Genova, 24/12/2024.
Non è Natale, a Genova, senza il tipico pandolce basso (qui la ricetta della vincitrice del Campionato del Mondo). Il profumo di uvetta, canditi e pinoli allieta le tavole dei genovesi durante tutte le feste. Il pandolce è una tradizione che unisce le generazioni e, basso o alto, l'importante è condividerlo con famiglia o amici.
In particolare, la notte di Natale, il pandolce è lagato ad antiche tradizioni liguri. Un momento dove tutto s'impregna di significato e sacralità, come i riti degli antichi che rinascono nella notte più magica dell'anno. Secondo la tradizione, infatti, spettava al più giovane della famiglia il compito di porre in cima al pandolce genovese un ramoscello d'olivo o d'alloro in segno di devozione.
La seconda tradizione legata al pandolce - nata a Milano con il panettone - è collegata alla festa di San Biagio, prevista il 3 febbraio. Al più anziano toccava tagliare la prima fetta, con l'accortezza di serbare da parte una porzione per il povero che si presentava alla porta e una per il giorno di San Biagio, da mangiare per proteggersi dal mal di gola e tenere lontani i malanni. Il pandolce, per i genovesi, non è una semplice pietanza ma anche un simbolo culturale e della storia cittadina. Dove riporre le fette benedette? In un luogo asciutto e protetto, per conservarlo al meglio.