Castello D'Albertis, finiti i lavori di manutenzione e restauro del Museo delle Culture del Mondo

Castello D'Albertis Cerca sulla mappa

Genova, 25/03/2025.

Si sono conclusi gli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro conservativo di Castello D'Albertis, la suggestiva sede museale che dal 2004 ospita il Museo delle Culture del Mondo. Costruito tra il 1886 e il 1892 su fortificazioni cinquecentesche, il Castello è stato donato alla città dal Capitano Enrico Alberto D'Albertis, insieme alle sue preziose collezioni di arte e reperti etnografici.

L'intervento di restyling, che cuba 910.217mila euro finanziati con i fondi PNRR, è stato possibile grazie al Piano Caruggi, in particolare all'Asse operativo manutenzione e innovazione tecnologica. I lavori hanno interessato diversi aspetti dell'edificio. Sono stati eseguiti l'impermeabilizzazione della copertura piana del terrazzo e i restauri conservativi della struttura, sono stati recuperati i serramenti in legno e i vetri. Inoltre, si è provveduto al restauro dei parquet della Sala Colombiana e dei decori pittorici della Sala delle Meridiane, danneggiati nel corso degli anni dalle infiltrazioni. Anche gli intonaci delle sale espositive sono stati restaurati, restituendo vitalità e splendore agli spazi che custodiscono le preziose collezioni.

«Castello D'Albertis rappresenta un patrimonio storico e culturale di grande valore, simbolo delle glorie cittadine e del mito colombiano - commenta l'assessore alla Cultura Lorenza Rosso - Questi interventi di manutenzione e restauro si inseriscono in una più ampia strategia di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della nostra città, rendendo il Castello un luogo ancora più accogliente e fruibile per tutti».

«Con grande soddisfazione annunciamo il termine dei lavori di manutenzione e restauro di Castello D'Albertis, che hanno riguardato la copertura, i serramenti, i pavimenti e i decori interni, restituendo splendore agli spazi espositivi - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Ferdinando De Fornari - Questo progetto è un passo importante per la valorizzazione del Castello, ma anche un forte segnale dell'impegno della nostra amministrazione nella cura e nella promozione del nostro patrimonio culturale».

«Il restyling di Castello D'Albertis si inserisce nel più ampio contesto del Piano Caruggi, un progetto che punta a valorizzare e preservare i nostri centri storici e che ha trovato un'importante fonte di finanziamento nei fondi del PNRR - dice l'assessore ai Centri storici Mauro Avvenente - Castello D'Albertis, sede di un importante museo, è anche un luogo che merita di essere vissuto e apprezzato da tutti: siamo molto soddisfatti di aver contribuito alla sua valorizzazione».

Storia di Castello D'Albertis

Le mura cittadine sul quale è costruito Castello D'Albertis non sono solo basamento in senso costruttivo, ma anche l'aggancio storico necessario ad una costruzione che nelle intenzioni del proprietario doveva riassumere significati celebrativi delle glorie cittadine e del mito colombiano ed insieme conservare le memorie delle proprie imprese. Le forme medievali, recuperate dalla cultura ottocentesca oltre che sul piano figurativo come base storica della unità nazionale, erano una scelta obbligata.

Ideato dal Capitano Enrico Alberto D'Albertis con il gusto del collage architettonico e del revival neogotico, è stato eretto tra il 1886 e il 1892 con la supervisione di Alfredo D'Andrade, referente del ''medioevo restaurato'' che guardava a Viollet Le Duc via Camillo Boito. La dimora è stata dallo stesso Capitano fantasiosamente arricchita di rimandi esotici, neogotici ed ispano-moreschi che si accostano ad elementi medievali ripresti dalla stessa città e che vanno dalla copia della trecentesca torre cittadina degli Embriaci, alle polifere di Palazzo San Giorgio, ai vasi di coronamento del terrazzo del palazzo di Andrea D'Oria, al chiostro di San Colombano a Bobbio.

Il fondamentale rapporto con il mare è stabilito attraverso le suggestive vedute panoramiche e si materializza nello sguardo di marmo del Colombo giovinetto e nell'oblò della cabina della nave del Capitano ricostruita in loco. Il Castello di articola su tre piani, di cui i primi due a ridosso del volume del bastione e il terzo (il piano nobile) allo stesso livello del cortile originario del manufatto cinquecentesco, modificato dal Capitano, e delle due schiere di casematte che lo delimitavano, a loro volta falsificate con merlature posticce e utilizzate come vani di servizio.

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