Melanie Brun, la sexy boutique dove non esistono tabù: «Genova è una città aperta e curiosa»

Melanie Brun è aperto da 15 anni, quindi non si può certo dire che sia un'attività commerciale in difficoltà: «Quando ho aperto tutti mi dicevano che sarebbe stata una follia, ma volevo fare veramente qualcosa di diverso. Provengo dal mondo della comunicazione in ambito musicale, avevo un'agenzia a Milano e quando ho deciso di ritornare a Genova non volevo aprire la solita attività, ma qualcosa che lasciasse il segno. Dopo alcuni viaggi in Europa ho capito che un luogo dedicato alla sessualità femminile, come ad esempio avevo visto a Barcellona, potesse essere un'idea divertente. Da subito la sexy boutique ha suscitato molto interesse, sia tra i media, sia tra il pubblico e devo dire che, anche grazie alle collaborazioni con sessuologhe professioniste, all'organizzazione di eventi, presentazioni di libri e seminari questo posto è diventato sempre di più un luogo di incontro», ci racconta Sonja.

E quando parliamo di incontri non ci riferiamo a quel tipo di incontri, ma a veri e propri momenti di conoscenza, approfondimento e - perchè no - divertimento, durante i quali i temi relativi alla sessualità e alla ricerca del piacere vengono discussi e sviscerati, perchè la ricerca del benessere e il prendersi cura di sé passano anche dal sesso.

Sonja usa spesso questa espressione: sexy boutique. Perchè? «Melanie Brun è stato concepito per essere un salotto, dove poter riscoprire i segreti del corpo femminile e tutto ciò che è relativo al suo piacere. Un salotto nel centro storico, scelto come luogo di apertura perchè era giusto così, credo sia la location più adatta, perchè gli anni sono trascorsi e la percezione delle persone è sicuramente cambiata, ma rimane comunque quel velo di mistero che vuol coprire l'imbarazzo che ancora si prova ad entrare in una sexy boutique. Alcuni clienti, ad esempio, provengono da altri luoghi della Liguria, per assicurarsi che nessuno sappia che stanno acquistando dei sex toys. Inoltre, lavoro molto con i turisti. In ogni caso dico sempre ai clienti e alle clienti che non stanno facendo nulla di male, non stanno rubando nulla, quindi i sentimenti di imbarazzo o vergogna sono solo un retaggio di una società che ha fatto sempre passare tutte le azioni relative alla ricerca del piacere come qualcosa di sbagliato, quando di sbagliato non c'è proprio nulla!»

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