Genova, 03/01/2025.
Genova custodisce un’arte antica, spesso ignorata, che si potrebbe trovare sotto i nostri piedi passeggiando per le vie della città: il risseu. Sono mosaici di ciottoli realizzati in pietre bianche e nere, nati nell'area del Mediterraneo e sviluppati in Liguria. Solitamente vengono utilizzati per la decorazione di sagrati, piazze e cortili con disegni geometrici o simbolici.
Tra i luoghi dove ammirare i risseu più suggestivi a Genova ci sono: Palazzo Reale, Campo Pisano, la Chiesa di San Bartolomeo della Certosa, la Chiesa di San Siro di Struppa, il Santuario della Madonna del Monte e il Santuario della Madonnetta. Questi capolavori richiedono precisione e progettualità, dalla raccolta dei materiali alla posa sulla malta.
Abbiamo intervistato Luciano Bonzini, maestro autodidatta di risseu che continua a mantenere viva questa tradizione, adattandola anche a interpretazioni moderne.
Genova è una città ricca d'arte, però quando parliamo dell'arte genovese, pensiamo subito ai Palazzi dei Rolli, ai Musei di Strada Nuova eccetera. Raramente pensiamo ai risseu, un'arte antica di cui ancora si sa poco. Come e quando nascono?
«È un’arte che nasce in Grecia, nell'area del Mediterraneo e poi si sviluppa in Italia in epoca medievale, prettamente in Liguria grazie agli scambi commerciali che si intrecciavano durante le navigazioni. Il suo sviluppo particolarmente florido nella nostra terra si deve alla presenza delle tante spiagge, che offrivano il materiale per fare questo tipo di lavori qua»
Cosa significa risseu?
«L'origine della parola pare che derivi dal francese, significa ruscello, un luogo dove è facile trovare ciottoli»
Come vengono lavorati questi ciottoli?
«Innanzitutto c'è una progettualità, cioè prima un progetto e poi un'esecuzione. Ci sono diverse fasi: si inizia con la raccolta dei ciottoli, che prima era effettuata direttamente sulle spiagge, mentre ora si usano materiali di fiume. Dopodichè si posizionano i ciottoli su di uno strato di sabbia, su cui si appoggiano dei telai in legno. Si compone quindi alla rovescia, ossia in negativo, e anche per me è sempre una sorpresa scoprire che cosa ho creato e l'effetto finale. A questo punto si solleva il pannello di legno, si elimina l'eccesso di sabbia e il gioco è fatto!»
Quanto tempo ci vuole per fare tutto questo lavoro?
«Dipende dalla superficie, solitamente si possono fare uno o due metri quadrati al giorno, non di più. Il risultato dipende anche da quante persone sono impiegate in questo procedimento» .
In passato, chi erano i maestri più noti di questa arte?
«Diciamo che non esistono testimonianze attendibili di maestri affermati. Un nome che sicuramente posso citare è quello del maestro Armando Porta, autore del restauro del pavimento di Campo Pisano, nel cuore del centro storico di Genova. Oltre a me, ci sono poche altre persone che fanno questo lavoro. In passato, sicuramente esistevano vere e proprie squadre di artigiani che eseguivano questo genere di lavori, però non ne è rimasta traccia, nessun dato bibliografico che ci possa dire chi erano. Possiamo solo capire come esercitavano l'antica arte del risseu osservando e studiando le loro opere. Anche il restauro ci può aiutare».
Quali sono le tecniche maggiormente utilizzate in questo settore?
«Quella tradizionale è quella che prevede l'utilizzo di uno spessore di malta su cui poszionare i ciottoli. Personalmente ho creato delle tecniche mi permettono di lavorare in piccolo, facilitando il trasporto dei supporti e usando un minore spessore di malta, oltre che materiali tecnici più moderni. Insomma, ottengo dei risultati soddisfacenti. Si distaccano un po' dai risseu tradizionali, però l'elemento compositivo è sempre il ciottolo, la pietra».
Quali sono i suoi lavori che possiamo vedere in giro per Genova?
«I miei lavori sono un po' disseminati in giro... avevo fatto un lavoro di un restauro, una trasposizione di un vecchio risseu che è la Madonna della Neve, per esempio. Si trattava di un vecchio risseu di una chiesa che è stata distrutta che, con altri collaboratori, qualche anno fa abbiamo smontato e poi rifatto in un'area di un palazzo storico di Bolzaneto, sede del Comune»
Oltre a questi mosaici di ciottoli, di che cosa altro si occupa?
«Io mi occupo di mosaico a 360 gradi da vent'anni. Quindi, mosaico contemporaneo, mosaico romano in vari materiali, con tessere di marmo, di vetro. Insomma, tutto ciò che è mosaico mi ha sempre interessato».
Come ha imparato questo mestiere?
«Sono autodidatta! Non ho avuto nessun maestro... è stata la passione che mi ha spinto a cercare di capire come venivano fatte queste opere. Tante prove sul campo e tanti esperimenti, poi ho trovato la mia via. Ho ottenuto dei riconoscimenti, ho anche tenuto dei corsi dove ho insegnato questa tecnica. Inoltre mi occupo anche di creare risseu per uso domestico! I miei risseu si possono utilizzare addirittura come degli zerbini molto particolari, da posizionare, magari, davanti alla porta di casa».
Di Ancila Mettekkatt