad un reddito di cittadinanza comunale che riesca a restituire dignità e a dare l'opportunità alle famiglie di ripartire. Ma questo lo potremo sapere soltanto una volta che avremo accesso completo ai bilanci del Comune di Genova.

Il porto resta la più grande ricchezza della città. Quali sono le sue politiche per farlo ritornare grande?
Luca Pirondini: Dobbiamo valorizzare il porto al fine di farne il volano per lo sviluppo economico della città e dell’intera Area Metropolitana di Genova. Realizzare una zona franca esente da dazi e/o imposte che offra strutture per lo stoccaggio e la distribuzione per operazioni di commercio, trans-shipment e re-export. Dobbiamo definire e attuare un sistema di governance integrata del territorio che metta a fattor comune le potenzialità di Comune ed Autorità di Sistema Portuale. Investiamo nell'utilizzo delle tecnologie ItsIntelligent Transport Systems per disporre di un'offerta tecnologica e informatica (utilizzo delle tecnologie informatiche, condivisioni di reti, piattaforme uniche per la gestione di adempimenti amministrativi nei porti e nei sistemi logistici) in grado di aumentare la capacità produttiva degli scali e agire sull’intermodalità e sul potenziamento della qualità dei servizi per i viaggiatori. Il porto può essere una chiave per il rilancio economico dell'intera città.

L’immigrazione è un problema mondiale, che tocca anche Genova. Quali potrebbero essere le soluzioni per favorire l'integrazione? E come intende risolvere la questione del mercatino di Corso Quadrio?
Luca Pirondini: Per Genova, l'accoglienza è un valore e un motivo di orgoglio. Dobbiamo, però, stabilire delle regole chiare e per tutti. Il mercatino di corso Quadrio è per noi il simbolo dell'incompetenza della giunta Doria-Crivello e dell'inesistenza di una politica di integrazione del centro sinistra genovese. Quella è ghettizzazione vera e propria. Gettati per terra, con merce di dubbia provenienza, in un parcheggio che i residenti attendevano da anni, sotto il traffico veicolare di tutta Genova. Occorre chiuderlo e cercare un'alternativa in uno dei tanti vuoti urbani o immobili in disuso del Comune, spostato al chiuso, con delle bancarelle e un minimo inquadramento fiscale degli ambulanti (il Comune è concessionario delle licenze per il commercio ambulante), soprattutto con un controllo della provenienza della merce. Per l'immigrazione, dobbiamo far rispettare i limiti già esistenti di capacità numerica di accoglienza, anzitutto per rispetto delle persone che vengono accolte. Non ci si deve dimenticare della differenza tra rifugiato politico o richiedente asilo e un irregolare, che non può stare sul territorio italiano per legge.

Ora la mobilità. Ha in progetto di creare piste ciclabili, favorendo la mobilità sostenibile? Come risolvere il problema del traffico e della viabilità cittadina?
Luca Pirondini: Il MoVimento 5 Stelle ha nella mobilità sostenibile uno dei valori fondanti, ma anche quello del trasporto pubblico. Dobbiamo puntare su quest'ultimo, rendendolo però un servizio di qualità e pulito, come oggi non è. Servono parcheggi di interscambio come Famagosta a Milano, e potenziamenti delle corse dei bus e della metro. Dove troviamo i soldi? Prima di tutto con una lotta reale e seria all'evasione di chi non paga il biglietto, e poi dal taglio agli sprechi. La sindaca Virginia Raggi, in 6 mesi, tagliando spese superflue del suo staff e dalle partecipate di Roma ha trovato 80 milioni di Euro. A Pomezia il sindaco Fabio Fucci, del MoVimento 5 Stelle, ha portato il bilancio del comune da -7 milioni di debito a un attivo di 12 milioni.

Ambiente. Genova ha la fortuna di avere dei polmoni verdi in mezzo al cemento. Tuttavia, spesso non sono vivibili né in perfette condizioni. Quali sono i suoi programmi per parchi, orti urbani e verde pubblico in generale?
Luca Pirondini: Il MoVimento 5 Stelle si batte da sempre per l'ambiente e per il recupero degli spazi di aggregazione nelle città. La nostra politica vuole valorizzazione parchi e orti urbani del territorio. Abbiamo lanciato l'idea di costruire un teatro di verzura nel Parco di Nervi, completamente ecosostenibile e integrato con l'ambiente, per farlo diventare un polo di attrattiva culturale. Si può riportare, ad esempio, a Genova il Festival del Balletto, che vent'anni fa era uno degli eventi cittadini più importanti.

Parliamo un po' di lei. In che quartiere abita?
Luca Pirondini: Abito con mia moglie Ilaria a Granarolo.

Genoa o Sampdoria?
Luca Pirondini: Un sampdoriano cresciuto in una casa di genoani. Un derby continuo...

L'ultimo libro e l'ultimo film.
Luca Pirondini: Collusi di Nino Di Matteo, mentre ho rivisto recentemente uno dei miei film preferiti: il Postino, con Massimo Troisi.

E il piatto preferito?
Luca Pirondini: Se dico trenette al pesto sono banale?

Cosa, invece, vorrebbe cambiare dei genovesi?
Luca Pirondini: Mi piacerebbe riuscissimo a sorridere di più.

Qual è il suo più grande pregio? E il difetto?
Luca Pirondini: Credo di saper ascoltare gli altri. Il difetto? Mi servirebbero troppe pagine e credo che i lettori siano già estenuati così :-)

Di Andrea Sessarego

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