Attenzione: Palazzo Ducale, a fronte degli accertamenti investigativi, ha scelto autonomamente per rispetto del pubblico e dei visitatori di anticipare di tre giorni la conclusione della mostra che pertanto da venerdì 14 luglio non sarà più visitabile.
Genova, 05/06/2017.
«Siamo assolutamente sicuri che queste opere, accettate fino ad oggi dalla comunità scientifica internazionale senza nessuna riserva, siano di Modigliani»: a parlare è Rudy Chiappini, a capo del Comitato direttivo a cui è stata affidata la cura della mostra dedicata ad Amedeo Modigliani ospitata a Genova, presso Palazzo Ducale, da giovedì 16 marzo a domenica 16 luglio 2017. Le parole di Chiappini puntano a fare chiarezza sulla controversia nata dopo che Carlo Pepi aveva sollevato dubbi sull’autenticità e sull’attribuzione di alcune opere presenti nella mostra su Modigliani a Genova.
«Tenuto conto della difficile situazione attributiva che da anni ruota intorno all'opera di Modigliani, abbiamo cercato di selezionare con molta cura le opere - afferma Chiappini -. Pur ritenendo fondamentale la qualità dei dipinti e dei disegni presentati, si sono effettuate scelte conservative e prudenziali. Non abbiamo voluto portare a Palazzo Ducale nuove attribuzioni, ma puntare su opere già ampiamente conosciute per la loro presenza su cataloghi ragionati, in grandi mostre, su libri dedicati a Modigliani, per la loro storia e le expertise che le accompagnavano. Siamo i primi - continua Chiappini- a ritenere opportuna ogni eventuale verifica proprio per fugare ogni dubbio, una verifica che deve essere fatta in modo serio e su base documentaria».
«Ad oggi - continua Chiappini, già direttore del Museo d’Arte Moderna di Lugano, direttore dei Servizi Culturali di Locarno, dal 2008 curatore indipendente -, esistono solo cinque cataloghi ragionati su Modigliani, tra i quali non compare nessuna opera del genere a firma di Marc Restellini», nome apparso per sostenere la tesi di Pepi. Delle sette opere di Modigliani su cui si è puntato il riflettore nella controversia, Chiappini esplicita storia e provenienza, sottolineando la volontà di fare chiarezza sulla base della documentazione raccolta opera per opera. Qualche esempio? La Cariatide rossa, che tra le mostre principali annovera l'esposizione al Museu de Arte de Saõ Paolo (uno dei musei che possiede più opere di Modigliani al mondo, ben cinque), vanta tra le expertise quella della moglie del più importante mecenate e mercante di Modigliani, Léopold Zborowski e nella letteratura anche l'inserimento nel catalogo ragionato che conta tra i curatori Jeanne Modigliani, figlia di Modì. Dalla collezione del mecenate arriva anche Testa di donna (Ritratto di Hanka Zborowska?) per la quale viene presentata pure la notifica del vincolo ministeriale. Il Ritratto di Chaïm Soutine figura nelle mostre organizzate dal Musée National d'Art Moderne, Centre Pompidou di Parigi, il museo che possiede più opere di Modì al mondo e polo d'eccellenza negli studi sull'artista italiano.
Sulla questione Amedeo Modigliani/Moïse Kisling, altro tema caldo della controversia, interviene Stefano Zuffi, curatore della mostra dedicata a Modigliani a Palazzo Ducale. Un rapporto umano - quello tra i due pittori - strettissimo, tanto vedere Kisling occuparsi della figlia di Modì rimasta orfana, evidenzia lo storico dell'arte che, però, rimarca pure la completa diversità dello stile pittorico. «Nei tre dipinti di Kisling - afferma Zuffi, sottolineando quel di - sono inserite delle riproduzioni di opere di Modigliani. Non è da escludere, e un saggio e le schede in catalogo avanzano questa ipotesi che ho raccolto e trasferito nell'esposizione a Palazzo Ducale, che Modigliani, almeno in uno di questi tre casi sia intervenuto nel dipingere personalmente la riproduzione di un suo quadro». Anche il colore delle pareti della stanza dedicata a Kisling segna - continua Zuffi - un cambiamento, proprio per sottolineare la diversa chiave di lettura proposta dal percorso espositivo.
«Ci sembrava estremamente utile, per il nostro rapporto con il pubblico, con i prestatori, per la dignità del nostro lavoro invitare i curatori della mostra per dare conto e segno delle scelte fatte e in particolare della documentazione, dichiara Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Un atto dovuto che, ci tengo a ribadirlo, non ha nessun elemento di anticipazione o di messa in discussione di quelle che potranno essere le decisioni dei giudici». Alla magistratura, verso la quale Borzani esprime totale fiducia e apertura, è stato fatto pervenire un dossier che allarga i temi presentati. «Rimango radicato - continua il presidente - al ruolo dell'istituzione, che è quello di aver aperto una mostra su Modigliani in collaborazione con un partner importante e con una curatela fuori discussione».
Il partner, «prestigioso a livello nazionale e internazionale», per usare le parole di Borzani, è MondoMostre Skira che, con Palazzo Ducale, sottolinea il presidente della Fondazione per la Cultura, aveva già lavorato portando a Genova mostre come Dagli Impressionisti a Picasso. MondoMostre Skira è anche stato il nome che ha presentato, durante Expo 2015, la mostra su Leonardo Da Vinci a Milano, «la più grande esposizione a lui dedicata mai realizzata in Italia», ricorda Borzani, e che a settembre aprirà, sempre a Milano, Dentro Caravaggio e la mostra su Picasso a Roma, presso le Scuderie del Quirinale.
«Nella nostra professione - afferma Massimo Vitta Zellman, presidente di MondoMostre Skira - siamo a fianco del Ministero dei Beni culturali, dei principali comuni italiani, dei grandi musei esteri. Il rigore scientifico è una delle insopprimibili linee guida. Parlando di Modigliani, siamo stati i produttori delle ultime quattro importanti mostre sull'artista in Italia. In tutti questi casi ci siamo orientati verso una curatela prelevata dalla comunità museale, scientifica». Proprio a quest'ultima va il pensiero di Rudy Chiappini che sottolinea come, «ad oggi, in mancanza di un esperto riconosciuto universalmente delle opere di Modigliani, a fare a testo è il parere della comunità scientifica internazionale, che non ha mai messo in discussione le opere esposte».
Di Redazione