La mostra è stata prorogata al 22 marzo
Genova, 04/10/2019.
Ruggenti e sfavillanti, soltanto all'apparenza. Sono gli Anni venti in Italia, un'epoca in realtà sospesa, incerta, inquieta, che nella pittura trovò riscontro in una serie infinita di rappresentazioni di attesa e che alimentò l'esplorazione di universi irrazionali, onirici, il sogno di un ritorno al passato e all'ordine. Tutto questo è raccontato a Palazzo Ducale di Genova, nella mostra Gli Anni Venti in Italia - L'età dell'Incertezza, visitabile da sabato 5 ottobre 2019 a domenica 1 marzo 2020 (poi prorogata fino a domenica 22 marzo). Un percorso espositivo, curato da Matteo Fochessati e Gianni Franzone, che si snoda attraverso le sale dell'Appartamento del Doge, con oltre 100 opere e altrettanti artisti, da Carlo Carrà a Giorgio De Chirico, da Fortunato Depero a Enrico Prampolini (guardate le immagini nella fotogallery)
In scena dunque gli anni Venti italiani, una fase di passaggio tra il trauma della Grande Guerra e la crisi mondiale del decennio successivo, crisi annunciata dal crollo di Wall Street dell'ottobre 1929 e seguita dall'affermazione di regimi dittatoriali. In Italia infatti, il clima turbolento del dopoguerra favorì l'ascesa al potere del fascismo, movimento e partito ultranazionalista che imboccò, a metà del decennio, una deriva decisamente dittatoriale. L'ombra della guerra, il passaggio da una stagione di rivendicazioni sociali e i primi esperimenti di partecipazioni politica di massa fino alle spinte ai cambiamenti culturali, contribuirono al diffondersi di un forte senso di incertezza individuale e collettiva.
Una mostra di livello nazionale l'ha definita la direttrice del Ducale Serena Bertolucci. Il percorso della mostra si sviluppa in nove sezioni. La prima sezione, Prologo, si apre con una sequenza di ritratti. Una lunga galleria con opere di Gino Severini, De Chirico, Achille Funi e Pippo Rizzo, racconta i volti e le loro espressioni fisiognomiche e caratteri identitari, per una proiezione della società del tempo. La seconda sezione è Attese: le visioni enigmatiche di Carrà e Casorati rivelano una sotterranea tensione che lascia presagire un senso di sospensione o la rielaborazione di eventi passati.
Arriva poi la sala dedicata al Preludio, ovvero il trauma della Guerra: in questa sezione i dipinti di Carlo Potente e Pierangelo Stefani, densi di atmosfere pacate e sacrali, si accompagnano all'espressività delle opere di Baroni, Soffici e Vaini. La quarta sezione è Metropoli, in cui viene messo in mostra il clima di disagio psicologico e di tensione sociale, determinate anche dalle trasformazioni tecnologiche, in particolare nelle grandi città. Si passa poi alla sezione Irrazionalità: angoscia, incubo e mistero attraverso le opere di Primo Conti, Alberto Martini e Dario Wolf.
Ecco poi la sezione Alienazione, in cui viene sottolineato come il movimento futurista diede un contribuito essenziale alla creazione dell'immagine di un uomo nuovo, improntato alla cultura del macchinismo. In Evasioni, si ritrovano le atmosfere sospese di molte opere dell'epoca e il senso circolare del tempo. Numerose le direttrici dell'evasione: nostalgia, passato, tradizione e classicità. Si passa poi a Identità, dove si percepisce la sensazione della perdita della propria consapevolezza identitaria, così come i segnali dell'emergente massificazione, che ebbero contraccolpi sul tessuto sociale degli anni Venti. La mostra si chiude con la sezione dedicata all'arte Dèco. La mostra vuole qui proporre l'esplosione di eleganza e lusso, la voglia di divertimento ed evasione che rappresentò l'altra faccia dell'età dell'incertezza.
«La mostra al Ducale nasce dal fatto che una riflessione sul nostro passato ci possa aiutare a capire meglio il nostro presente - spiega Matteo Fochessati, curatore della mostra - Con gli anni Venti si parla di un decennio caratterizzato da incertezze, complessità e drammaticità, a livello sociale ma anche politico, culturale ed economico». Due epoche, il 1919 e il 2019, più vicine di quanto non si creda, come spiega Gianni Franzone, curatore della mostra insieme a Matteo Fochessati: «Sono epoche che presentano diverse somilianze. Si tratta di due decenni che nascono nel segno dell'insicurezza, di precarietà, di cambiamento e che affrontano il tema della modernità e della tecnologia».
«Gli Anni venti in Italia è una mostra di livello nazionale - commenta soddisfatta la direttrice del Ducale, Serena Bertolucci - Si tratta della prima esposizione in Italia attorno agli anni Venti, un'epoca estremamente complessa, ricca di suggestioni artistiche, una mostra interamente organizzata e prodotta dal Ducale e che riserva un racconto in ogni angolo dell'Appartamento del Doge».
La mostra Gli Anni Venti in Italia è visitabile con orari dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, mentre rimane chiusa il lunedì (la biglietteria chiude un'ora prima dell'orario di chiusura). I biglietti: intero 12 euro (14 con audioguida), ridotto 10 euro (12 con audioguida), ridotto giovani fino a 27 anni a 5 euro, scuole e bambini dai 6 ai 12 anni a 4 euro. 10 euro per i gruppi.
Di Fabio Liguori