«Un evento importantissimo nel segno iconico di Van Dyck, che spalanca un naturale approfondimento su Genova, oltreché su un ben delimitato periodo storico artistico e sul tessuto sociale dell'epoca», commenta il facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi, «dando anche visioni complementari grazie a diversi eventi collegati o di raffronto col linguaggio di Van Dyck, sempre equilibrato, intimista, in cui scoprire non solo i volti del potere e della nobiltà dell'epoca, ma i tratti eminentemente psicologici e una vera e propria affettività di tratto nei soggetti sacri. Abbiamo ottime aspettative riguardo a questa grande mostra, che si avvale di un team tra i massimi esperti del campo, e siamo sicuri che richiamerà un turismo culturale internazionale svelando sempre nuovi volti di Genova. Il Comune di Genova continua a puntare, con sempre maggior convinzione, sulla promozione nazionale e internazionale del patrimonio culturale della città, allargandosi a crescenti collaborazioni con altre realtà d'Europa».
«Con questa mostra torniamo idealmente nel Seicento», dice l'assessore alla Cultura del Comune di Genova Lorenza Rosso, «quando la nostra città era al centro delle più importanti rotte commerciali e punto di ritrovo per grandissimi artisti di fama mondiale che a Genova hanno trovato ispirazione e successo. In tal senso la mostra dedicata a un pittore straordinario come Van Dyck ci ripropone al centro della scena culturale europea, celebrando una figura iconica che ha avuto un legame strettissimo con questa città. Tantissime sue tele sono state realizzate proprio qui e poterle in parte riscoprire, regalando ai genovesi uno spettacolo unico, ci inorgoglisce molto. Tra l'altro Van Dyck fu allievo di Rubens e quindi, dopo lo straordinario successo con la mostra del 2022, continuiamo ad avere un filo diretto con la pittura fiamminga. Palazzo Ducale, infine, ritengo sia lo scrigno perfetto per ospitare capolavori immortali come questi, che siamo certi richiameranno appassionati da tutta Europa».
«Genova e la Liguria si preparano a riscoprire uno dei più grandi interpreti del Seicento: Antoon Van Dyck», dice il presidente di Regione Liguria Marco Bucci. «L'esposizione a cui si sta lavorando e che aprirà i battenti nel 2026 non sarà solo un evento culturale di rilievo, ma anche un'occasione per riflettere sulle nostre radici e sul ruolo che la Superba ebbe nella formazione di uno dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi. Van Dyck fu allievo di Rubens e fu proprio a Genova che maturò il suo stile entrando in contatto con l'aristocrazia della città e trovando ispirazione nelle opere dei maestri italiani. I suoi ritratti sono un affresco della nobiltà dell'epoca, con le sue figure imponenti, vestite in abiti sontuosi. Questa mostra non vuole essere solo un tributo all'artista, ma anche al ruolo che la nostra città ha avuto come crocevia culturale nel Seicento, quando la Repubblica era un importante centro finanziario e commerciale capace di attrarre artisti e intellettuali da tutta Europa. Riportare Van Dyck significa riaffermare l'identità culturale di Genova che ha giocato un ruolo fondamentale nella diffusione del barocco europeo, grazie alla sua potenza commerciale e alla centralità nelle rotte commerciali tra il Mediterraneo e l'Atlantico. Come è stato per la mostra sul Superbarocco tra Roma e Genova nel 2022, siamo convinti che anche questo evento sarà un'occasione per ammirare capolavori inediti in arrivo da molte città europee e riscoprire il legame profondo tra l'artista e Genova, guardando con orgoglio alla storia culturale della Liguria».
«Genova è stata nel Seicento, non soltanto una potenza economico-finanziaria internazionale ma anche una piazza culturale dove si incrociarono i più grandi pittori dell'epoca, una città dei miracoli per dirla con lo storico Fernand Braudel. Palazzo Ducale era il centro nevralgico di questo splendore», sostiene il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Beppe Costa, «e risulta naturale ospitare oggi questa straordinaria mostra che celebra il genio di uno degli artisti che più segnarono quell'epoca. Van Dyck dimorò a Genova ospite delle famiglie nobiliari della città e proprio per i genovesi realizzò la gran parte delle tele italiane. Questa mostra si inserisce in una tradizione di prestigiose esposizioni dedicate alla pittura fiamminga ed è in diretta continuità con la mostra Rubens a Genova ospitata nelle sale dell'Appartamento del Doge nel 2022. Come presidente di Fondazione per la Cultura sono orgoglioso di celebrare, attraverso l'opera di un'artista eccezionale, un'età in cui la città è stata un faro nel panorama culturale europeo».
«Presentare Van Dyck non solo ai genovesi ma al grande pubblico, nazionale e internazionale, significa far conoscere meglio un vero maestro della pittura europea», dice la curatrice Anna Orlando. «Genova è al centro di questo progetto non solo come sede della mostra ma anche perché nella nostra città questo artista geniale ha forgiato la sua arte in modo tale da portarlo ai massimi vertici del successo. Accanto al lavoro di un team internazionale che contribuisce allo spessore scientifico del progetto, è stata mia premura attivare quel meccanismo di partecipazione corale della città che vedrà diverse mostre collaterali e molti eventi per un network che, secondo il modello di successo sperimentato con Rubens nel 2022, renderà i mesi della primavera/estate 2026 un grande palcoscenico di arte meravigliosa per tutti».
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