Cosa mangiare a Genova
In questo caso è necessario fare un distinguo, tra gli autoctoni e i foresti. I primi elencano quasi sempre le solite, seppur gustosissime, pietanze, come la focaccia, la focaccia al formaggio e il Pesto, mentre i secondi, tra cui spiccano anche alcuni profili specializzati in food e food porn, suggeriscono i luoghi più caratteristici, ma anche quelli meno conosciuti, dove potersi gustare piatti tipici oppure conosciuti e commerciali, come il Castagnaccio o il Brandacujun. In generale non mancano i suggerimenti relativi ai posti in cui prendere il migliore aperitivo, oltre che alcune chicche, tipicamente elargite dagli autoctoni sulle focaccerie in cui andare a divorare slerfe di focaccia oppure brioche in versione jumbo alle tre del mattino. Sempre di produzione artigianale autoctona sono i video che suggeriscono i ristoranti o simili in cui pranzare low cost, magari con 5 o 10 euro.
Cosa abbiamo mangiato in 12 (o 24 o 48) ore a Genova
Non molto diverso dal precedente trend, mostra golosi tour gastronomici in giro per la città, tra immancabili focacce e trofie take away, da gustare mentre si passeggia per i caruggi e Pandolci sgranocchiati in periodi che agli autoctoni fanno alzare il sopracciglio, ossia decisamente oltre le feste natalizie. In questo caso sono video proposti quasi eslcusivamente da turisti, quindi vertono su grandi classici, che però sono amati anche da chi Genova la vive tutti i giorni, magari con un bicchiere di Asinello in mano oppure mangiando i Pansoti con la salsa di noci o un cartoccio con le Panisse fritte. Il punto di vista esterno, in fondo, ci aiuta ad apprezzare ancora di più le meraviglie, architettoniche e gastronomiche, della nostra Zena, una città che a quanto pare affascina e ammalia i foresti sempre di più.
Di Paola Popa