Genova, 11/01/2025.
Inizia con il piede sbagliato il 2025 per il commercio locale a Genova: il mercato comunale coperto di Certosa ha chiuso i battenti nei primi giorni di gennaio. Gli ultimi tre banchi restanti negli oltre 1200 metri quadrati della struttura hanno infatti comunicato l’intenzione di tenere le serrande abbassate in attesa di un piano di rilancio. C'è curiosità fra gli abitanti di Certosa, che vedono a rischio una realtà storica importante per il tessuto commerciale del quartiere simbolo della rinascita dopo il crollo del Morandi.
Tra le preoccupazioni dei cittadini, che hanno chiesto all'amministrazione di evitare che gli spazi del mercato di Certosa lascino campo a supermercati o centri commerciali, arrivano spiragli di luce importanti per il futuro della struttura. Il consorzio che gestisce il mercato coperto è infatti al lavoro per presentare a Tursi un progetto di riqualificazione.
In cosa consiste? Quale futuro per il mercato di Certosa? Lo abbiamo chiesto a Oscar Cattaneo, vice presidente vicario di Confcommercio Genova che attualmente supporta il progetto del consorzio.
Facciamo il punto: qual è al momento la situazione del mercato coperto di Certosa?
"Al momento il mercato di Certosa ha chiuso perchè hanno deciso di chiudere gli ultimi tre banchi che rimasti attivi nella struttura. Negli anni Novanta il mercato di Certosa contava più di quaranta operatori attivi. Lentamente hanno chiuso tutti per motivi diversi. Gli ultimi tre banchi hanno chiuso ma con un progetto di rinnovamento e di riqualificazione della struttura. Possiamo dire quindi che è solo una chiusura temporanea, non è una chiusura definitiva del mercato. Gli operatori del mercato di Certosa sono consorziati: esiste un consorzio che ha predisposto un progetto di rilancio per la struttura, con la partecipazione di nuovi soci che stanno entrando nella compagine consortile".
In cosa consiste questo progetto?
"Il progetto manterrà la destinazione commerciale della struttura come esercizio di vicinato, mantenendo viva nel quartiere l'attività commerciale del mercato. La struttura sarà destinata a commercio di vicinato di prodotti alimentari con spazi anche per la ristorazione. Sono inoltre previsti spazi a disposizione del quartiere dedicati all'attività di animazione. Sarà di fatto uno spazio di aggregazione in formula mista Ovviamente il progetto è conforme al regolamento comunale del commercio e in linea di massima è già stato condiviso con l'amministrazione comunale. La versione definitiva del progetto è pronta e attendiamo di presentarla, come Confcommercio Genova affianchiamo il consorzio in questa operazione".
Quali sono i tempi per la riapertura del mercato?
"Non solo è pronto il progetto, il consorzio è già pronto a iniziare i lavori. Una volta perfezionata l'operazione, è probabile che nella primavera del 2025 il mercato di Certosa possa riaprire i battenti".
Quali sono le problematiche nel negli anni ha dovuto affrontare il mercato coperto di Certosa? Come è possibile superarli oggi?
"Come Confcommercio stiamo cercando di salvare e recuperare le strutture come il mercato di Certosa perché mantengano la loro caratteristica di attività commerciali di vicinato nel cuore della nostra città policentrica. In questo senso il mercato di Certosa deve rimanere una struttura dedita al commercio di vicinato. Il motivo per cui il mercato comunale di Certosa sia andato piano piano a svuotarsi negli anni è semplice: il modello del mercato così com'era concepito negli anni Settanta e Ottanta è stato un modello superato. Tra gli anni Ottanta e Novanta poi non sono stati mai fatti aggiornamenti sul modello strutturale dei mercati. Una volta sul mercato, anche quello di Certosa, su oltre quaranta banchi, più della metà vendeva frutta e verdura. Oggi non ha più senso una pluralità di piccole attività che vendono lo stesso prodotto, perché commercialmente ed economicamente non si reggono. Va quindi rivisto il modello. Ovviamente per modificare il modello occorre investire in interventi strutturali e trovare i soggetti giusti che possano sostenere tali investimenti".
Di Fabio Liguori