Il carcere e la rieducazione delle persone detenute, principio indicato nell'articolo 27 della Costituzione, sono al centro del film Qui è altrove: buchi nella realtà che mercoledì 15 gennaio 2025, alle ore 21, è in proiezione al cinema Sivori (salita S. Caterina 54 r., tel. 010 55320564) di Genova. A presentarlo sono il regista Gianfranco Pannone e Armando Punzo, fondatore della Compagnia della Fortezza che quel principio di rieducazione mette in pratica da 35 anni nel carcere di Volterra. Modera l'incontro Andrea Porcheddu dramaturg del Teatro Nazionale di Genova. Presenti alla proiezione anche Cinzia de Felice de La Compagnia della Fortezza, Mirella Cannata e Carlo Imparato di Teatro Necessario, compagnia attiva a Genova, fondatrice del Teatro dell’Arca “Sandro Baldacci” nella Casa Circondariale di Genova Marassi.
Il documentario, presentato al 65° Festival dei Popoli di Firenze, documenta l'esperienza civile e artistica della Compagnia della Fortezza. Pannone ha seguito le prove di Punzo con i suoi attori nel carcere di Volterra fino al debutto di ''ATLANTIS cap. 1 - La permanenza''. Lo spettacolo si inserisce nel più ampio progetto ''Per Aspera ad Astra'', che riunisce i registi provenienti da altre esperienze di teatro-carcere attivi in Italia, nel segno di un'utopia possibile. «Qui è altrove - dichiara Gianfranco Pannone - non è un film sul carcere, ma sul teatro in carcere che si fa linfa vitale. Tuttavia, non si può essere insensibili alla condizione dei nostri istituti di detenzione, che quest'anno hanno registrato al loro interno una sessantina di suicidi, oltre che un po' ovunque diverse sollevazioni per le condizioni assai difficili all'interno delle celle, per i detenuti come per gli agenti di polizia penitenziaria. L'esperienza di Volterra, è un'isola in un panorama per molti versi desolante, che ci dice una cosa semplice e chiara: un altro carcere è possibile».
«Per Aspera ad Astra: attraverso sentieri impraticabili – spiega Armando Punzo - raggiungere la luce di un’utopia concreta, che si realizza lì dove è impensabile. All’inizio, forse, nessuno avrebbe scommesso su questo progetto di Teatro in Carcere. Eppure è ormai evidente che dalla nostra particolare postazione, attraverso un agire prettamente artistico, trascendiamo il carcere reale per parlare dei limiti e della prigione più ampia in cui tutti siamo rinchiusi. È una visione di speranza concreta. Trovo straordinario che il film di Gianfranco Pannone, “Qui è altrove”, provi a darne precisa e poetica testimonianza».
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