Il 2025 del Teatro della Tosse si apre con due appuntamenti, legati alla figura di Tonino Conte, a novant' anni dalla sua nascita e nell'anno che segna i cinquant' anni della nascita del teatro che lui stesso ha fondato nel 1975.
Si tratta dello spettacolo Una settimana di bontà 1975 e del documentario Qui ci vorrebbe un regista, entrambi legati alla figura di Tonino Conte.
Una settimana di bontà 1975 è la nuova produzione che apre il 2025, un testo inedito di Tonino Conte portato in scena da Emanuele Conte per la prima volta cinquant'anni dopo la sua stesura, proprio nell’ anno in cui il teatro si avvia a compiere i suoi cinquant’anni e in cui Tonino ne avrebbe compiuti novanta. Lo spettacolo sarà in scena in Sala Campana da giovedì 23 gennaio a domenica 2 febbraio, alle 20:30 (tranne nelle giorbate di domenica 25 gennaio e 2 febbraio, in cui l'orario viene anticipato alle 18:30). I biglietti sono in vendita a questo link.
Sulla scia dell’omonimo volume di Max Ernst dei primi anni Trenta,Una Settimana di Bontà 1975 nasce come provocazione fin dal suo titolo, promettendo una atmosfera che viene demolita scena dopo scena, per dar vita ad un compendio spassosissimo dell’umana ferocia. Un testo lucido, inusuale, incalzante ed estremamente comico, attualissimo nel mantenere un distacco costante, una giusta distanza che riconsegna un periodo plumbeo e contraddittorio della nostra storia senza mai farsene travolgere.
Sette giornate in pieno stile teatro dell’assurdo si inseguono a gran ritmo, senza una logica apparente; sette quadri di battute fulminanti compongono un album spietato degli anni Settanta e delle loro ipocrisie, contraddizioni e continui inciampi. Uno sguardo senza sconti sulla realtà, sui volti della strada, sugli interni delle case ma, anche, un modo di fare teatro di Emanuele Conte con un gruppo di giovani attori su un palcoscenico in cui tutto viene svelato e mostrato.
In un’atmosfera che ricorda certo cinema di Bûnuel, uno spettacolo che attraversa a strappi paradossi e ipocrisie di un’epoca complessa e ambigua, che resta sempre sullo sfondo, come un ingombrante convitato di pietra seduto in platea a godersi lo spettacolo di sé stesso.
«Mi sono reso conto di quanto fosse sconosciuto dai giovani d'oggi il periodo degli anni di piombo. Ormai sembra un'era fa, eppure, per la mia generazione è stata la culla in cui crescere da bambini ad adolescenti. È possibile un confronto fra quel tempo e la contemporaneità?», si chiede il regista Emanuele Conte. «Io penso di sì e Una settimana di bontà mette in scena un mondo in tensione continua, specialmente in Italia: bande armate, attentati, omicidi di mafia, l'eroina che ammazzava amici fraterni e che inquinava ogni angolo della città, ogni parco e giardino; sullo sfondo la guerra fredda e la bomba atomica che sembrava, da un momento all'altro, doverci cascare sulla testa, e via di seguito».
«Un testo dal linguaggio modernissimo che non racconta gli anni di piombo, ma li vive dall'interno e li osserva da lontano», continua Conte. «Questa fu la grande intuizione di un Tonino quarantenne, raccontarne più le persone che gli eventi, andare oltre la facciata politica per arrivare all'umanità, ai vecchi qualunquismi che sembravano soccombere ai nuovi e ad una nuova morale, il conformismo moderno. La ferocia delle persone per bene, gli ideali non sempre trasparenti, il sesso libero, gli spinelli; ragazzi cresciuti fra valori tradizionali, ex fascisti ed ex partigiani. Un modo nuovo e contradditorio. Dall'oratorio a bandiera rossa».
La produzione dello spettacolo Una settimana di bontà 1975 è un’anteprima delle numerose iniziative per i cinquant' anni del Teatro della Tosse che caratterizzeranno la stagione 2025-2026. Un omaggio, un ricordo ed una nuova attenzione a Tonino Conte e al suo lavoro ci è sembrata la strada migliore per dare inizio alle celebrazioni.
Anche per questo il debutto dello spettacolo sarà preceduto da una serata speciale: la proiezione pubblica, in anteprima nazionale, sabato18 gennaio alle alle ore 19, del documentario Tonino Conte - Qui ci vorrebbe un regista firmato da Felice Cappa per Rai Cultura, in onda su RAI 5 il 25 gennaio alle 22:30.
Il documentario ripercorre la sua parabola esistenziale e artistica, legata a doppio filo alla città di Genova e al rapporto d'amicizia e collaborazione con lo scenografo Emanuele Luzzati e con tanti altri protagonisti della vita culturale della città della Lanterna, anche attraverso immagini di repertorio dei principali spettacoli realizzati da Conte a partire dagli anni '60 e delle testimonianze di tanti artisti e amici che lo hanno accompagnato in un viaggio teatrale sui generis lungo una vita.
Un momento di condivisione e di incontro in sala per ritrovare quel senso di comunità che solo il teatro può restituire dedicato a Tonino ed alle innumerevoli facce della sua arte: regista, scrittore, drammaturgo, poeta, artista visivo, ma soprattutto uomo di teatro.
Nel corso della stagione tutti gli aggiornamenti sul sito teatrodellatosse.it.
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