Un pomeriggio per parlare di una guerra dimenticata, dove però c’è tanta Europa coinvolta. Martedì 8 aprile, nell'aula 10 dell’Albergo dei Poveri (piazza Emanuele Brignole), verrà proiettato alle ore 16 Il filo di sabbia, docufilm del regista Tommaso Valente già autore di Passenger. Il lungometraggio ci porta tra le tende dei campi profughi Sahrawi, al confine con l’Algeria, percorrendo insieme ai volontari della rete di associazioni solidali italiane il difficile cammino di questo popolo dimenticato, quello de l’ultima colonia d’Africa.
Coinvolti in un conflitto per l’autodeterminazione dal 1975, i Sahrawi aspettano da ormai 40 anni di poter celebrare un referendum, appoggiato anche dalle Nazioni Unite, per poter essere una nazione indipendente. Nel mentre, il Marocco occupa i territori abitati da questo eterogeneo popolo del deserto, sfruttando i ricchi giacimenti di fosfati e altri metalli e le riserve ittiche di uno dei tratti di Oceano Atlantico più pescosi. Scacciati dai loro territori, in fuga dal conflitto che coinvolge l’esercito di Rabat e il Fronte Polisario sahrawi, centinaia di migliaia di persone vivono in campi profughi oltre la frontiera, nel tratto algerino del Sahara chiamato Giardino del Diavolo. Lì trovano la cooperazione internazionale, in particolare italiana, sempre più in difficoltà a causa degli scarsi sponsor per le missioni umanitarie e il continuo afflusso di profughi a causa della guerra.
Dopo la visione del documentario, ci saranno alcuni momenti di racconto, divulgazione e dibattito. A confrontarsi con il regista due docenti dell’Università di Genova, il professor Guido Levi, coordinatore del corso di Informazione ed Editoria, e la professoressa Lucia Martines, docente di African History. L’incontro è rivolto agli studenti ma è anche aperto al pubblico fino a esaurimento posti.
Maggiori informazioni sul docufilm Il filo di sabbia sono disponibili al sito dell’associazione Instantdocumentary