In generale tutti i negozi indipendenti del settore moda parteciperanno ai saldi, ma ogni anno è sempre più numerosa una frangia che a gennaio pratica saldi chiari e moderati ossia mette in saldo solo una parte dell'invenduto e non tutto e con percentuali del 20 o massimo del 30 per cento e non del 50 o 70. Questo perché ritiene che i primi di gennaio (e i primi di luglio) siano una data sbagliatissima che penalizza i piccoli e chi lavora seriamente. Un'altra motivazione è quella legata al rispetto verso la propria clientela che fino a pochi giorni prima ha comprato a prezzo pieno.
Grande valore anche al lavoro e ai valori su cui si basa, ossia la qualità (quindi con una velata critica al fast fashion) l'artigianalità, l'ecosostenibilità, la filosofia dello slow shopping, la consulenza personalizzata.
Prosegue Carena: «I saldi rappresentano una tradizione commerciale capace di coinvolgere l’interesse di 16 milioni di famiglie italiane alla ricerca dell’affare e di un crescente numero di stranieri amanti dello shopping Made in Italy. Il 2025 si prospetta come un anno caratterizzato da una moda più consapevole, inclusiva ed emozionale. È quindi ritengo che questi saldi possano essere contraddistinti da una tripla E. Economia, per consentire acquisti responsabili in grado di soddisfare l’interesse dei consumatori verso prodotti di qualità, di moda e di stile con prezzi molto convenienti. Ecologia, per scegliere acquisti di qualità nei negozi di prossimità evitando la sovraproduzione e l’inquinamento dovuto all’eccessiva circolazione di prodotti spediti e molto spesso restituiti. Etica, per promuovere una moda che non sia solo esteticamente accattivante, ma anche rispettosa della salute dei consumatori e delle condizioni di lavoro».
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