A Genova, non è Natale senza Confeugo. Sabato 21 dicembre 2024 si rinnova la cerimonia del Confeugo organizzata dal Comune di Genova e dall'associazione A Compagna, con la sponsorizzazione di Grondona. Il Confeugo, che riprende un'antica tradizione della Repubblica di Genova, quest'anno è dedicato a Ettore Vernazza. L'appuntamento con l'appiccamento del fuoco al fascio di rami d'alloro è alle ore 16.40 in piazza De Ferrari - davanti a Palazzo Ducale - dove, in attesa dell'arrivo del corteo storico, si esibiscono la Banda di Sampierdarena e gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna.
I gruppi dei figuranti si riuniscono alle ore 16 in piazza Caricamento e, insieme all'abate del popolo, impersonato dal presidente di A Compagna Franco Bampi, attraversano via Frate Oliverio, piazza della Raibetta, via San Lorenzo, via Petrarca per raggiungere piazza De Ferrari, dove l'abate del popolo incontra il doge, ovvero il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi, e gli offre il tradizionale Confeugo: un grande fascio di rametti di alloro sistemato di fronte all'ingresso di Palazzo Ducale a cui sarà appiccato il fuoco.
Alle ore 17.15, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e il presidente di Regione Liguria Marco Bucci esprimono i messaggi augurali alla città mentre, come da tradizione, il presidente di A Compagna Franco Bampi, in veste di abate, elenca i mogogni, i problemi insoluti di Genova, con molte raccomandazioni e l'augurio che ne venga tenuto conto. A seguire, il vice presidente di A Compagna Maurizio Daccà racconta Ettore Vernazza, notaio del XVI secolo, che 1497 riformò e ripristinò l'antica Compagnia del Mandiletto, una sorta di consorteria che aveva lo scopo di raccogliere elemosine per i poveri. La cerimonia, presentata dal Cintraco Marco Pepè, si conclude con il concerto natalizio di Gnachi & Fϋrbe Grandi & Fanti Vico 28 e con la danza popolare del Gruppo Folcloristico Città di Genova Ma se Ghe pensu.
Hanno collaborato: Corteo Storico del Comune di Genova, Gruppo Storico Sestrese, Gruppo Storico Sextum, Gruppo Storico Pegliese, Gruppo Storico Voltri, Associazione Storico Socio Culturale Corte Fieschi Casella Vallescrivia, Compagnia Balestrieri del Mandraccio, Gruppo Storico San Giorgio, Associazione Culturale Limes Vitae, Gruppo Storico Procobera, Gruppo Storico I Gatteschi, Gruppo Storico di Rapallo, Gruppo Folk Città di Genova, Gruppo Folcloristico Amixi de Boggiasco e del Golfo Paradiso, Gruppo di danza storica il Biancofiore di Vigevano. Informazioni e aggiornamenti sul sito Visit Genoa.
Storia del Confeugo
Questo rito riprende un'antica tradizione della Repubblica di Genova, documentata dal secolo XIV, ma probabilmente più antica, risalendo presumibilmente al Medioevo, forse all'epoca del Comune del Popolo (XII secolo). Essa consisteva infatti nell'omaggio da parte dell'Abate, che rappresentava il Popolo, alle massime Autorità di un grosso tronco di alloro, ricoperto di rami. Ne furono destinatari nel corso del tempo, prima il Podestà, poi il Capitano del Popolo e infine il Doge. Esistono testimonianze del fatto che il corteo partisse dalla Valle del Bisagno e attraverso il Ponte di Sant'Agata percorresse le attuali via San Vincenzo, via Porta d'Archi, vico Dritto Ponticello, Porta Sant'Andrea fino ad arrivare al Palazzo del Governo, l'attuale Palazzo Ducale.
Davanti al Ducale, L'Abate si rivolgeva al Doge pronunciando le seguenti frasi: ''Ben trovòu Messê ro Duxe'' e il Doge rispondeva ''Ben vegnûo Messê l’Abbòu''. In tarda serata, il Doge e il suo seguito appiccavano fuoco all'alloro, per buon auspicio, e vi gettavano sopra un vaso di vino e lo addolcivano con confetti e zucchero. I presenti cercavano di portare a casa un tizzone come amuleto.
La Cerimonia del Confeugo venne sospesa nel Settecento e ripresa nel 1923 dall'associazione A Compagna, associazione nata in quell’anno per la tutela e la conservazione della cultura e delle tradizioni genovesi, per esser nuovamente interrotta nel 1937. Da allora è il presidente della Compagna che impersona l'Abate del Popolo, portando il tradizionale tronco d'alloro al Sindaco. Dal 1951, la Cerimonia è continuata di anno in anno sempre con l'offerta di una pianta di alloro, adorna dei colori rosso e bianco, completata con il falò rituale di un fascio di alloro e uno scambio di auguri contornato da commenti sugli avvenimenti dell'anno trascorso e impegni e richieste per l'anno a venire.